Un episodio inquietante ha scosso la comunità giornalistica e non solo: Giorgia Venturini, giornalista di Fanpage, ha ricevuto una minaccia mafiosa di estrema gravità. Il 10 settembre 2023, all’ingresso del suo condominio a Monza, Venturini ha trovato un pacco contenente la testa mozzata di un capretto, con la pelle scuoiata infilata in un sacco nero. Questo atto violento è stato interpretato come un chiaro messaggio intimidatorio, rivolto non solo alla giornalista ma anche all’intero programma “Confidential”, di cui Venturini è co-conduttrice.
Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, ha denunciato pubblicamente l’accaduto tramite un video, sottolineando la gravità della situazione. «È una chiara minaccia mafiosa», ha affermato, evidenziando il coraggio e la dedizione di Giorgia nel raccontare la criminalità organizzata, una tematica che ha affrontato con passione anche quando l’interesse pubblico era scarso. La carriera di Venturini è costellata di inchieste e documentari dedicati alla mafia, un impegno che ora si trova al centro di un attacco violento.
La denuncia e le indagini
Dopo aver ricevuto la minaccia, Giorgia Venturini ha prontamente sporto denuncia ai carabinieri. La redazione di Fanpage ha scelto di mantenere il riserbo per consentire alle autorità di condurre le indagini con la dovuta discrezione. La Direzione Distrettuale Antimafia ha subito preso in carico il caso, avviando attività di sorveglianza presso la sede di Fanpage a Milano e all’abitazione della giornalista. La minaccia, come ha sottolineato Cancellato, non è diretta solo a Venturini, ma colpisce anche il programma “Confidential”, che si occupa di temi legati alla criminalità organizzata e ha già affrontato argomenti delicati, come la strage di Capaci.
Questo atto intimidatorio non è solo un attacco personale, ma un messaggio più ampio contro il giornalismo d’inchiesta e contro chi cerca di portare alla luce la verità su fenomeni complessi e pericolosi come la mafia. La redazione di Fanpage, che ha sempre supportato Giorgia nel suo lavoro, si trova ora a fare i conti con la realtà delle minacce mafiose, che continuano a perseguitare chi si oppone al silenzio imposto dalla criminalità organizzata.
Solidarietà e reazioni
L’episodio ha suscitato una forte ondata di solidarietà da parte di politici e colleghi giornalisti. Ecco alcune delle reazioni più significative:
- Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, ha definito l’atto un «gesto vile» mirato a intimidire chi racconta la verità.
- Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), ha garantito che nessun giornalista verrà lasciato solo di fronte a tali minacce, affermando che «le mafie e chi cerca di imbavagliare il giornalismo d’inchiesta devono sapere che la reazione sarà collettiva».
- Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha espresso il suo sostegno a Venturini, sottolineando l’importanza del lavoro dei giornalisti d’inchiesta.
L’allarmante estensione della mafia
L’episodio ha inoltre messo in luce l’allarmante estensione della mafia, che non è più un fenomeno limitato al Sud Italia, ma si è radicata anche al Nord. Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile Informazione del Partito Democratico, ha sottolineato come questo gesto richiami simboli macabri degli anni più bui di Cosa Nostra, evidenziando la presenza della mafia anche nel cuore della Lombardia. Le indagini sulla ‘Ndrangheta e altre organizzazioni mafiose attive nel Nord testimoniano la complessità e la pervasività del fenomeno mafioso.
L’attacco a Giorgia Venturini rappresenta non solo una minaccia personale, ma un attacco diretto al diritto di informare e alla libertà di stampa. La mafia, con i suoi metodi violenti e intimidatori, cerca di silenziare chiunque osi raccontare la verità. Tuttavia, la reazione della comunità giornalistica e della società civile è chiara: nonostante le minacce, il giornalismo d’inchiesta continuerà a svolgere il suo fondamentale ruolo di watchdog, portando alla luce le ingiustizie e i crimini che affliggono la nostra società.
La vicenda di Giorgia Venturini è un monito sull’importanza di proteggere i giornalisti e garantire la libertà di espressione, un valore fondamentale in una democrazia. La solidarietà espressa in queste ore testimonia che la lotta contro la mafia e le sue intimidazioni non è solo una battaglia di chi scrive, ma di tutti coloro che credono in una società più giusta e libera.