Il Premio Solinas ha celebrato il suo 40° anniversario, trasformando La Maddalena in una vera e propria capitale della scrittura cinematografica italiana. Questa edizione speciale, che si è svolta tra il 25 e il 29 settembre 2023, ha visto l’isola diventare un laboratorio creativo a cielo aperto, un luogo di incontro e confronto tra sceneggiatori emergenti, produttori, registi e critici. L’obiettivo è stato chiaro: innovare il panorama dell’audiovisivo e riaffermare la centralità degli autori nel processo creativo.
Bambolina: una storia disturbante
Tra i vincitori di quest’anno spicca “Bambolina” (titolo originale “Itaca”) di Daniela Mitta e Vittorio Antonacci, che ha conquistato il premio Franco Solinas per il miglior soggetto. Questo lavoro racconta una storia disturbante di una famiglia apparentemente normale che, durante una vacanza, perde di vista la figlia adolescente, affrontando il tema della minimizzazione e dell’ineffabilità del dolore. Un racconto che tocca corde profonde, rendendo evidente come la vita possa prendere direzioni inaspettate e tragiche.
Non solo “Bambolina” ha attirato l’attenzione:
1. “Il Padrone” di Antonio Abbate e Michele Stefanile, un film di body horror.
2. “Ombre” (titolo originale “Duhu”) di Marco Panichella, che ha ricevuto menzioni speciali.
La varietà dei soggetti presentati dimostra l’eterogeneità e la vitalità del panorama cinematografico italiano.
Vita Interrotta e la genealogia della rabbia
Un’altra opera che ha colpito la giuria è “Vita Interrotta” (titolo originale “Il tempo sospeso”) di Lorenzo Spinelli, che ha vinto il Premio Solinas Documentario per il cinema. Questo lavoro presenta una genealogia della rabbia, partendo dalla figura del nonno partigiano nella guerra civile spagnola fino a giungere al fratello attualmente in carcere per i violenti scontri degli Indignados a Piazza San Giovanni nel 2011. Un racconto potente che interroga le radici della protesta e della lotta per i diritti civili in un contesto contemporaneo.
In un’altra sezione, la borsa di sviluppo intitolata a Valentina Pedicini è stata assegnata a “Blue Girl” di Marta Pasqualini, un’opera che promette di esplorare tematiche complesse e attuali. Menzione speciale è andata a “Casa Dolce Casa” di Cécile Khindria e Vittorio Moroni, un documentario che si addentra nella vita quotidiana di un insediamento rom a Nantes, ponendo l’accento su questioni di integrazione e identità.
Partners in crime: un approccio innovativo
Un altro momento significativo di questa edizione è stata l’assegnazione del premio Solinas Experimenta Serie 2025, in collaborazione con Rai Fiction, che è andato a “Partners in Crime” di Marta Sanseverino, Diletta Dan ed Elisa Carriero. Questa serie rappresenta una fusione di due generi, il true crime e la rom-com, un approccio innovativo che riflette la volontà di sperimentare e rinnovare il linguaggio narrativo. A “Monellissima, le dimensioni non contano” (titolo originale “Mignòn”) di Giorgia Conigliaro, Giallorenzo Di Matteo e Edoardo Melchioretto è andata una menzione speciale, confermando l’attenzione del premio per le nuove voci e le idee fresche.
Il Premio Solinas si è distinto anche per la presenza di ospiti d’eccezione. Tra i giurati, molti dei migliori sceneggiatori italiani hanno partecipato attivamente, contribuendo al dibattito. Peppe Servillo, insieme a Pilar e al chitarrista Califano, ha emozionato il pubblico con il concerto “Per far sentire le parole – Omaggio a De André”, un momento che ha unito musica e cinema in un abbraccio culturale profondo.
La riflessione centrale di quest’edizione è stata animata dal convegno “Scrivere nella bufera. Le storie hanno ancora il potere di colpire al cuore?”. Questo incontro ha visto la partecipazione di oltre 160 professionisti del settore e dei 70 membri delle giurie, creando un ambiente di scambio e crescita. Annamaria Granatello, Presidente e Direttrice del Premio Solinas, ha sottolineato l’importanza di riscoprire il piacere della “chiacchiera costruttiva e propositiva”, cercando di costruire un dialogo autentico tra autori e produttori, lontano da lamentele e tecnicismi.
Ad arricchire il programma, sono state proiettate tre pellicole iconiche “nate” al Solinas, come “L’Uomo in Più” di Paolo Sorrentino, “I Cento Passi” di Claudio Fava, Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana, e “Vito e gli Altri” di Antonio Capuano. Inoltre, il nuovo film di Antonio Capuano, “L’isola di Andrea”, con Vinicio Marchioni, Teresa Saponangelo e il giovane Andrea Migliucci, è stato presentato nelle sale dal 2 ottobre. Infine, è stato mostrato “Il sogno dei pastori” del maddalenino Tomaso Mannoni, un’opera che rappresenta un’importante voce della nostra contemporaneità.
Il Premio Solinas si conferma, dunque, come un evento cruciale per la promozione della scrittura cinematografica in Italia, un palcoscenico dove le nuove generazioni di autori possono esprimere la loro creatività e visione del mondo.