Nella notte tra il 25 e il 26 novembre 2023, un episodio inquietante ha scosso il liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Genova, attualmente occupato dagli studenti per iniziative culturali e di confronto. Un gruppo di individui, armati di spranghe e verosimilmente legati a movimenti neofascisti, ha fatto irruzione nella scuola, lasciando dietro di sé una scia di vandalismo e intimidazione. Gli occupanti hanno prontamente denunciato l’accaduto, diffondendo attraverso social media foto e video che documentano i danni subiti.
L’intrusione è avvenuta in un contesto di occupazione pacifica, approvata dall’assemblea d’istituto, mirata a promuovere il dialogo e la cultura. I ragazzi, che si trovavano dentro l’istituto durante l’incursione, non hanno subito ferite fisiche, ma l’evento ha comunque sollevato un forte allarme tra la comunità scolastica e locale. Le immagini mostrano svastiche tracciate sui muri, vetri rotti e aule devastate da un atto di violenza inaccettabile.
L’intrusione e le indagini
Secondo le prime ricostruzioni fornite dalle forze dell’ordine, i vandali avrebbero forzato il portone d’ingresso usando materiali prelevati da un cantiere edile nelle vicinanze. Oltre a imbrattare le pareti, hanno svuotato gli estintori, contribuendo così al clima di terrore e confusione. Gli agenti della polizia, della Digos e della Scientifica sono intervenuti immediatamente, avviando indagini per identificare gli autori del blitz. La questura ha sottolineato che la qualificazione dell’azione come di stampo neofascista è prematura, ma i primi testimoni hanno descritto i perpetratori come giovani, con un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, etichettandoli come “maranza”, termine che nel gergo giovanile italiano indica adolescenti coinvolti in comportamenti di ribellione.
Le indagini si concentrano sull’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza, nella speranza di ricostruire la dinamica esatta dei fatti e di risalire all’identità dei responsabili. Questo tipo di attacco rivela non solo un atto di violenza fisica, ma anche un attacco diretto ai valori democratici e ai principi di libertà di espressione che le scuole dovrebbero rappresentare.
Le reazioni della comunità
La gravità dell’episodio ha sollecitato reazioni immediate da parte delle autorità locali e del mondo politico. La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha descritto l’incidente come «di estrema gravità», affermando che «la violenza non è tollerabile in alcuna sua forma». Le sue parole evidenziano l’importanza di mantenere gli spazi scolastici come luoghi di crescita e dialogo, esprimendo la sua speranza che le indagini conducano rapidamente all’identificazione dei colpevoli. Salis ha sottolineato che la visione di una svastica, simbolo di oppressione e intolleranza, su un muro scolastico rappresenta un affronto ai fondamenti della democrazia.
Simone Leoncini, consigliere comunale di Avs, ha aggiunto la sua voce di condanna, esprimendo preoccupazione per la sicurezza degli studenti e per il futuro degli spazi pubblici. «Non possiamo lasciare impunita un’aggressione violenta contro studenti e contro la scuola come spazio libero di crescita, cultura e partecipazione», ha affermato, invitando la comunità genovese a unirsi in difesa dei valori antifascisti.
Il ruolo delle istituzioni
La vicenda ha attirato anche l’attenzione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha espresso preoccupazione per l’accaduto. In una nota stampa, ha condannato il gesto, sottolineando che «la scuola non può essere mai un luogo di intimidazione». Valditara ha ribadito l’importanza di un confronto libero e rispettoso all’interno delle istituzioni educative, esprimendo l’auspicio che i responsabili vengano identificati e puniti. La sua dichiarazione riflette la necessità di proteggere gli ambienti scolastici da ogni forma di violenza e intimidazione.
Contesto storico e sociale
Questo episodio non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente tensione sociale e politica in Italia, dove il dibattito sull’estremismo e sull’intolleranza è sempre più acceso. La presenza di gruppi neofascisti e di estrema destra ha suscitato preoccupazioni tra i cittadini e le istituzioni, rendendo necessaria una riflessione collettiva sui valori democratici e sull’importanza della memoria storica.
L’occupazione del liceo Leonardo Da Vinci, in questo senso, rappresenta un tentativo da parte degli studenti di affrontare tematiche attuali e di promuovere una cultura di inclusività e tolleranza, in netta contrapposizione agli attacchi subiti. La risposta della comunità, delle istituzioni e della società civile sarà cruciale per garantire che tali episodi non si ripetano e che la scuola continui a essere un faro di speranza e di crescita per le future generazioni.