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Italia e sostenibilità sociale: un passo indietro rispetto all’Europa

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Italia e sostenibilità sociale: un passo indietro rispetto all'Europa
Italia e sostenibilità sociale: un passo indietro rispetto all'Europa
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Negli ultimi anni, la sostenibilità sociale è emersa come un tema cruciale nel panorama aziendale europeo, segnando un cambiamento significativo nella cultura lavorativa e nell’approccio delle imprese verso il benessere dei propri dipendenti. In questo contesto, il Social Sustainability Monitor rappresenta un’importante iniziativa che mira a comprendere come le aziende affrontano questa tematica. Questo osservatorio è frutto della collaborazione tra il Sustainability Lab della SDA Bocconi e SD Worx Italy, uno dei principali fornitori europei di soluzioni per la gestione delle risorse umane. L’obiettivo centrale è trasformare la sostenibilità sociale in un fattore strategico di valore, puntando su responsabilità, benessere, equità e partecipazione attiva di lavoratori e comunità.

I risultati del monitoraggio

Il monitoraggio, basato su un’analisi di dati raccolti da SD Worx, ha coinvolto un panel di 5.625 datori di lavoro e 16.000 dipendenti in 16 Paesi europei, con l’intento di sviluppare la ricerca “HR & Payroll Pulse”. I risultati evidenziano un’Europa a più velocità, in cui l’Italia si posiziona decisamente sotto la media.

  1. Formazione: Solo il 29% dei lavoratori europei percepisce un reale impegno delle aziende nello sviluppo delle competenze, ma in Italia questa percentuale scende ulteriormente al 21,3%. Questo indica una mancanza di investimenti significativi nelle risorse umane e una visione limitata sul futuro del capitale umano.

  2. Benessere mentale: La crescita della consapevolezza riguardo l’importanza di un equilibrio sano tra lavoro e vita privata è in aumento, ma l’Italia sembra essere indietro rispetto ad altri Paesi europei. Solo il 22% dei dipendenti italiani valuta positivamente il proprio equilibrio vita-lavoro, mentre la percezione di stress tra i lavoratori è tra le più elevate del continente.

  3. Retribuzione: Sebbene il 76% delle imprese si consideri equo nelle proprie pratiche retributive, quasi la metà dei lavoratori italiani, precisamente il 48%, si sente sottopagata. Questa discrepanza può generare sfiducia e demotivazione, compromettendo la produttività e la soddisfazione sul lavoro.

La questione della flessibilità

Un altro aspetto critico è la flessibilità lavorativa, un tema che sta guadagnando sempre più attenzione, soprattutto dopo l’esperienza del lavoro da remoto imposta dalla pandemia. Tuttavia, la fiducia delle aziende italiane nel lavoro a distanza rimane bassa, con solo il 44% delle imprese che lo supporta. Questo dato riflette una cultura manageriale ancora fortemente ancorata a un modello tradizionale di controllo, piuttosto che orientata verso l’ottenimento di risultati e obiettivi. La mancanza di flessibilità può influire negativamente sulla motivazione e sull’engagement dei dipendenti, limitando la loro produttività e creatività.

Diversità e inclusione nel mondo del lavoro

Un tema di rilevanza è quello della diversità e dell’inclusione. Ben il 55% dei lavoratori italiani ha dichiarato di aver assistito a situazioni di discriminazione sul posto di lavoro, e solo il 39% percepisce un impegno reale da parte delle proprie aziende su questo fronte. È particolarmente preoccupante il dato riguardante l’inclusione degli over 55, considerando che l’Italia ha una delle forze lavoro più anziane d’Europa. La gestione delle diversità è fondamentale non solo per garantire un ambiente di lavoro equo, ma anche per valorizzare l’esperienza e le competenze di una parte significativa della popolazione lavorativa.

In sintesi, il Social Sustainability Monitor mette in luce come l’Italia stia affrontando con difficoltà le sfide legate alla sostenibilità sociale, rispetto ad altri Paesi europei. La questione richiede un intervento urgente e mirato per migliorare le condizioni lavorative e promuovere una cultura aziendale più inclusiva e rispettosa. Le aziende italiane devono riconoscere che la sostenibilità sociale non è solo un obbligo morale, ma una strategia fondamentale per il loro successo a lungo termine. Investire nel benessere dei dipendenti, nella formazione e nella diversità non solo migliora la reputazione aziendale, ma crea anche un ambiente di lavoro più produttivo e innovativo. La strada da percorrere è lunga, ma i benefici di un approccio serio e consapevole alla sostenibilità sociale possono rivelarsi decisivi per il futuro del lavoro in Italia.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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