A un anno esatto dall’uscita del film “Desert Suite”, presentato in anteprima mondiale alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori nel 2024, il regista Fabrizio Ferrero torna a Venezia per dare il via alle riprese del suo nuovo progetto cinematografico, “Morte a Venezia”. Questa pellicola si presenta come un’opera audace e riflessiva, liberamente ispirata al celebre racconto “La morte a Venezia” di Thomas Mann, un testo che quest’anno celebra il centocinquantesimo anniversario della nascita dell’autore e il settantesimo della sua scomparsa. I fan della letteratura e del cinema possono quindi aspettarsi un’opera che non solo omaggia il grande scrittore tedesco, ma che riflette anche sulle attuali fragilità del nostro tempo.
La produzione è realizzata dalla Boudu in collaborazione con la società spagnola Eddie Saeta, del noto produttore Luis Miñarro, e con il supporto di Rai Cinema. Questo mix di talenti internazionali promette di arricchire il film con una visione multiculturale, essenziale per un’opera che si propone di esplorare temi universali come la bellezza, la decadenza e la ricerca dell’identità.
Il protagonista e la sua interpretazione
Il protagonista di “Morte a Venezia” è il regista svizzero-messicano Pablo Sigg, un nome che sta guadagnando sempre più attenzione nel panorama cinematografico. Sigg porta con sé una sensibilità unica, frutto della sua esperienza tra culture diverse, e sarà interessante vedere come interpreterà il complesso ruolo che gli è stato assegnato. La scelta di un attore con una formazione internazionale come Sigg potrebbe anche essere vista come un tentativo di rendere il film accessibile a un pubblico globale, un aspetto cruciale per le produzioni contemporanee.
Le location delle riprese
Le riprese del film inizieranno nelle incantevoli location di Venezia, dove il paesaggio lagunare diventa non solo un semplice sfondo, ma un vero e proprio protagonista della narrazione. Il Comune di Venezia e la Città Metropolitana hanno conferito il loro patrocinio al progetto, sottolineando l’importanza culturale del film per la città e per la sua storia artistica. Le prime due settimane di riprese si svolgeranno in diverse aree iconiche della città, che si prestano perfettamente a evocare l’atmosfera malinconica e decadente del racconto di Mann.
Dopo il soggiorno veneziano, le riprese si sposteranno a Napoli, un’altra città ricca di storia e di emozioni, che si appresta a diventare parte integrante della narrazione. Napoli, con il suo contrasto tra bellezza e degrado, rappresenta un elemento chiave che Ferrero intende esplorare, riflettendo sul tema della vita e della morte, della rinascita e della caducità, in perfetta sintonia con le tematiche manniane.
Riflessioni sul tema della vita e della morte
Fabrizio Ferrero ha dichiarato di voler utilizzare il testo di Mann come una sorta di bussola per orientarsi in un’epoca caratterizzata da crisi e incertezze. “È proprio questo diffuso senso della fine presente nell’opera di Mann che evoca la sua attuale urgenza,” ha affermato il regista. “Tutto sembra crollare mentre qualcosa rinasce. Ogni fine traccia anche il suo nuovo inizio.” Questa riflessione sull’inevitabile ciclo di vita e morte costituisce il fulcro del film, un messaggio che risuona particolarmente forte in un tempo di cambiamenti radicali e imprevedibili.
L’uscita di “Morte a Venezia” è prevista per l’autunno del 2026, ma già ora il film suscita grande attesa tra gli appassionati di cinema e letteratura. La combinazione di un testo classico e un’interpretazione contemporanea potrebbe portare a una nuova visione dell’opera di Mann, rendendola accessibile e rilevante per le nuove generazioni.
Il progetto di Ferrero rappresenta anche un’opportunità per riflettere su come il cinema possa fungere da specchio della società, affrontando questioni esistenziali e culturali attraverso la narrazione visiva. I film che traggono ispirazione dalla letteratura hanno sempre avuto un posto speciale nel cuore del pubblico, e “Morte a Venezia” si propone di continuare questa tradizione, combinando la profondità del testo originale con una regia moderna e innovativa.
In un’epoca in cui il cinema è in continua evoluzione, la scelta di rivisitare un classico come “La morte a Venezia” da parte di Fabrizio Ferrero è una sfida coraggiosa ma necessaria. Con un occhio attento alle dinamiche attuali e una sensibilità artistica raffinata, il regista ha tutte le carte in regola per realizzare un’opera che non solo intrattiene, ma invita anche alla riflessione profonda. Le attese sono alte, e Venezia, con la sua magia e il suo mistero, è pronta a diventare il palcoscenico di una nuova storia che si intreccia con la grande tradizione letteraria europea.