Con la recente presentazione della manovra economica, il governo italiano ha delineato un piano che prevede un esborso di 11 miliardi di euro in tre anni per il settore bancario. Questo provvedimento comporta un incremento della pressione fiscale e segna un riconoscimento formale da parte della premier Giorgia Meloni, che ha ringraziato le banche per la loro “disponibilità ” a collaborare con l’esecutivo. Tuttavia, il mix di misure proposto genera preoccupazioni riguardo all’impatto sui bilanci degli istituti di credito.
I dettagli definitivi della manovra non sono ancora stati resi noti, ma le diplomazie tra governo e banche sono già attive per chiarire i termini del provvedimento. Le banche dovranno sostenere un onere composto da misure sia volontarie che strutturali. Tra le misure volontarie, le banche hanno la possibilità di sbloccare le riserve di capitale accumulate grazie alla legge sugli extraprofitti del 2023. Tuttavia, questa opzione potrebbe rivelarsi più costosa in futuro. Le misure strutturali includono un aggravio fiscale attraverso un’addizionale sull’Irap, che passerà dall’attuale 4,65% al 6,65% per gli istituti di credito.
Le dichiarazioni del governo
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso le scelte del governo, affermando che l’impatto fiscale è “accettabile per un comparto come quello italiano”. Queste dichiarazioni sono state rilasciate dopo il suo intervento al G20 di Washington, dove ha sottolineato la solidità del settore bancario italiano, un messaggio confermato anche dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Tuttavia, Giorgetti ha riconosciuto che “a nessuno piace pagare le tasse”, evidenziando il malcontento presente nel settore.
L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha mantenuto aperti i canali di comunicazione con il governo, in particolare con il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Tuttavia, le aspettative di una soluzione concordata sono diminuite, poiché il governo ha bisogno di reperire risorse certe per finanziare settori vitali come la sanità e il sostegno alle famiglie. La presidente del Consiglio ha ringraziato pubblicamente i rappresentanti del comparto bancario, un gesto simbolico che potrebbe influire sui futuri rapporti tra il governo e le banche.
Impatto sulle banche e sul mercato
In aggiunta, i 8 miliardi di euro destinati alle imprese potrebbero rappresentare un vantaggio indiretto per le banche, poiché le aziende italiane si affidano principalmente ai finanziamenti bancari. Tuttavia, le prime stime sull’impatto della manovra indicano che le banche dovranno affrontare un costo significativo. L’aumento dell’Irap e la modifica delle norme relative alla svalutazione delle perdite sui crediti, che saranno ora distribuite su un periodo di 5 o 6 anni anziché in un singolo anno, sollevano preoccupazioni.
Alcuni punti chiave da considerare includono:
- Aumento dell’Irap: L’aliquota passerà dal 4,65% al 6,65%.
- Svalutazione delle perdite sui crediti: Cambierà la modalità di distribuzione su più anni.
- Riduzione della svalutazione degli interessi passivi: Potenziale abbassamento dal 100% attuale a un 96%.
Le reazioni del mercato azionario sono state immediate, con i titoli bancari che hanno registrato cali significativi, influenzati anche dalla generale instabilità dei mercati.
Considerazioni finali
Un aspetto cruciale è il capitale di 6 miliardi di euro previsto dalla legge sugli extraprofitti del 2023. L’intervento della Banca Centrale Europea (Bce) aveva costretto il governo a rivedere la tassa sugli extraprofitti, permettendo alle banche di accantonare capitale. Sebbene questa norma sia facoltativa, le banche dovranno ponderare attentamente la scelta di svincolare le riserve accumulate, tenendo conto anche della loro politica dei dividendi.
Attualmente, gli istituti di credito stanno effettuando calcoli sulla convenienza di tali misure e sull’impatto che avranno sui singoli bilanci. Questo processo richiederà tempo e attenzione, mentre il settore si prepara ad affrontare nuove sfide e incertezze.