L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, ha suscitato un dibattito che dura da anni, non solo per la brutalità del crimine, ma anche per i risvolti giudiziari che ne sono seguiti. Tra i dettagli inquietanti emersi dall’indagine del 2017, spicca la scomparsa delle intercettazioni relative all’auto di Andrea Sempio, un soggetto chiave nelle indagini. Queste intercettazioni avrebbero potuto rivelare informazioni cruciali, ma sembrano essere svanite nel nulla, alimentando dubbi e sospetti su un possibile insabbiamento.
il fascicolo 8283/2016 e la richiesta di intercettazione
Il fascicolo 8283/2016, consultato da Repubblica, evidenzia un “buco” nell’indagine che ha colpito gli inquirenti. Il 1° febbraio 2017, il magistrato Mario Venditti e la pm Alessandra Pezzino avevano richiesto di intercettare la Fiat Panda, intestata a Ivana Sempio, zia di Andrea, insieme alla Suzuki Sx4 e a otto utenze telefoniche. Il gip Fabio Lambertucci, riconoscendo l’importanza di questo atto, firmò il decreto per l’intercettazione il giorno seguente, il 2 febbraio.
Le intercettazioni avrebbero dovuto essere delegate ai carabinieri e alla Esitel, la società incaricata di eseguire i controlli. Tuttavia, i dettagli relativi alla Fiat Panda sono scomparsi dai verbali. Il maresciallo Giuseppe Spoto, insieme a un tecnico della Esitel, eseguì l’intercettazione sulla Suzuki, ma non ci sono tracce della Panda. Questo solleva interrogativi inquietanti:
- Che fine ha fatto l’auto?
- Perché non ci sono documenti che attestino l’intercettazione o la sua disinstallazione?
le dichiarazioni di andrea sempion e la cessazione delle intercettazioni
Andrea Sempio, parlando con i genitori, aveva chiarito che avrebbe utilizzato la Fiat Panda, poiché l’altra auto gli causava dolore al ginocchio. La comunicazione di cessazione delle intercettazioni, firmata da Venditti e Pezzino, è priva di data, aumentando ulteriormente il mistero. Un’email inviata dal maresciallo Spoto alla Esitel il 16 febbraio parla di un “servizio non mai eseguito”, gettando un’ombra lunga sulla gestione delle intercettazioni.
L’informativa finale di Silvio Sapone, oggi indagato, conferma che il decreto relativo alla Panda fu dapprima revocato, senza spiegazioni chiare. Al contrario, le registrazioni della Suzuki continuarono fino al 22 febbraio 2017, rivelando un clima di tensione e paura all’interno della famiglia Sempio. Giuseppe Sempio, il padre di Andrea, esprimeva preoccupazione per la possibilità che suo figlio potesse rimanere coinvolto in un nuovo capitolo dell’indagine, temendo ripercussioni legali.
le implicazioni economiche e il contesto dell’indagine
L’aspetto economico non è da sottovalutare: Andrea Sempio ha dichiarato di dover affrontare spese notevoli, stimando che sarebbero necessari 70-80 mila euro per affrontare eventuali costi legali. Tuttavia, sembra che il giovane fosse più preoccupato per la reputazione della sua famiglia e per la possibilità di ottenere una “vittoria morale” contro quelli che considerava “quella gente di merda”, insinuando che ci fosse un sistema corrotto da smascherare.
Il 26 settembre 2017, l’ex carabiniere Giuseppe Spoto è stato ascoltato come testimone nell’inchiesta bresciana riguardante l’ex procuratore Venditti. Spoto ha confermato che le intercettazioni erano state richieste con urgenza, suggerendo che vi fosse una pressione significativa per ottenere risultati rapidi nell’indagine. La questione delle intercettazioni non eseguite rimane centrale, in quanto potrebbe aver influito sulla direzione successiva delle indagini.
Nel frattempo, l’indagine a carico di Mario Venditti per corruzione e peculato continua a svilupparsi. Si parla di un giro di affari di 750 mila euro, coinvolgendo decine di auto noleggiate a tariffe gonfiate dalla Cr Service. I titolari di questa azienda sono anche i proprietari della Esitel, la società che si occupava delle intercettazioni. La situazione si complica ulteriormente con il coinvolgimento del ristorante stellato Lino, di cui sono proprietari i fratelli D’Arena, creando una rete di conflitti di interesse che solleva interrogativi sulla trasparenza dell’intera indagine.
In questo contesto, le intercettazioni scomparse di Andrea Sempio rappresentano non solo un mistero da risolvere, ma anche un simbolo delle criticità che affliggono il sistema giudiziario italiano. La gestione delle prove può influenzare in modo decisivo l’esito di un caso. La mancanza di chiarezza e la presenza di ombre nel processo investigativo alimentano un clima di sfiducia tra i cittadini e le istituzioni, rendendo ancora più urgente la necessità di una riforma profonda del sistema giuridico e delle procedure investigative in Italia.