Il 14 ottobre 2025 rappresenta una data tragica per le forze dell’ordine italiane, in particolare per il Comando provinciale dei carabinieri di Verona. In un drammatico incidente, tre carabinieri hanno perso la vita a causa di un’esplosione avvenuta in un casolare a Castel d’Azzano. Per onorare la loro memoria, un cittadino ha deposto tre gigli davanti al comando, un gesto semplice ma profondo che simboleggia il dolore e la gratitudine di una comunità nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per garantire la sicurezza degli altri.
Chi erano i carabinieri morti
Le vittime dell’esplosione sono Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello. Tutti e tre appartenevano a squadre speciali e avevano dedicato la loro vita al servizio della comunità. Ecco un breve profilo di ciascuno di loro:
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Marco Piffari (56 anni) – Luogotenente alla guida della Squadra operativa di supporto del Quarto Battaglione Veneto. Originario di Taranto, si era arruolato nel 1987, accumulando una significativa esperienza nelle operazioni di sicurezza. Era noto per la sua presenza attiva sui social media, dove condivideva riflessioni sul suo lavoro, come quando affermava: «La vita è troppo breve per infarcirla di bugie».
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Valerio Daprà (56 anni) – Brigadiere capo nato a Brescia, si era arruolato nel 1988 e aveva servito nella Radiomobile di Padova. Era un uomo di famiglia, con una compagna e un figlio di 26 anni. La sua dedizione al lavoro e alla famiglia testimoniava il suo spirito altruista.
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Davide Bernardello (36 anni) – Nato a Camposampiero (Padova) e celibe, si era unito alle forze dell’ordine nel 2014 come carabiniere scelto. I suoi colleghi lo ricordano come un giovane brillante e pieno di vita, sempre pronto ad affrontare le sfide quotidiane con determinazione.
Le conseguenze dell’esplosione
L’esplosione ha avuto conseguenze devastanti non solo per le famiglie delle vittime, ma anche per i numerosi feriti. Quindici persone sono rimaste coinvolte nell’incidente, di cui undici carabinieri in codice rosso, trasportati d’urgenza nei quattro ospedali del Veneto. Alcuni di loro versano in condizioni gravi, e si sta facendo il possibile per garantire loro le migliori cure. Tra i feriti, ci sono anche quattro agenti delle unità speciali della Polizia di Stato, che hanno risposto prontamente all’emergenza.
Riflessioni sulla sicurezza delle forze dell’ordine
L’esplosione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulle condizioni di lavoro delle forze dell’ordine, che ogni giorno affrontano situazioni di grande rischio per proteggere i cittadini. La comunità si è stretta attorno alle famiglie delle vittime, esprimendo solidarietà e vicinanza in questo momento di dolore. Le istituzioni, a partire dal Ministero dell’Interno, hanno espresso il loro cordoglio e hanno sottolineato l’importanza del lavoro svolto dai carabinieri, evidenziando che il loro sacrificio non sarà dimenticato.
In un momento così difficile, è fondamentale ricordare l’importanza del sostegno reciproco e della solidarietà tra i cittadini e le forze dell’ordine. Le tre vite spezzate di Piffari, Daprà e Bernardello rappresentano una perdita non solo per le loro famiglie, ma per l’intera nazione, che deve riconoscere il valore e il coraggio di chi serve in divisa. Le cerimonie di commemorazione si susseguiranno nei prossimi giorni, offrendo un momento per riflettere sul sacrificio di questi uomini e sull’impatto che la loro morte avrà sulle comunità che hanno giurato di proteggere.
In conclusione, la tragedia di Castel d’Azzano ci ricorda che dietro ogni divisa ci sono persone, famiglie e storie che meritano di essere onorate. I carabinieri Piffari, Daprà e Bernardello vivranno nei cuori di coloro che li hanno conosciuti e amati, e il loro esempio di dedizione al dovere continuerà a ispirare le generazioni future.