Stephen Graham, uno degli attori più versatili e rispettati del panorama cinematografico britannico, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul ruolo di padre durante la Festa del Cinema di Roma. Con una carriera che abbraccia oltre due decenni e una vasta gamma di ruoli, Graham è papà di due figli, Grace, di 20 anni, e Alfie, di 18. Nonostante la sua esperienza, l’attore afferma di sentirsi ancora un eterno apprendista nel viaggio della genitorialità. “Sono tutti giorni di scuola per me. Imparo così tanto dai miei figli e dai figli degli altri”, ha dichiarato.
Quest’anno, Graham ha conquistato il pubblico e la critica con la sua performance nella serie di Netflix “Adolescence”, che ha ricevuto anche riconoscimenti agli Emmy. Tuttavia, il suo ritorno al grande schermo avviene attraverso due personaggi paterni molto diversi. Nel film “Liberami dal nulla”, interpreta il padre di Bruce Springsteen, una figura che ha toccato profondamente l’artista, il quale ha ringraziato Graham per aver “riportato in vita” il genitore. Dall’altro lato, in “Good Boy” di Jan Komasa, Graham offre una rappresentazione più oscura e complessa del ruolo di padre.
il thriller psicologico “good boy”
“Good Boy”, in concorso alla Festa di Roma, è un thriller psicologico che esplora temi di violenza e redenzione attraverso la storia di Tommy, un giovane di 19 anni che vive una vita di eccessi e bravate. La pellicola, con influenze che richiamano “Arancia Meccanica”, segue il protagonista mentre si ritrova rapito da Chris, interpretato da Graham, il quale cerca di rieducarlo in un ambiente isolato e inquietante. “A 52 anni è naturale che mi offrano ruoli di padre”, ha commentato l’attore. “Questi ruoli mi emozionano e mi permettono di esplorare cosa significhi essere padre oggi”.
l’iniziativa “letters to our sons”
Graham ha anche avviato un progetto editoriale intitolato “Letters to Our Sons”, un’iniziativa in cui padri di tutto il mondo possono inviare lettere ai propri figli. Questa iniziativa riflette il suo desiderio di incoraggiare una comunicazione aperta e sincera tra genitori e figli. “Penso che sia fondamentale più che mai riempire i figli d’amore e mostrare loro delle opportunità. Ascoltiamo cosa hanno da dire”, ha esortato l’attore, sottolineando l’importanza dell’ascolto attivo nella genitorialità.
la complessità dei personaggi
Nel film “Good Boy”, il personaggio di Graham, Chris, cerca di rieducare il giovane Tommy attraverso metodi estremi, incatenandolo in cantina. Tuttavia, Graham è consapevole che questo approccio non è quello da seguire nella vita reale. “Ovviamente non va preso in considerazione il padre di questo film, che pensa di aiutare il ragazzo incatenandolo in cantina”, ha aggiunto con un sorriso.
La sceneggiatura di “Good Boy” è arrivata a Komasa attraverso il regista polacco Jerzy Skolimowski, un mentore e fonte di ispirazione per molti cineasti. Komasa, già candidato all’Oscar per “Corpus Christi”, si è avventurato in un territorio nuovo per lui, esplorando generi come il grottesco e l’assurdo. “Mi ha chiesto di leggere la sceneggiatura, pensavo volesse un’opinione, poi però mi ha chiesto di dirigerla. Skolimovski è il mio idolo e ho accettato di uscire dalla mia comfort zone”, ha spiegato Komasa.
Anson Boone, che interpreta Tommy, ha aggiunto una dimensione interessante al suo personaggio. “Tommy è costantemente alla ricerca di attenzione e usa i social media per ottenerla. Si spinge oltre i limiti per ricevere la stessa attenzione, e questo lo porta a compiere atti sempre più gravi”, ha sostenuto. L’arresto della sua libertà e la sua reclusione lo costringono a confrontarsi con le conseguenze delle sue azioni e a riflettere sulla sua vita.
Kathryn, la moglie di Chris, interpretata da Andrea Riseborough, aggiunge un ulteriore strato di complessità al film. Anche se inizialmente sembra passiva a causa del suo lutto, la sua evoluzione mostra una donna che, dopo aver affrontato il dolore, ricomincia a trovare la forza e l’affetto per questo “figlio sostitutivo”. “Il dolore è un abisso, ma quando si risveglia da quella sofferenza, prova tanto affetto per questo ragazzo e ritrova la sua forza”, ha osservato Riseborough.
Con “Good Boy”, Graham e il resto del cast invitano il pubblico a riflettere su questioni importanti legate alla gioventù, al dolore e alla possibilità di redenzione. La complessità dei personaggi e le situazioni estreme in cui si trovano offrono uno spaccato della società contemporanea, invitando a una discussione profonda e necessaria sui legami familiari e sulla responsabilità genitoriale.