Milano, 28 ottobre 2023 – L’indice Igi (Italian Gas Index), che monitora giorno per giorno il mercato del gas in Italia, ha chiuso oggi a 32,86 euro al megawattora. Un calo rispetto a ieri, quando il prezzo era a 34,20 euro al MWh. Il Gestore dei Mercati Energetici (Gme), che aggiorna quotidianamente questo dato, ha ricordato che l’indice è un punto di riferimento chiaro e affidabile per chi opera nel settore.
L’indice Igi: cosa misura davvero
L’Igi viene aggiornato ogni giorno dal Gme e serve a capire come si muove il mercato del gas in Italia. “L’indice dà un’indicazione chiara delle dinamiche sui mercati del gas”, si legge in una nota ufficiale. In pratica, è il valore che gli operatori usano sia per proteggersi dalle oscillazioni del mercato, sia per definire i contratti di fornitura. Il calcolo si basa sulle transazioni reali registrate sulle piattaforme del Gme, soprattutto sul mercato all’ingrosso.
Prezzi in calo ma sempre instabili
Il ribasso di oggi, quasi un euro e mezzo in meno rispetto a ieri, arriva in un periodo di forte instabilità dei prezzi che sta segnando il settore energetico europeo da mesi. Le variazioni dipendono da molti fattori: la domanda stagionale, le tensioni geopolitiche e le scorte nei depositi italiani. Gli addetti ai lavori considerano l’Igi un termometro affidabile per seguire l’andamento nazionale, anche in confronto a grandi mercati europei come il TTF o il PSV.
Cosa cambia per aziende e consumatori
Per chi lavora nel settore – venditori, grandi utilizzatori industriali, trader – l’Igi è ormai un punto fermo. “Ci dà una base solida per i nostri contratti”, ha detto al telefono un responsabile commerciale di una società energetica lombarda, poco dopo l’uscita dei dati. Anche le associazioni dei consumatori tengono d’occhio l’indice: ribassi prolungati potrebbero tradursi in bollette più leggere, anche se con qualche ritardo.
E ora, cosa aspettarsi
Secondo gli operatori, il trend al ribasso potrebbe continuare almeno fino all’inizio dell’inverno. Le temperature ancora miti e le scorte piene nei depositi italiani aiutano a tenere sotto controllo i prezzi. Resta però un’incognita il meteo e le possibili tensioni internazionali che potrebbero cambiare le carte in tavola. “Il mercato resta molto sensibile agli eventi esterni”, ha ammesso un analista del settore, che ha preferito restare anonimo.
Un riferimento chiaro per tutti
Il Gestore dei Mercati Energetici sottolinea il ruolo pubblico dell’indice: “L’Igi vuole essere un riferimento trasparente e accessibile per tutti gli operatori”, si legge nel comunicato di oggi. Chiunque può consultare il dato aggiornato sul sito del Gme e usarlo per valutare offerte o chiudere contratti. Un dettaglio importante in un mercato dove la trasparenza spesso fa discutere.
Nel primo pomeriggio, davanti alla sede milanese del Gme in via Cesare Battisti, un gruppo di operatori si è fermato qualche minuto davanti ai monitor con i dati aggiornati. Un tecnico, giacca sulle spalle e telefono in mano, ha commentato a bassa voce: “Oggi va bene così. Vediamo domani”.