Agostino Ghiglia, attuale membro del Garante per la protezione dei dati personali, ha recentemente fatto notizia per le sue dichiarazioni su un presunto pedinamento subito. L’episodio è avvenuto il 22 ottobre, nelle ore precedenti a una decisione cruciale riguardante la trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Ghiglia si trovava presso la sede di Fratelli d’Italia, per un incontro con Italo Bocchino, direttore de Il Secolo d’Italia, per discutere la presentazione di due nuovi libri in programma a Torino e Roma.
Ghiglia ha chiarito che il suo incontro non era connesso alla decisione del Garante riguardante Report, che ha inflitto una multa di 150.000 euro per la diffusione di una telefonata tra Sangiuliano e sua moglie, Federica Corsini. In interviste rilasciate a testate come Corriere della Sera e Repubblica, ha espresso la sua intenzione di denunciare chi lo ha seguito, considerando il suo caso una violazione della riservatezza.
il passato politico di ghiglia
Ghiglia, ex parlamentare di Alleanza Nazionale e del Popolo della Libertà, ha espresso sorpresa per essere stato pedinato. Ha commentato: «Lo può fare la magistratura e, ovviamente, ha il diritto di farlo. In tutti gli altri casi, però, è diverso», mettendo in evidenza la delicatezza del bilanciamento tra il diritto alla privacy e il diritto di cronaca. Con una punta di ironia, ha aggiunto: «Sarà stato sicuramente un libero cittadino che ha riconosciuto il famosissimo volto di Ghiglia, secondo solo a Brad Pitt».
Sebbene non abbia ancora formalizzato la denuncia, ha confermato l’intenzione di farlo. Ghiglia ha dichiarato di non sapere chi lo ha pedinato, ma ha sempre risposto quando i giornalisti si sono qualificati. Durante l’incontro con Bocchino, ha incrociato anche Arianna Meloni, ma ha specificato di non aver avuto contatti con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, da cinque anni.
la sentenza del garante
In merito alla sentenza del Garante, Ghiglia ha negato di aver discusso la questione all’interno del collegio, affermando: «Se lo avessi fatto, avrei violato un dovere di riservatezza». Ha inoltre rivelato che, sebbene avesse potuto riportare informazioni già pubblicate da altri media, ha scelto di non farlo per mantenere l’integrità della sua posizione. Ha sottolineato che la questione è stata trattata con serietà e che la sentenza emessa prima della sua ufficializzazione è un fatto che lo fa riflettere.
Riguardo ai libri in discussione con Bocchino, Ghiglia ha affermato che si trovano in fase organizzativa per le presentazioni. Ha evidenziato l’importanza di rispettare il delicato rapporto tra il diritto di cronaca e la protezione della privacy, come stabilito dall’articolo 15 della Costituzione italiana e da varie sentenze della giurisprudenza. Nonostante alcune voci suggerissero che Ghiglia volesse emettere una sanzione più leggera per Report, lui ha respinto tali insinuazioni come irrilevanti.
l’incontro presso fratelli d’italia
Un punto di discussione importante è stato il suo incontro presso la sede di Fratelli d’Italia. Ghiglia ha affermato di non essersi pentito di questa visita, sostenendo che il suo comportamento è stato naturale e non leggero. Ha chiarito che il provvedimento riguardante Sangiuliano e la sua consorte era solo uno dei 33 provvedimenti all’ordine del giorno, alcuni dei quali di maggiore rilevanza giuridica.
In risposta alle accuse di politicizzazione del suo operato, Ghiglia ha difeso la sua decisione, affermando che ogni procedimento è istruito dagli uffici competenti e che le deliberazioni sono adottate a maggioranza. Ha sottolineato che il collegio ha discusso ampiamente il caso prima di prendere una decisione in linea con le proposte degli uffici.
Dall’altra parte, il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha contestato la posizione di Ghiglia, affermando che le sue azioni sono state influenzate dalla politica. Ranucci ha invitato Ghiglia a concedere un’intervista, accusandolo di non avere la trasparenza che afferma di possedere. Questo confronto solleva interrogativi sul ruolo del Garante della Privacy e sulla sua indipendenza rispetto alle dinamiche politiche, rendendo il caso ancora più significativo nel contesto della libertà di stampa e della protezione dei dati personali in Italia.