La tragica morte di Beatrice Bellucci, avvenuta in un incidente stradale il 24 ottobre sulla Cristoforo Colombo a Roma, ha colpito profondamente la comunità locale e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale. Le indagini condotte dal X Gruppo Mare della Polizia di Roma hanno rivelato dettagli inquietanti riguardo alle circostanze dell’incidente. Un testimone, Roberto D.B., ha raccontato al Messaggero di aver assistito a una gara tra due BMW poco prima dello schianto fatale.
Dettagli dell’incidente
Secondo il racconto di Roberto, la BMW Serie 1 bianca, guidata da Luca Girimonte, e un’altra BMW di colore grigio avrebbero viaggiato a velocità eccessive, sfiorando i 200 chilometri orari. Le due ragazze, Beatrice e l’amica Silvia Piancazzo, si trovavano a bordo di una Mini Cooper e, secondo il testimone, non erano coinvolte nella competizione. Roberto ha sottolineato: “Le ragazze sulla Mini Cooper andavano per conto loro”. La BMW bianca ha tamponato la Mini, provocando il tragico impatto contro un albero.
Le indagini si sono concentrate su questo aspetto, cercando di verificare la presenza di un’altra auto coinvolta nell’incidente. Le telecamere di sorveglianza hanno catturato immagini che confermerebbero la presenza di un’altra BMW, che avrebbe superato la Mini Cooper prima che la BMW di Luca travolgesse l’auto delle due studentesse di giurisprudenza. Questo scenario ha portato a un’ipotesi inquietante: una gara di velocità tra due coppie di amici, mettendo in pericolo non solo le loro vite, ma anche quelle di innocenti.
Le dichiarazioni del testimone
Roberto Del Buono, chef del ristorante Rinaldi al Quirinale, ha affermato che non si trattava di una corsa clandestina, ma piuttosto di un momento di sfida tra amici. Ha descritto le ragazze come tranquille, sbalzate contro l’albero senza alcuna possibilità di difendersi. Con la legge italiana che punisce severamente chi partecipa a gare di velocità, anche se non organizzate formalmente, il rischio per i guidatori coinvolti è concreto: si parla di pene che vanno dai sei ai dieci anni di reclusione.
L’indagine in corso
L’attenzione si è poi spostata sul 22enne Luca Girimonte, il conducente della BMW coinvolta nell’incidente. Le analisi tossicologiche hanno rivelato che nel suo sangue non sono state trovate tracce di alcol o droghe, ma rimane indagato per omicidio stradale. Il padre di Luca ha espresso dubbi riguardo alla versione fornita dai testimoni, sostenendo che suo figlio e il suo amico sarebbero stati tamponati a loro volta, non avendo mai partecipato a una gara.
L’indagine è ora nelle mani del sostituto procuratore Andrea D’Angeli e dell’aggiunto Giuseppe Cascini. Tra i rottami dell’incidente è stato ritrovato il cellulare del passeggero della BMW, collegato a un sistema audio per ascoltare musica e impostato su YouTube. Questo particolare potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire la dinamica dell’incidente.
Mentre le indagini proseguono, emergono considerazioni più ampie sulla cultura della velocità e sulla responsabilità alla guida, specialmente tra i giovani. Roma, come molte altre città italiane, ha visto un aumento negli incidenti stradali legati a comportamenti imprudenti e gare di velocità tra auto sportive. Questo tragico evento potrebbe fungere da monito per tutti i conducenti, evidenziando l’importanza di una guida responsabile e consapevole.
La comunità romana sta piangendo la perdita di Beatrice Bellucci, una giovane promettente, e l’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale in città. Le famiglie delle vittime e degli indagati si trovano ora a fronteggiare un dolore indescrivibile, mentre le autorità competenti cercano di fare chiarezza su quanto accaduto quella sera fatale. In questi momenti, è fondamentale riflettere sulle scelte che si fanno alla guida e sull’impatto che queste possono avere sulla vita degli altri.