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Day-Lewis: il ritorno dopo aver spento l’interruttore

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Day-Lewis: il ritorno dopo aver spento l'interruttore
Day-Lewis: il ritorno dopo aver spento l'interruttore
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L’incontro con Daniel Day-Lewis, il celebre attore inglese tre volte premiato con l’Oscar, è un momento di grande intensità. Seduto accanto a suo figlio Ronan, che segna il suo esordio alla regia con il film “Anemone”, Day-Lewis si lascia andare a un sorriso che parla più delle parole. Quando gli viene chiesto perché sia rimasto lontano dai set per ben otto anni, indica semplicemente Ronan, sottolineando il forte legame che li unisce. La loro collaborazione in “Anemone”, presentato in anteprima oggi ad Alice nella Città e in uscita nelle sale il 6 novembre con Universal, rappresenta un ritorno significativo per l’attore, che ha sempre cercato di bilanciare la sua vita professionale con quella privata.

La trama di “Anemone”

Il film racconta la storia di due fratelli, Ray (interpretato da Day-Lewis) e Jem (Sean Bean), che si ritrovano dopo vent’anni di separazione. Entrambi sono stati segnati da una guerra, i Troubles nord-irlandesi, che ha influito profondamente sulle loro vite. Ray vive in auto-esilio, mentre Jem ha trovato rifugio nella fede e nella famiglia. Le esperienze traumatiche che hanno vissuto li hanno portati a sviluppare legami complessi. Il film esplora queste dinamiche familiari con grande sensibilità.

Riflessioni sulla carriera e la vita privata

Riflettendo sulla sua lunga assenza dai set, Day-Lewis spiega: “Se fossi stato in grado di prendermi del tempo lontano dal lavoro, quel tempo mi avrebbe nutrito in modo tale da non doverlo abbandonare, ma non ce l’ho fatta.” L’attore ha sempre avuto un rapporto complicato con la fama e il mondo dello spettacolo. “Non mi piacevano alcuni aspetti pubblici del lavoro, un certo esibizionismo… non mi sentivo mai a mio agio alle feste e in mezzo alla folla.” Questo disinteresse per la vita pubblica e il desiderio di ritirarsi sono stati motivi fondamentali per la sua pausa dagli schermi. “Ho detto basta perché non c’era un interruttore per spegnere tutto questo.”

La collaborazione tra padre e figlio

Ronan, che ha collaborato con suo padre sia nella scrittura della sceneggiatura che nella regia, descrive il lavoro con lui come “facilissimo”. La familiarità innata che li unisce ha reso il processo creativo molto naturale. Inoltre, la figura di Daniel Day-Lewis come padre è stata influenzata dalla sua stessa esperienza di crescita. Suo padre, Cecil Day-Lewis, era un importante poeta e scrittore britannico, mentre sua madre, Jill Balcon, era un’attrice di talento e figlia di Sir Michael Balcon, un produttore cinematografico di grande rilievo. “Mio padre è rimasto un mistero per me, l’ho perso quando avevo solo quattordici anni”, racconta l’attore, rievocando i ricordi della sua infanzia in un ambiente carico di aspettative e cultura.

Tematiche universali e attualità

Il film “Anemone” si propone di affrontare non solo le relazioni familiari, ma anche la questione più ampia delle cicatrici lasciate dai conflitti. I Troubles non sono solo un retaggio del passato, ma un tema che continua a influenzare le vite di molti. La narrazione si dipana tra la ricerca di identità e la riconciliazione, ponendo interrogativi sul significato del perdono e sulla possibilità di ricostruire legami dopo traumi così profondi.

Durante l’incontro, Day-Lewis non si sottrae nemmeno a temi di attualità. Quando gli viene chiesto della situazione a Gaza, la sua risposta è pensierosa. “Non è una questione che si può liquidare in due parole. Posso solo dire che sono due popoli mal rappresentati.” Questo commento riflette la sua consapevolezza e sensibilità verso le complesse dinamiche geopolitiche e umane, mostrando come un attore di fama mondiale possa utilizzare la sua piattaforma per affrontare questioni di rilevanza globale.

In un’epoca in cui il cinema è spesso visto come un semplice intrattenimento, Day-Lewis e Ronan cercano di dare vita a un’opera che stimoli riflessioni profonde e apra dialoghi su tematiche universali. “Anemone” non è solo un film, ma un racconto di vita che si interroga su cosa significhi essere fratelli, sopravvivere a un passato doloroso e cercare una nuova via in un mondo che continua a cambiare. Con questo progetto, l’attore annuncia ufficialmente il suo ritorno, non solo come protagonista, ma anche come narratore di storie che meritano di essere raccontate.

Written by
Sara Lucchetta

Sono una giornalista appassionata di Università, ricerca e tutto ciò che ruota attorno al mondo dello studio. La mia missione su smetteredilavorare.it è quella di esplorare e raccontare le sfide e le opportunità che gli studenti e i ricercatori affrontano ogni giorno. Credo fermamente nel potere della conoscenza e nel valore dell'istruzione come strumento di cambiamento. Oltre a dedicarmi alla mia passione per l'istruzione, mi piace anche tuffarmi nel mondo dello spettacolo e del cinema. Scrivere di film e eventi culturali mi permette di esprimere la mia creatività e di esplorare le diverse sfaccettature della vita. Quando non sono impegnata a scrivere, mi trovate spesso a cercare nuovi film da vedere o a discutere di tendenze culturali con amici e colleghi. La mia curiosità mi guida in ogni racconto e spero che le mie parole possano ispirare e informare chi legge.

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