Giulia Schiff è una donna che ha affrontato esperienze estreme, non solo sul campo di battaglia, ma anche all’interno di un ambiente militare che si è rivelato tossico e opprimente. Recentemente, Schiff ha assistito all’assoluzione dei suoi ex colleghi coinvolti nel controverso episodio noto come “battesimo del volo”, un rituale che ha suscitato indignazione e dibattito all’interno delle forze armate. In un’intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: “Sono delusa ma non provata”, evidenziando la sua resilienza nonostante la lentezza della giustizia.
la controversia del battesimo del volo
Il processo che ha coinvolto Schiff ha riguardato eventi accaduti nel 2018, culminando con la sua espulsione dall’Aeronautica per “inettitudine militare”. Una decisione che lei contesta fermamente, sostenendo che la sua espulsione rappresenti una mancanza di riconoscimento del suo valore come militare. Schiff ha ricevuto quattro medaglie durante il suo servizio in Ucraina, tra cui:
- Medaglia per aver lavorato in zone rosse
- Medaglia per il coraggio e l’onore
- Medaglia per il servizio al popolo ucraino
- Medaglia per aver rischiato la vita per salvare altri
Questi riconoscimenti testimoniano il suo impegno e la dedizione al servizio.
la battaglia personale di giulia schiff
La questione del “battesimo del volo” ha sollevato interrogativi non solo sulla cultura militare, ma anche sul trattamento delle donne in ambienti prevalentemente maschili. Schiff ha paragonato la sua esperienza a quella di una donna vittima di violenza sessuale, costretta a giustificare le proprie scelte. “Durante il processo ho avuto la brutta sensazione di dover essere io a difendermi, più che loro”, ha affermato, denunciando l’omertà e la mancanza di supporto da parte dei suoi ex colleghi.
Nonostante le difficoltà legali, Schiff ha anche una vita personale da affrontare. È madre di Nathan Loris e moglie di Victor, un soldato ucraino. “Amo profondamente questo bimbo, bello buono e discolo, e amo mio marito Victor, un uomo speciale che mi difenderebbe con la vita”, ha dichiarato, sottolineando come la sua famiglia rappresenti una fonte di sostegno e motivazione.
un futuro di cambiamento
In un’ottica di cambiamento, Schiff ha annunciato che a breve lascerà l’Italia per raggiungere il marito in Israele, dove Victor lavora attualmente. “Andrò in Israele, Victor mi aspetta. Abitiamo a 15 chilometri da Gaza”, ha affermato, mostrando come la sua vita sia in continua evoluzione. Questo trasferimento rappresenta per lei una possibilità di ricominciare e costruire una vita migliore, lontana dalle ombre del passato.
La storia di Giulia Schiff è un simbolo di resilienza e forza. La sua esperienza mette in luce non solo le ingiustizie subite, ma anche la determinazione di una donna pronta a lottare per la verità e per le vittime di abusi in ogni contesto. La sua voce rappresenta un appello alla società affinché si faccia un passo avanti nella lotta contro la violenza e l’omertà, garantendo supporto e giustizia a chi denuncia.