I recenti eventi portuali a Livorno hanno catturato l’attenzione del pubblico e dei media, evidenziando la crescente preoccupazione dei lavoratori riguardo al loro coinvolgimento nel traffico di armi e nelle operazioni militari. L’azione di protesta, organizzata dal sindacato Usb, ha portato al dirottamento della nave militare Slnc Severn, diretta verso Camp Darby, una base militare statunitense situata nel comune di Pisa. Questa situazione ha messo in luce il ruolo strategico dei porti nel supporto alle operazioni militari in Europa.
L’azione di protesta
La protesta è iniziata all’alba di lunedì 22 settembre, quando un gruppo di operai ha bloccato l’accesso alla nave occupando il varco Valentini. Gli operai portuali hanno allestito un presidio sulla banchina d’attracco, esprimendo la loro opposizione al traffico di armi e alla guerra. Giovanni Ceraolo, un portuale coinvolto nella protesta, ha affermato: «Manterremo comunque il presidio finché non ci sarà comunicato ufficialmente il nuovo porto di destinazione». Questa determinazione evidenzia la crescente consapevolezza tra i lavoratori riguardo alle conseguenze delle loro attività .
La situazione della nave
Dopo l’occupazione, la Slnc Severn è rimasta in mare, con l’ultima posizione ufficiale che la collocava fra Civitavecchia e la Corsica. Tuttavia, la nave è stata avvistata in rada a Livorno, e l’armatore ha mostrato disponibilità a dirottarla verso un porto alternativo, che potrebbe non essere italiano. Le possibili destinazioni includono:
- Savona
- La Spezia
- Marina di Carrara
Ceraolo ha avvertito che i tempi per identificare un nuovo porto potrebbero non essere immediati, sottolineando l’aumento della protesta tra i portuali: «Nessuno vuole essere complice del genocidio».
Un movimento più ampio
La protesta dei portuali di Livorno si inserisce in un contesto più ampio di manifestazioni contro il traffico di armi, che si stanno diffondendo in diverse città italiane e europee. La mobilitazione è stata organizzata dall’Usb e dal Gruppo autonomo portuale, simile al Calp di Genova. I lavoratori stanno unendo le forze per esprimere la loro opposizione alla guerra e al commercio di armi, riconoscendo che le loro attività portuali possono contribuire a operazioni militari con conseguenze devastanti per le popolazioni civili.
In vista di ulteriori sviluppi, è prevista una grande manifestazione unitaria a Genova il 27 settembre, alla quale parteciperanno delegazioni di lavoratori provenienti da altri porti europei. L’obiettivo è discutere strategie comuni contro il traffico di armi e rafforzare il movimento contro la militarizzazione dei porti.
Le azioni di protesta a Livorno dimostrano come i lavoratori possano influenzare le decisioni politiche e commerciali. La loro lotta non è solo per i diritti dei lavoratori, ma rappresenta anche un forte appello per un futuro di pace e giustizia. In un’epoca in cui i conflitti armati sembrano perpetuarsi, il blocco della Slnc Severn è un segnale di resistenza e speranza per molti, sollevando interrogativi sulla responsabilità sociale delle attività portuali e sul ruolo attivo che i lavoratori vogliono rivestire nel contesto globale.