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L’appello della compagna: Michele D’Angelo, un professore in difficoltà dopo due mesi di detenzione in Albania

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L'appello della compagna: Michele D'Angelo, un professore in difficoltà dopo due mesi di detenzione in Albania
L'appello della compagna: Michele D'Angelo, un professore in difficoltà dopo due mesi di detenzione in Albania
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La vicenda di Michele D’Angelo, professore di Biologia all’Università dell’Aquila, ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale. Da quasi due mesi, Michele si trova in carcere a Fier, in Albania, dopo un tragico incidente stradale che ha portato alla morte di un ragazzo di 16 anni. La sua compagna, Vanessa Castelli, ha lanciato un appello per denunciare le difficili condizioni in cui vive Michele, evidenziando il forte impatto psicologico della detenzione su di lui.

Vanessa ha spiegato che Michele si sente profondamente solo e isolato. “È psicologicamente molto provato. È lontano da casa, in un contesto che non conosce, con una lingua che non parla”, ha affermato. Nonostante cerchi rifugio nei libri per mantenere la lucidità, la solitudine e l’incertezza lo stanno logorando giorno dopo giorno.

L’incidente e le accuse

L’incidente fatale è avvenuto la sera dell’8 agosto mentre Michele e Vanessa si recavano a un matrimonio. Secondo la ricostruzione, Michele stava svoltando lentamente con la freccia accesa quando un’auto, un Mercedes Benz bianco, è sopraggiunta a grande velocità, causando una collisione. Dopo l’incidente, la coppia ha cercato aiuto, ma nessuno si è fermato e le forze dell’ordine non sono arrivate in tempo. Michele è stato arrestato dopo essersi presentato spontaneamente al commissariato di Valona.

La situazione si complica ulteriormente poiché Michele è accusato di violazione del codice stradale, un’accusa che, secondo i familiari, dovrebbe comportare solo una sanzione amministrativa. Questo ha sollevato interrogativi sulla giustizia e sull’equità del processo a cui è sottoposto, considerando che si trova in un paese straniero con un sistema legale diverso.

L’appello alle istituzioni italiane

In un’intervista al quotidiano Repubblica, Vanessa ha lanciato un appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e alle istituzioni italiane affinché si attivino per garantire a Michele un trattamento equo. “Mi rivolgo nuovamente con fiducia alla Presidente del Consiglio, alla quale ho già scritto una lettera, affinché si attivino con determinazione per garantire che Michele possa affrontare questa situazione con dignità, serenità e giustizia”, ha dichiarato.

Vanessa ha sottolineato i solidi rapporti tra Italia e Albania, esortando le autorità a considerare la possibilità di trasferire il procedimento in Italia. Questo trasferimento sarebbe fondamentale per garantire a Michele un supporto morale e psicologico in un momento così difficile.

La reazione della comunità

La vicenda di Michele D’Angelo ha suscitato un’ondata di solidarietà tra colleghi, studenti e membri della comunità accademica. Molti hanno espresso il loro sostegno attraverso lettere e manifestazioni, chiedendo una risposta tempestiva da parte delle autorità italiane. La preoccupazione per la sua salute mentale è palpabile, e molti si stanno unendo per chiedere un intervento diplomatico che possa portare a una risoluzione della situazione.

Vanessa ha riferito che la coppia ha mantenuto contatti con la Farnesina, il consolato e l’ambasciata albanese, ma ha anche evidenziato come sulla vicenda sia calato un silenzio preoccupante. “Non è facile far emergere la complessità di una situazione così delicata”, ha dichiarato. La sua speranza è che la diplomazia possa garantire a Michele un trattamento equo, permettendo di far emergere la verità con chiarezza.

La storia di Michele D’Angelo è un richiamo urgente a riflettere sulla dignità e sui diritti umani, anche in contesti legali complessi. La speranza è che le autorità italiane e albanesi possano lavorare insieme per garantire una risoluzione giusta e umana per tutti coloro coinvolti.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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