L’intervista rilasciata al Wall Street Journal da Woody Allen in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, “Che Succede a Baum”, ha riacceso il dibattito sulla cancel culture, che il regista ha definito una “stupidaggine”. Le sue affermazioni non sono passate inosservate, soprattutto considerando il percorso controverso che ha caratterizzato la sua carriera nel cinema. Allen, noto per film iconici come “Io e Annie” e “Manhattan”, si trova al centro di polemiche che affondano le radici in accuse di molestie sessuali da parte della figlia adottiva, Dylan Farrow.
Le accuse di Dylan Farrow
Dylan Farrow, oggi quarantenne, ha recentemente ribadito le sue accuse contro Allen, affermando di essere stufa della “narrativa misogina e non scientifica” che circonda il suo caso. Secondo la sua testimonianza, l’incidente sarebbe avvenuto quando aveva solo sette anni, nella soffitta della casa di Mia Farrow, ex compagna di Allen. La sua determinazione nel raccontare la verità è stata costante, e ha denunciato il fatto che la sua esperienza venga messa in discussione.
La reazione di Allen
In risposta alle crescenti pressioni sociali, Allen ha ribadito la sua innocenza, sostenendo che le star che rifiutano di lavorare con lui “stanno facendo un errore”. Tra gli attori che hanno scelto di non collaborare più con il regista ci sono nomi di spicco come:
- Michael Caine
- Colin Firth
- Greta Gerwig
Questi rifiuti hanno portato a una sorta di isolamento per Allen, che ha visto molti dei suoi ex collaboratori prendere le distanze da lui. Nonostante ciò, il regista ha affermato di non essere arrabbiato con chi lo ha abbandonato, ma piuttosto colpito dalla facilità con cui le persone accettano informazioni senza mettere in discussione la loro veridicità.
Il contesto della cancel culture
La discussione su Allen e la cancel culture si inserisce in un contesto più ampio, in cui molte figure pubbliche si trovano a fare i conti con accuse di comportamenti scorretti. Si dibatte se la cancel culture sia uno strumento necessario per la giustizia sociale o un problema di libertà di espressione. Allen è un sostenitore della libertà artistica e della possibilità di esprimersi senza paura di ritorsioni.
“Che Succede a Baum”, il romanzo in uscita il 23 settembre, rappresenta il primo lavoro di fiction di Allen da oltre vent’anni. La sua pubblicazione è attesa con grande curiosità e offre al regista l’opportunità di esplorare nuove tematiche e narrazioni. Sarà disponibile anche in Italia grazie alla casa editrice La Nave di Teseo, che ha già pubblicato altre opere di Allen.
La reazione del pubblico e della critica nei confronti di Allen sarà un indicatore importante di come la società si confronta con temi complessi come la responsabilità delle figure pubbliche e la questione della verità nelle accuse di abuso. In un’epoca in cui le conversazioni su potere, abuso e giustizia sono più che mai rilevanti, Woody Allen continua a essere una figura controversa e divisiva. La sua visione sulla cancel culture e le sue affermazioni sull’innocenza alimentano un dibattito destinato a proseguire, mentre il mondo del cinema si interroga su come affrontare il passato e costruire un futuro più giusto e inclusivo.