Il 16 ottobre 2023, un episodio di violenza ha colpito il noto giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione di Rai3 “Report”. Due esplosioni hanno distrutto le automobili di Ranucci e della sua famiglia, parcheggiate davanti alla loro abitazione a Campo Ascolano, una località di Pomezia, alle porte di Roma. Le detonazioni, così potenti da scuotere l’intero quartiere, hanno creato un clima di paura tra i residenti.
Ranucci ha immediatamente commentato l’accaduto, descrivendo l’esplosione come provocata da “due ordigni”. Ha rivelato che sua figlia si trovava nei pressi dell’auto esplosa solo pochi minuti prima delle deflagrazioni. «Avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia», ha dichiarato, sottolineando la gravità della situazione. Le forze dell’ordine, tra cui carabinieri e Digos, sono intervenute rapidamente per svolgere i rilievi e determinare la natura dell’esplosione.
I danni e le indagini
Secondo le prime informazioni, l’esplosione ha danneggiato non solo le vetture, ma anche il cancello d’ingresso della casa di Ranucci, distruggendo vasi e piante nelle vicinanze. I carabinieri di Frascati stanno conducendo le indagini, mentre gli artificieri analizzano i resti delle auto per comprendere la potenza e la tipologia degli esplosivi utilizzati. Si stima che siano stati impiegati almeno un chilo di esplosivo per provocare tanta devastazione.
Ranucci ha rivelato che l’auto esplosa era stata parcheggiata dal figlio il giorno precedente, intorno alle 13.20. Ha descritto un clima di tensione e intimidazione che ha vissuto negli ultimi mesi, menzionando di aver ricevuto diverse minacce, tra cui un proiettile di una pistola P38. Da quando ha iniziato a ricevere minacce di morte da parte della mafia nel 2014, Ranucci è sotto scorta, un’esperienza che ha profondamente segnato la sua vita. «Onestamente non è cambiata molto rispetto all’inizio delle minacce, ossia dal 2009», ha dichiarato ironicamente in un’intervista.
Reazioni delle istituzioni
L’eco della violenza ha suscitato reazioni immediate da parte delle istituzioni e della società civile. Ecco alcune delle dichiarazioni più significative:
- Guido Crosetto, Ministro della Difesa: ha condannato l’accaduto come un “gesto gravissimo, vile, inaccettabile”.
- Matteo Salvini, leader della Lega: ha espresso preoccupazione, sottolineando la gravità della situazione.
- Giorgia Meloni, Premier: ha ribadito l’importanza di difendere la libertà e l’indipendenza dell’informazione.
- Carlo Calenda, leader di Azione: ha descritto l’atto come “molto preoccupante”.
Anche Alessandro Di Battista, ex esponente del Movimento 5 Stelle, ha denunciato come i giornalisti vengano spesso lasciati soli da un potere che dovrebbe proteggerli. Ha sottolineato che atti di intimidazione come quello subito da Ranucci rappresentano un attacco diretto alla libertà di espressione e al diritto all’informazione.
La battaglia per la verità
Le indagini proseguono, e si spera che le videocamere di sorveglianza possano fornire elementi utili per identificare i responsabili di questo atto violento. Ranucci ha affermato di non riuscire a dare una chiave di lettura all’accaduto, ma ha accennato a un clima di isolamento e delegittimazione che ha vissuto negli ultimi mesi. Ha riferito di aver trovato proiettili nei pressi della sua abitazione e di aver subito un tentativo di delegittimazione da parte di soggetti ben identificati.
La situazione di Ranucci è un campanello d’allarme per il panorama dell’informazione in Italia, dove minacce e intimidazioni contro i giornalisti sembrano essere in aumento. La sua esperienza evidenzia non solo le difficoltà personali di chi fa il suo lavoro con coraggio, ma anche il rischio che corre la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati. In attesa di sviluppi, la comunità giornalistica e i cittadini si stringono attorno a Ranucci, consapevoli che la battaglia per la verità e la giustizia deve continuare.