Il virologo Matteo Bassetti ha recentemente attirato l’attenzione su di sé a causa delle minacce ricevute dai sostenitori del movimento No vax. Attraverso i social media, ha denunciato un clima di crescente violenza e intolleranza, tracciando un inquietante parallelismo con il giornalista Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato dinamitardo. La sua denuncia non è solo un grido di allerta per la sua sicurezza personale, ma anche un appello a un dialogo più costruttivo e rispettoso.
le minacce nel contesto della pandemia
Bassetti ha affermato: «Vengo minacciato come Ranucci, ma stavolta non a vuoto con le bombe». Questo commento evidenzia la gravità della situazione in cui si trovano coloro che, come lui, hanno scelto di esporsi pubblicamente durante la crisi sanitaria. Le minacce ricevute non sono un fenomeno isolato, ma fanno parte di un contesto più ampio di disinformazione e paura.
- Responsabilità collettiva: È fondamentale che la società si unisca per combattere le tendenze di odio e violenza.
- Cattivi maestri: Politici, giornalisti e influencer spesso alimentano l’ostilità nei confronti della scienza.
- Fiducia nelle istituzioni: È essenziale che figure pubbliche continuino a difendere la verità scientifica.
il linguaggio della violenza sui social media
All’interno del suo post, Bassetti ha condiviso uno screenshot di un commento minaccioso ricevuto, in cui un utente lo definiva un “coniglio di regime” e “schiavo di Big Pharma”. Questo tipo di linguaggio violento è sempre più comune nei dibattiti sui social media, dove le opinioni possono facilmente sfociare in minacce dirette. La frase inquietante dell’utente, «Quando qualche bomba comincerà a scoppiare (non a vuoto come a casa di Ranucci) capirà molte cose…», mette in evidenza il pericolo di un ambiente di odio e violenza.
la lotta per la verità e la scienza
Il caso di Ranucci, con la sua auto distrutta da un attentato, rappresenta un esempio estremo di questo clima di paura. La sua esperienza è un attacco diretto alla libertà di stampa e serve da monito per coloro che si oppongono alla narrativa predominante. La violenza non è solo un attacco alla persona, ma anche un attacco alla democrazia e alla libertà di espressione.
In questo contesto, è fondamentale che la comunità scientifica e i media continuino a lavorare insieme per combattere la disinformazione. Solo attraverso un dialogo aperto e onesto possiamo sperare di ricostruire la fiducia nelle istituzioni e nella scienza. La denuncia di Bassetti è un richiamo a tutti noi: è tempo di alzare la voce contro l’intolleranza e la violenza, difendendo il diritto di ogni individuo a esprimere le proprie opinioni senza temere per la propria vita. La strada da percorrere è lunga e difficile, ma necessaria per garantire un futuro in cui la scienza e la verità possano prevalere sull’ignoranza e sull’odio.