Richard Gere, l’iconico attore e attivista, ha recentemente espresso le sue preoccupazioni riguardo alla leadership globale, puntando il dito contro figure come Benjamin Netanyahu e Donald Trump. Durante un’intervista con l’ANSA, Gere ha dichiarato che la situazione attuale a Gaza “non sarebbe mai dovuta accadere” e ha messo in discussione la responsabilità dei leader politici contemporanei. Secondo l’attore, “leader come Netanyahu o Trump non dovrebbero esserci, perché non sono persone responsabili e lungimiranti”. Ha descritto questi leader come “avidi, potenti e ricchi”, sottolineando che un mondo pacifico, gentile e sicuro per le generazioni future richiede un cambiamento radicale nella nostra scelta di leadership.
Queste affermazioni giungono in un momento in cui le tensioni internazionali sono alle stelle e la necessità di una leadership etica e responsabile è più urgente che mai. Gere ha sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per evitare che figure simili vengano nuovamente elette. La sua critica non si limita solo alla politica, ma si estende anche alla necessità di una trasformazione sociale e culturale che promuova valori di pace e comprensione reciproca.
il messaggio del dalai lama
In questo contesto, Gere ha parlato del suo recente lavoro come produttore esecutivo del documentario “Dalai Lama – La saggezza della felicità”, diretto da Barbara Miller, Philip Delaquis e Manuel Bauer. Il film, distribuito da Wanted Cinema, è stato presentato in un’uscita evento dal 6 all’8 ottobre e offre una prospettiva unica sulla vita e gli insegnamenti del 14° Dalai Lama. Il Dalai Lama, che ha compiuto 90 anni a luglio, è un premio Nobel per la pace e una figura di riferimento per milioni di persone nel mondo grazie al suo messaggio di compassione e tolleranza.
Nel documentario, il Dalai Lama si rivolge direttamente agli spettatori, affermando che “ogni essere senziente vuole la pace e la felicità”. Tuttavia, avverte che il 21° secolo non sarà facile, a causa di sentimenti come rabbia, paura e odio che permeano la società. “Il nostro mondo ha bisogno di conoscere le nostre emozioni e come affrontarle”, afferma, sottolineando l’importanza della consapevolezza emotiva. Gere ha evidenziato come il film non solo celebri il compleanno del Dalai Lama, ma si presenti come una “medicina per il mondo”, fornendo strumenti per affrontare le sfide attuali.
responsabilità personale e cambiamento
Un aspetto centrale del messaggio del Dalai Lama, come sottolineato da Gere, è l’importanza della responsabilità personale. Il Dalai Lama afferma che “la preghiera è meravigliosa, ma non cambierà il mondo. Devi fare qualcosa per cambiarlo”. Questo richiamo all’azione è un invito a ciascuno di noi a diventare agenti di cambiamento e a creare le condizioni per un mondo migliore. “Tutto è causa ed effetto. Devi creare la causa del mondo che desideri”, spiega Gere, evidenziando che il cambiamento inizia da noi stessi.
Richard Gere, che pratica il buddismo, ha riflettuto sulla sua prima esperienza con il Dalai Lama nel 1982. “Quando leggi di figure come Gesù, Buddha, Maometto, Gandhi, Martin Luther King o lo stesso Dalai Lama, puoi essere profondamente toccato. Ma è diverso trascorrere del tempo con una persona straordinaria”, ha commentato Gere. La presenza del Dalai Lama, con la sua profondità di saggezza e gentilezza, ha avuto un impatto duraturo su di lui, portandolo a riflettere sulla possibilità di trasformazione personale e collettiva.
il potere della gentilezza
Gere ha anche fatto riferimento alle divisioni e alle difficoltà del mondo moderno, sottolineando che per superarle è necessario “entrare in contatto con le cose positive” che risiedono dentro di noi, come gentilezza, amore e compassione. La visione ottimistica del Dalai Lama, secondo Gere, implica che anche “i cattivi vengano salvati” e che la redenzione sia un obiettivo raggiungibile, purché ci sia un impegno autentico verso il cambiamento.
L’attore ha esortato tutti a riflettere su come le emozioni negative influenzano il nostro comportamento e le nostre relazioni. Ha affermato che “il 90% della negatività è una proiezione mentale” e che attraverso la meditazione e la consapevolezza possiamo sviluppare compassione e apertura verso gli altri. Questo messaggio è particolarmente rilevante in un mondo in cui le divisioni politiche, etniche e religiose sono sempre più accentuate.
In sintesi, Richard Gere sta lanciando un appello urgente per una leadership più responsabile e una maggiore consapevolezza personale. Il suo coinvolgimento nel documentario sul Dalai Lama è un riflesso della sua convinzione che la saggezza e la compassione siano fondamentali per affrontare le sfide del nostro tempo. La sua voce, unita a quella del Dalai Lama, offre una guida preziosa per tutti coloro che aspirano a costruire un futuro migliore, non solo per noi stessi, ma anche per le generazioni a venire.