“Mio marito non sa di questo film. Gli è stato detto, ma lui non capisce, anche se a volte in dei momenti riesce ad essere ancora con noi.” Queste parole, cariche di emozione e tristezza, sono state pronunciate da Michela Morutto durante l’incontro stampa del film ‘Per te’, diretto da Alessandro Aronadio e presentato alla Festa di Roma. Michela è interpretata dall’attrice Teresa Saponangelo e rappresenta una figura reale: la moglie di Paolo Piccoli, un uomo colpito da Alzheimer precoce. Questa malattia, che colpisce persone sotto i 65 anni, è spesso trascurata dalla società e dai servizi sanitari, lasciando le famiglie in una condizione di solitudine e disorientamento.
Il film ‘Per te’ non è solo un’opera cinematografica, ma un grido d’allerta su una malattia che colpisce ogni anno migliaia di italiani. Michela ha voluto sottolineare l’importanza di raccontare storie come la sua, per sensibilizzare l’opinione pubblica e per far capire le difficoltà quotidiane che le famiglie devono affrontare. “Questo film è una cosa molto importante perché innanzitutto parla di Alzheimer precoce, che è una malattia assolutamente troppo poco conosciuta”, ha affermato, evidenziando quanto sia cruciale informare le persone su questa condizione.
La realtà delle famiglie colpite da Alzheimer
La storia di Michela e Paolo è emblematicamente rappresentativa di una realtà che colpisce molti: la malattia di Alzheimer non solo altera la vita del paziente, ma ha un impatto devastante anche sui familiari. Michela si sente abbandonata, non solo dal marito che combatte contro la malattia, ma anche da un sistema che sembra trascurare le sue esigenze e quelle di sua famiglia. “Mi sento abbandonata da tutti – continua Michela – anche dallo Stato e bisogna assolutamente intervenire per supportare le persone che hanno questo problema”.
La testimonianza di Michela è un richiamo alla responsabilità sociale e istituzionale. Le famiglie che si prendono cura di pazienti affetti da Alzheimer spesso si trovano a dover affrontare sfide economiche e psicologiche enormi. Con uno stipendio solo, Michela ha dovuto integrare la retta di ricovero del marito e gestire le spese quotidiane per i due figli. La sua situazione è quella di molte famiglie italiane che si trovano a combattere non solo contro la malattia, ma anche contro il burocratismo e la mancanza di supporto economico.
L’importanza del riconoscimento e del supporto
Il riconoscimento di Mattia, il figlio di Michela e Paolo, come Alfiere della Repubblica nel 2021 da parte del Presidente Sergio Mattarella, evidenzia il valore dell’amore e della cura che il giovane offre al padre. Questa onorificenza è un importante passo in avanti per far luce su come la malattia possa colpire intere famiglie, richiedendo un supporto non solo emotivo ma anche istituzionale. Mattia è un esempio di resilienza, una figura che rappresenta la speranza e il coraggio di molti giovani che si trovano a dover affrontare situazioni simili.
Il film ‘Per te’ si propone di dare visibilità a queste problematiche, creando un ponte tra il mondo del cinema e la realtà delle famiglie colpite dalla malattia. Le storie come quella di Michela e Paolo non devono rimanere nell’ombra, ma devono essere raccontate per sensibilizzare e informare. La lotta contro l’Alzheimer precoce è una battaglia che richiede la partecipazione attiva di tutti: familiari, medici, istituzioni e società civile.
Un appello alla solidarietà e all’unità
Le parole di Michela risuonano come un appello alla solidarietà e all’unità. “Io non mi sento tutelata anche economicamente”, prosegue, evidenziando come la mancanza di una rete di supporto renda la situazione insostenibile. La necessità di politiche più inclusive e di un’assistenza socio-sanitaria adeguata è diventata un’urgenza. Affrontare la malattia di Alzheimer significa anche garantire diritti e dignità a chi vive questa esperienza.
Il film di Aronadio, quindi, non è solo un racconto di vita, ma un manifesto che invita a riflettere su come la società possa e debba rispondere a tali sfide. La malattia di Alzheimer, e in particolare quella precoce, richiede non solo cure mediche ma anche una rinnovata attenzione da parte delle istituzioni. La realizzazione di servizi adeguati, di sostegni economici e di programmi di sensibilizzazione sono fondamentali per non lasciare sole le famiglie in questo difficile cammino.
In definitiva, la storia di Michela e Paolo, come raccontata in ‘Per te’, si fa portavoce di una realtà che merita attenzione e rispetto. Il film, presentato alla Festa di Roma, rappresenta un importante passo verso una maggiore consapevolezza e un necessario cambiamento culturale. La voce di Michela è quella di molte donne e uomini che, ogni giorno, combattono in silenzio, e che ora, grazie al cinema, hanno la possibilità di farsi ascoltare.