Il caso di Davide Lacerenza e Stefania Nobile, protagonisti di un’inchiesta che ha scosso il mondo della nightlife milanese, si avvia verso una conclusione con il patteggiamento delle pene da parte dei due indagati. Accusati di gestire un giro di prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della loro Gintoneria e nel noto privé La Malmaison, i due hanno scelto di optare per questa soluzione legale per evitare il carcere, accettando di scontare le loro condanne attraverso lavori di pubblica utilità.
Le pene patteggiate
La Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) milanese, Marta Pollicino, ha ratificato le pene patteggiate: per Davide Lacerenza sono stati comminati 4 anni e 8 mesi, mentre Stefania Nobile dovrà scontare 3 anni. Un aspetto significativo è che Nobile, 60 anni, non è stata accusata di spaccio di cocaina, il che le ha permesso di accedere immediatamente a misure alternative come i lavori sociali. Il suo avvocato ha sottolineato come la scelta di collaborare con le autorità, presentandosi per un interrogatorio, sia stata premiata.
Per Lacerenza, la situazione è più complessa. Dopo la revoca dei domiciliari, potrebbe avere la possibilità di richiedere un affidamento in prova ai servizi sociali, continuando così il suo percorso di recupero da una dipendenza che ha caratterizzato gran parte della sua vita. La sentenza gli consente di evitare il carcere, grazie anche ai giorni già trascorsi ai domiciliari per motivi cautelari. Il suo avvocato, Liborio Cataliotti, ha evidenziato come questa sia un’opportunità per Lacerenza, il quale potrà continuare la sua disintossicazione in una comunità.
Risarcimento e beni confiscati
Oltre alle pene, il tribunale di Milano ha stabilito che Lacerenza e Nobile dovranno risarcire lo Stato attraverso la confisca dei loro beni. Questo include:
- Denaro trovato sui conti correnti
- Arredi lussuosi dei locali in cui operavano
- Una notevole quantità di champagne, il cui valore è stato stimato intorno ai 900mila euro
La vendita di queste bottiglie avverrà all’asta, e il prezzo finale stabilirà se ci sarà un risarcimento ulteriore per Lacerenza, qualora il valore superasse le stime iniziali. Il legale di Lacerenza ha dichiarato: «La sentenza azzera completamente le proprietà di Davide Lacerenza. Quei proventi lo Stato se li tiene, il signor Lacerenza riparte da zero». Queste parole evidenziano la gravità della situazione e il costo che i due dovranno affrontare per le loro azioni.
Le accuse e il contesto dell’inchiesta
L’inchiesta che ha portato alle attuali condanne si è basata su un’analisi approfondita dell’attività della Gintoneria e de La Malmaison. Secondo il Riesame, l’indagine ha rivelato che il giro d’affari non si limitava solo alla vendita di alcolici, ma si estendeva anche all’offerta di prostitute e sostanze stupefacenti. I giudici hanno sottolineato come la disponibilità di ragazze e alcol fosse parte integrante dell’offerta, mirata a garantire il consumo di bevande alcoliche da parte della clientela.
In effetti, la cosiddetta «offerta di prostitute» era strutturata in modo tale da incentivare i clienti a spendere di più, proponendo pacchetti che includevano champagne, escort e droghe. Questa strategia commerciale ha portato a serate in cui i clienti spendevano somme considerevoli, fino a 70mila euro, per esperienze esclusive e lussuose.
L’impatto sulla comunità e sul settore della nightlife
Il caso Lacerenza-Nobile ha sollevato interrogativi non solo sul mondo della nightlife milanese, ma anche sulle dinamiche che reggono il settore. Le attività di sfruttamento e di associazione a delinquere non sono fenomeni isolati, ma riflettono una realtà più ampia che merita attenzione. Le autorità stanno ora monitorando più da vicino simili attività, cercando di prevenire ulteriori episodi di sfruttamento e di abuso.
Il caso ha anche acceso il dibattito su come le misure legali possano influenzare i percorsi di recupero per coloro che si trovano coinvolti in attività illecite. La possibilità di svolgere lavori sociali offre una chance di reinserimento e di riabilitazione, ma solleva anche questioni su come garantire che tali opportunità siano realmente efficaci nel prevenire recidive.
Con il patteggiamento e l’eventuale accesso a misure alternative al carcere, Lacerenza e Nobile si trovano in una fase di transizione. Sebbene abbiano perso gran parte delle loro proprietà e dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni, è possibile che questa esperienza segni l’inizio di un nuovo capitolo nella loro vita. La gestione delle loro difficoltà personali, unita a un possibile percorso di recupero, sarà fondamentale per determinare il loro futuro e il modo in cui si reintegreranno nella società.