Agrigento, storica capitale italiana della cultura, si arricchisce di nuove opere d’arte che raccontano storie di denuncia e speranza. Le installazioni artistiche, create dall’artista Edoardo Malagigi, utilizzano materiali di scarto, in particolare il tetrapak, per trasmettere messaggi profondi e significativi. Inaugurate il 26 settembre, queste opere non solo abbelliscono la città, ma offrono anche spunti di riflessione su temi cruciali come la guerra e la sostenibilità.
il “Pinocchio” antimilitarista
La prima opera, il “Pinocchio” antimilitarista, è stata collocata in piazza Marconi. Qui, il burattino, simbolo dell’infanzia e della libertà, si presenta in una veste inedita: stanco, seduto e grigio, con immagini di armi tatuate sul corpo. Questa potente metafora invita alla riflessione sull’assurdità delle guerre e sull’importanza di fermare il commercio di armi. Il messaggio è chiaro: per interrompere i conflitti, dobbiamo affrontare le loro cause, e il commercio di armi è una di queste. La scultura non è solo un’opera d’arte, ma un richiamo alla coscienza collettiva, un invito a riflettere su come la società affronta le questioni della guerra e della pace.
il “Tempio di tetrapak”
La seconda installazione, chiamata “Tempio di tetrapak”, è stata posizionata nel refettorio dell’antico monastero di Santo Spirito. Malagigi ha scelto di omaggiare il Tempio della Concordia, uno dei monumenti più rappresentativi della storia greca ad Agrigento. Le colonne della scultura sono realizzate interamente con materiali riciclati, dimostrando come l’arte possa elevare i rifiuti a simboli di bellezza e cultura. Malagigi ha dichiarato: “Lavorando da oltre cinquant’anni con i rifiuti, ho voluto considerare il rifiuto tra i rifiuti, quel tetrapak che fa parte dei nostri gesti quotidiani”, sottolineando l’importanza di un approccio sostenibile e consapevole verso l’ambiente.
coinvolgimento giovanile e futuro
Entrambe le opere sono state realizzate grazie alla collaborazione con gli studenti delle scuole della provincia, che hanno partecipato a laboratori di riciclo e creatività. Questo coinvolgimento giovanile ha reso le installazioni uniche e ha educato i ragazzi sull’importanza del riciclo e della sostenibilità. Giuseppe Parello, direttore generale di Agrigento2025, ha espresso la sua gioia nel vedere i giovani impegnati in questo progetto: “Hanno compreso, forse anche prima di noi adulti, l’urgenza dei messaggi lanciati”.
Il “Pinocchio” è già diventato un punto di ritrovo per gli agrigentini, attratti dalla sua forma e dai messaggi che porta. Tra selfie e curiosità, la scultura ha suscitato un interesse che va oltre l’estetica, portando le persone a confrontarsi con le tematiche che essa rappresenta. La scelta di Malagigi di utilizzare il personaggio di Pinocchio, simbolo di crescita e trasformazione, per affrontare questioni così serie come la guerra e la pace, dimostra come l’arte possa essere un potente strumento di comunicazione e cambiamento sociale.
La mostra, visibile fino al 14 dicembre, è parte di un programma più ampio che include l’inaugurazione di altri progetti culturali a Agrigento. Il 30 settembre, ad esempio, si parlerà di accoglienza con l’evento “Hospitium” al museo delle Pelagie di Lampedusa, un tema di grande attualità e importanza.
Malagigi, grazie alla sua esperienza e sensibilità artistica, riesce a trasformare materiali che normalmente verrebbero scartati in opere che parlano al cuore delle persone, creando un ponte tra l’arte e la realtà sociale. La sua collaborazione con R3direct, una realtà toscana specializzata nella produzione sostenibile tramite la stampa 3D, ha ulteriormente valorizzato il progetto, dimostrando come l’innovazione tecnologica possa andare di pari passo con la sostenibilità ambientale.
In questo modo, Agrigento non solo si conferma come un centro culturale di grande importanza, ma si pone anche come esempio di come l’arte possa contribuire a temi sociali e ambientali, educando e sensibilizzando le nuove generazioni. Con il “Pinocchio” antimilitarista e il “Tempio di tetrapak”, la città dei Templi celebra la propria storia e invita tutti a riflettere su un futuro più giusto e pacifico.