Il cinema italiano si arricchisce di un nuovo capitolo significativo con l’uscita di “Tre Ciotole”, un’opera che non solo racconta una storia d’amore in crisi, ma rende anche omaggio a Michela Murgia, la talentuosa scrittrice sarda scomparsa il 10 agosto 2023. Questo film, diretto dalla regista spagnola Isabel Coixet, è tratto dall’ultimo romanzo omonimo dell’autrice, pubblicato da Mondadori. Murgia, nota per la sua prosa incisiva e la sua capacità di esplorare le complessità dell’esistenza umana, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura contemporanea, e “Tre Ciotole” si inserisce perfettamente nel suo lascito.
La trama di “Tre Ciotole”
La pellicola si concentra sulla vita di Marta e Antonio, interpretati magistralmente da Alba Rohrwacher ed Elio Germano. Marta è un’insegnante di educazione fisica, mentre Antonio è un giovane chef con un futuro promettente. La loro relazione è segnata da una crisi profonda, che si manifesta in un silenzio carico di tensione e incomprensione. Nonostante sia stato Antonio a interrompere la loro storia, è evidente che la sua mente è ancora intrisa di ricordi di Marta, creando un contrasto emotivo che si fa sempre più palpabile.
Quando Marta inizia a sentirsi poco bene e si accorge che la sua mancanza di appetito è legata a problemi di salute piuttosto che al dolore della separazione, la sua vita prende una piega inaspettata. Questo elemento introduce una dimensione diversa alla narrazione, poiché la protagonista deve confrontarsi non solo con la sua vita affettiva, ma anche con questioni di salute che richiedono attenzione e introspezione. In questo modo, il film esplora non solo le dinamiche interpersonali, ma anche il tema della vulnerabilità umana.
Riflessioni sul film
Elio Germano, parlando del film, ha sottolineato come la trama affronti la distrazione dell’essere umano e la malattia, elementi che riecheggiano la vita e le esperienze di Murgia. Ha dichiarato: “Siamo tutti dispersi in cose a cui diamo tanta importanza e in continua competizione per avere dei sottoposti, potere e non si fa altro che passare la propria vita a proteggere le mura a protezione delle nostre cose”. Questo aspetto centrale della storia evidenzia la fragilità dell’esistenza e il modo in cui spesso ci dimentichiamo dell’inevitabile.
Alba Rohrwacher, interrogata sulla possibile “religione” di Michela Murgia, ha risposto con delicatezza: “Non siamo certo affiliati alla sua religione. Abbiamo solo cercato con rispetto e amore di ritrovarla in questa storia e in questi personaggi”. Questa affermazione mette in luce l’approccio rispettoso e attento che il cast e la regista hanno adottato nei confronti della figura di Murgia, cercando di onorare la sua eredità attraverso una narrazione sensibile e profonda.
La regia di Isabel Coixet
La regia di Isabel Coixet, nota per il suo stile evocativo e per la capacità di esplorare le emozioni umane, si sposa perfettamente con il materiale di partenza. Coixet, che ha già ricevuto riconoscimenti internazionali per le sue opere, si è cimentata con una storia che, pur avendo radici italiane, si apre a un respiro universale. Attraverso la lente di una crisi personale, il film invita a riflettere su temi come:
- Amore
- Perdita
- Malattia
- Ricerca di un senso
“Tre Ciotole” non è solo un film che racconta una storia d’amore in crisi; è un tributo a una scrittrice che ha saputo mettere in discussione le convenzioni sociali e ha illuminato le vite di molti lettori con le sue parole. La sua scrittura, densa di significato e sensibilità, ha toccato temi come l’identità, la morte e la resilienza, elementi che emergono anche nel film. La capacità di Murgia di affrontare questioni complesse con leggerezza e profondità è ciò che rende il suo lavoro così unico e il film un omaggio sincero alla sua arte.
In un tempo in cui cultura e letteratura si intrecciano sempre di più con il mondo del cinema, “Tre Ciotole” si presenta come un’opera che invita il pubblico a riflettere su cosa significhi realmente vivere, amare e affrontare le sfide della vita. La magia di Alba Rohrwacher e Elio Germano, insieme alla visione di Isabel Coixet, promette di offrire un’esperienza cinematografica che tocca le corde più profonde dell’animo umano, risuonando con l’eredità di Michela Murgia.