La figura di Libero De Rienzo è destinata a rimanere impressa nel panorama cinematografico italiano, non solo per il suo indubbio talento, ma anche per il suo approccio alla vita e al lavoro. Le parole che ha condiviso in un’intervista risuonano come un manifesto della sua filosofia: “La felicità è un finto valore, il valore è l’onestà, il non prendersi troppo sul serio”. Queste frasi, estratte dal documentario “Libero – Sempre comunque mai”, diretto da Alessio Maria Federici e presentato alla Festa del Cinema di Roma, offrono uno spaccato della personalità di un uomo che ha lasciato un segno profondo in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Libero De Rienzo, scomparso prematuramente nel 2021 a soli 44 anni, è descritto nel documentario attraverso le testimonianze di amici e colleghi che hanno condiviso con lui momenti di vita e di lavoro. Tra questi ci sono nomi noti del panorama artistico italiano come Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Valeria Golino e Elio Germano. Ognuno di loro offre una prospettiva unica su un artista che, pur essendo molto amato, ha sempre mantenuto una certa distanza dai rituali della popolarità.
la carriera di libero de rienzo
De Rienzo ha dimostrato una straordinaria versatilità nella sua carriera, che spazia dal cinema alla televisione. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1999 con “Santa Maradona”, un film che lo catapulta alla ribalta e che gli vale il David di Donatello come miglior attore non protagonista a soli 25 anni. Durante la cerimonia di premiazione, Libero sorprende tutti dedicando il premio alla Croce Rossa e alla Mezza Luna Rossa per il loro lavoro di soccorso in Palestina, un gesto che riflette la sua sensibilità nei confronti delle questioni sociali e politiche.
la visione del mondo di libero de rienzo
Emanuele Trevi, scrittore e amico di De Rienzo, ha descritto l’attore come una persona capace di “contenere in sé oceani di dolcezza e disperazione”. Questo contrasto, che caratterizza la sua persona e la sua arte, è un tema ricorrente nelle testimonianze degli amici. Paola Cortellesi, ad esempio, ricorda come Libero avesse una “disinvoltura” naturale che lei ha dovuto conquistare con il duro lavoro: “Le persone che arrivano così come esplosioni danno tanto alle formichine come me”.
Il documentario non si limita a celebrare il talento di De Rienzo, ma esplora anche la sua idea di successo. Libero credeva fermamente che “il successo ha lo stesso coefficiente di pericolosità del fallimento, anzi forse di più”, una riflessione che mette in luce il suo approccio critico e il rifiuto delle convenzioni. Questo atteggiamento lo ha portato a creare legami autentici, basati su una reciproca fiducia e amicizia, piuttosto che su dinamiche di opportunismo.
la passione per la regia
La passione per la regia è un altro aspetto fondamentale della sua carriera. Nel 2014, De Rienzo debutta dietro la macchina da presa con “Sangue”, un film che, pur ricevendo riconoscimenti all’estero, è stato snobbato dalla critica italiana. Elio Germano, che ha recitato con lui in diverse occasioni, sottolinea l’importanza di questo film, definendolo portatore di un’idea di cinema e arte che rifletteva profondamente la sua personalità.
La generosità di De Rienzo nei confronti degli altri è un tema centrale nelle testimonianze. David Grieco, con cui ha lavorato in “La macchinazione”, afferma: “È stato generoso con tutti ma nemmeno un’oncia con se stesso”. Questa affermazione mette in evidenza la sua dedizione verso gli altri e la sua incapacità di prendersi cura di sé, una contraddizione che ha caratterizzato la sua vita e il suo lavoro.
L’impatto di Libero De Rienzo sulla comunità artistica è stato profondo e duraturo. La notizia della sua morte ha colpito profondamente non solo i suoi amici e colleghi, ma anche il pubblico che ha sempre ammirato il suo lavoro. La sua scomparsa è stata descritta da molti come una “pugnalata”, un sentimento condiviso da un’intera generazione di artisti che hanno visto in lui non solo un collega, ma un compagno di viaggio in un percorso spesso tortuoso e difficile.
Il documentario “Libero – Sempre comunque mai” si propone quindi non solo come un tributo alla carriera di un grande attore, ma anche come una riflessione sulla vita e sull’arte di un uomo che ha saputo vivere con autenticità e passione. La sua storia e il suo talento rimarranno un faro luminoso nel panorama culturale italiano, un esempio di come l’onestà e la voglia di essere veri possano trasformarsi in arte e bellezza.