La mostra “Confini. Da Gauguin a Hopper” si presenta come un’imponente rassegna espositiva che si svolge nelle sale recentemente restaurate dell’Esedra Levante di Villa Manin a Passariano di Codroipo, un tesoro culturale in provincia di Udine. Aperta fino al 12 aprile 2026, l’esposizione raccoglie 130 opere provenienti da 42 musei di tutto il mondo, unendo capolavori dell’Ottocento e del Novecento sotto il tema centrale del confine. Il curatore Marco Goldin narra con passione l’idea di esplorare i confini, sia interiori che esteriori, che costituisce il cuore pulsante di questa rassegna.
Goldin sottolinea che “Confini” si colloca tra le migliori esposizioni da lui curate, affermando che l’emozione suscitata è di intensità senza pari. La mostra si snoda attraverso diverse sezioni tematiche, iniziando con il confine interiore: autoritratti che catturano l’essenza dell’anima artistica. Qui si possono ammirare opere di artisti come Edvard Munch, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh e Alberto Giacometti, ognuno dei quali ha esplorato l’intimità e le complessità dell’esperienza umana.
Il viaggio nel Novecento
La mostra prosegue con opere di Amedeo Modigliani e Francis Bacon, i cui volti e figure trasmettono un senso di vulnerabilità e intensità. Questa sezione invita il visitatore a riflettere su come gli artisti abbiano affrontato i confini della loro psiche e dell’esistenza. Il viaggio continua con l’esplorazione dell’altrove, richiamando l’esotico, incarnato perfettamente da Gauguin, che ha cercato il suo confine personale nelle terre lontane della Polinesia, lontano dalle convenzioni europee del suo tempo.
La cosmogonia e il cielo
Un’altra sezione della mostra è dedicata al cielo e alla cosmogonia, dove il confine si espande per abbracciare l’universo. Qui, artisti romantici come Caspar David Friedrich e John Constable offrono una visione sublime della natura, mentre la bellezza del cielo viene interpretata da maestri del colore come Mark Rothko, le cui opere evocano una profonda riflessione interiore.
“Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni” è uno degli eventi di punta di GO! 2025&Friends, parte del programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia, Capitale europea della Cultura. La mostra è promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale – Erpac Fvg. La curatela di Goldin, affiancata dall’organizzazione di Erpac Fvg e di Linea d’ombra, ha dato vita a un’esperienza espositiva che abbraccia una vasta gamma di confini: fisici, geografici, culturali e intimi.
Un’esperienza immersiva
Le sale della mostra, con il loro tetto di legno che avvolge il visitatore in un’atmosfera quasi mistica, ospitano opere di straordinaria bellezza, raccontando due secoli di ricerca artistica sul tema dei confini. Si parte da Anselm Kiefer e Mark Rothko, i cui lavori offrono una visione del confine che si fa dilagante, per poi immergersi nella potenza della celebre Onda di Gustave Courbet, un simbolo del movimento e della vastità del mare.
Il primo capitolo della mostra è dedicato al confine interiore, un viaggio emozionante attraverso opere di artisti come Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler e Kirchner. Questa sezione è un inno alla vulnerabilità umana e alla ricerca di identità. Segue un’esplorazione del rapporto tra uomo e natura, con opere che giungono in Italia e in Europa per la prima volta, tra cui i maestri della Hudson River School e il fondamentale Homer, che segna il passaggio tra i due secoli.
Nel Novecento, la rassegna si concentra su figure emblematiche come Edward Hopper e Richard Diebenkorn, per poi tornare in Europa con artisti come Giovanni Segantini, Arnold Böcklin e Henri Matisse. Questi artisti, con le loro opere, ci portano in Eden esotici o più prossimi, creando un dialogo universale che attraversa la storia dell’arte.
La mostra culmina con una sezione dedicata agli elementi naturali, dove quasi 60 opere esplorano i confini delle montagne, dei mari e dei cieli, fino a giungere all’Universo. Artisti come William Turner, Gustave Courbet e Claude Monet offrono una visione sublime della natura, mentre Bonnard, Emil Nolde e Nicolas de Staël contribuiscono a questa vasta esplorazione dei confini visivi e emotivi.
Un’intera sala è dedicata alle famose ninfee di Monet, simbolo di tranquillità e bellezza, mentre la transizione verso i cieli piatti di De Staël sopra la Senna a Parigi conduce il visitatore verso i cieli interiori di Rothko. La mostra invita a una riflessione profonda su ciò che ci separa e ciò che ci unisce, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice atto di osservare l’arte, coinvolgendo il visitatore in un viaggio di scoperta personale e collettiva.