“La sicurezza e la pace non si costruiscono con le armi, ma con il lavoro, i diritti, la sanità e la scuola”. Queste parole, pronunciate dal segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, risuonano forti e chiare nel contesto attuale di conflitti e crisi economiche. L’intervento di Landini, avvenuto oggi ad Assisi durante il convegno “Il lavoro marcia verso la pace”, precede la tradizionale Marcia PerugiAssisi, un appuntamento annuale che riunisce migliaia di persone per affermare il valore della pace e della giustizia sociale.
la critica al governo e l’importanza della giustizia sociale
Landini ha utilizzato questa piattaforma per lanciare una critica aspra al governo di Giorgia Meloni, evidenziando come la legge di bilancio preveda un aumento delle spese militari a discapito di investimenti in settori fondamentali come:
- Sanità
- Istruzione
- Giustizia sociale
“Non è il momento di investire nel riarmo, ma nella giustizia sociale”, ha affermato Landini, sottolineando l’assurdità di una spesa pubblica sempre più orientata verso il settore militare in un periodo in cui la popolazione italiana è alle prese con un’inflazione crescente e difficoltà economiche sempre più pressanti.
la guerra e le sue conseguenze sui lavoratori
Le sue parole non sono casuali. In un’epoca in cui la guerra in Ucraina continua a influenzare profondamente gli equilibri geopolitici e le economie locali, Landini ha voluto porre l’accento su un dato fondamentale: “La guerra la pagano sempre i lavoratori, le famiglie, le persone comuni”. Questi ultimi, spesso dimenticati nei dibattiti politici, sono coloro che devono affrontare quotidianamente le conseguenze di conflitti e spese militari, che si traducono in bollette più alte, salari stagnanti e un futuro incerto.
Landini ha richiamato l’attenzione sulla necessità di combattere per la pace non solo come un ideale astratto, ma anche come un obiettivo concreto e tangibile che deve tradursi in politiche attive per il lavoro e per una società più giusta. “Lottare per la pace significa anche lottare per il lavoro, per lo Stato sociale e per la democrazia”, ha affermato, sottolineando l’importanza di costruire una società in cui i diritti di tutti siano garantiti e rispettati.
la mobilitazione per un futuro migliore
La manifestazione di domani, dove la CGIL sarà in piazza, rappresenta un momento significativo di mobilitazione. “Siamo pronti a scendere in piazza per dire con forza no al riarmo e sì a un modello di società fondato sul lavoro e sulla persona, non sul profitto e sulla guerra”, ha dichiarato Landini, invitando tutti i cittadini a unirsi a questa lotta per un futuro migliore. La marcia non è solo un evento simbolico, ma un vero e proprio atto di resistenza contro le politiche di austerità e militarizzazione che caratterizzano il panorama politico attuale.
In un contesto internazionale dove i conflitti si moltiplicano e le spese per la difesa aumentano, la visione di Landini è quella di una società in cui il lavoro dignitoso e la giustizia sociale siano al centro delle politiche pubbliche. La lotta per i diritti dei lavoratori, per un’istruzione di qualità, per un sistema sanitario accessibile e per un welfare che protegga le fasce più vulnerabili della popolazione è, secondo Landini, la vera strada verso la pace.
Non possiamo ignorare che la questione della pace è strettamente legata all’economia e al lavoro. Negli ultimi anni, la crisi economica ha portato a un aumento delle disuguaglianze e ha colpito duramente i lavoratori, specialmente nei settori più fragili. È fondamentale, quindi, che i sindacati e i movimenti per i diritti civili si uniscano per chiedere un cambio di rotta, una riforma delle politiche economiche che ponga al centro l’uomo e non il profitto.
Landini ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di una risposta collettiva alle sfide sociali e ambientali che stiamo affrontando. La crisi climatica, ad esempio, richiede un impegno serio nel creare posti di lavoro sostenibili e nel promuovere un’economia verde che rispetti il pianeta. La pace, dunque, non può essere vista solo come l’assenza di guerra, ma deve comprendere anche il diritto a un lavoro dignitoso e a un ambiente sano.
Il convegno di Assisi e la Marcia PerugiAssisi sono, quindi, più di semplici eventi commemorativi: sono un richiamo all’azione, un invito a tutti a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro più giusto e pacifico, dove il lavoro e i diritti siano al centro dell’agenda politica. La mobilitazione di domani rappresenta un momento cruciale nel percorso verso una società in cui i diritti di tutti siano rispettati e dove la pace possa finalmente essere una realtà concreta e non solo un ideale lontano.