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Roberta Bruzzone e il processo per stalking: il medico accusato si difende e teme per la sua incolumità

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Roberta Bruzzone e il processo per stalking: il medico accusato si difende e teme per la sua incolumità
Roberta Bruzzone e il processo per stalking: il medico accusato si difende e teme per la sua incolumità
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La vicenda che coinvolge Roberta Bruzzone, nota criminologa e psicologa forense, e il medico Mirko Avesani, neurologo di 51 anni, si fa sempre più complessa. Avesani, attualmente in servizio presso l’Ospedale Civile di Mantova, si trova ad affrontare un processo per stalking nei confronti della Bruzzone, ma si dichiara vittima piuttosto che carnefice. Intervistato dal Corriere del Veneto, il medico ha raccontato la sua versione dei fatti, respingendo con fermezza tutte le accuse a suo carico.

Le accuse e la difesa di Avesani

Avesani ha dichiarato di sentirsi perseguitato e di aver subito attacchi non solo da parte della Bruzzone, ma anche tramite social media, dove tre diversi account hanno cominciato a scrivere sul suo profilo, insultando sia lui che la criminologa. «Non c’entro niente, anzi li ho denunciati», ha affermato. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensioni e controversie che hanno caratterizzato la sua interazione con la Bruzzone negli ultimi anni.

Nonostante la sua posizione di medico rispettato, Avesani porta con sé un passato di controversie legali. Due anni fa, infatti, è stato condannato a nove mesi di pena sospesa per diffamazione nei confronti della Bruzzone, con una provvisionale di 15.000 euro a favore della criminologa. Tuttavia, Avesani sembra non aver appreso la lezione, continuando a esprimere opinioni forti e talvolta offensive nei confronti della professionista.

Il clima di tensione e le minacce

Il comportamento di Avesani ha portato a una serie di esposti e minacce sui social media, culminando in un caso che ha attirato l’attenzione degli organi di giustizia. Durante il primo processo a Verona, Avesani ha inviato un esposto via PEC a ben 18 destinatari, tra cui due pubblici ministeri e il giudice che lo stava processando. In quel documento, secondo il capo d’imputazione, il neurologo avrebbe denigrato la Bruzzone attribuendole condotte manipolatorie e razziste, definendola addirittura «bugiarda, incompetente e delinquente». Le sue affermazioni hanno sollevato un vero e proprio polverone, tanto che l’esposto è arrivato anche alle redazioni di Rai, dove la Bruzzone è frequentemente ospite in programmi dedicati alla cronaca nera.

La preoccupazione di Bruzzone

L’avvocata di Bruzzone, Serena Gasperini, ha descritto la situazione attuale della sua assistita come estremamente pericolosa. «Bruzzone ha paura di Avesani e si preoccupa per la sua sicurezza, specialmente considerando il fatto che si tratta di un medico che lavora negli ospedali pubblici», ha dichiarato. La criminologa teme addirittura un attacco con l’acido, un timore che si è intensificato dopo che Avesani, in aula a Verona, ha iniziato a urlare mentre lei parlava, dimostrando un comportamento aggressivo e incontrollato. Secondo Gasperini, gli attacchi del medico sono durati anni e sono cessati solo con l’avvio del processo per stalking nel 2023.

Avesani, dal canto suo, non si arrende e ribatte: «Io mi sono sempre difeso. Bruzzone ha avviato contro di me una serie di esposti e io ho dovuto reagire. Da quando sono stato citato a giudizio, ho sofferto di forti emicranie e ho ricevuto minacce». Il neurologo ha anche cercato di giustificare le sue affermazioni aggressive, sostenendo che non si possa parlare di stalking, ma piuttosto di una controversia mediatica.

Prospettive future del processo

Il suo avvocato, Stefano Perusi, ha preso le difese del suo assistito, affermando che non ci sono mai state aggressioni fisiche o verbali che possano giustificare le accuse di stalking. «I toni a volte sono stati accesi, ma saranno i tribunali a decidere se le espressioni usate dal mio assistito possano considerarsi diffamatorie», ha dichiarato, evidenziando la necessità di contestualizzare le affermazioni nel loro vero significato.

La situazione continua a evolversi, e il processo riprenderà nella prossima primavera presso il tribunale di Roma, dove saranno ascoltati alcuni testimoni della pubblica accusa. Questo caso non è solo una questione legale, ma ha anche forti connotazioni mediatiche, dato il profilo pubblico di entrambi i protagonisti. Bruzzone, infatti, è una figura molto conosciuta in Italia, avendo partecipato a numerosi programmi televisivi e avendo una carriera consolidata nel campo della criminologia.

Mentre il processo si avvicina, la tensione tra i due continua a crescere, e il pubblico attende con interesse gli sviluppi di questa complessa vicenda legale che ha già sollevato molte polemiche e dibattiti sulla responsabilità e la libertà di espressione nel contesto delle interazioni professionali.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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