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Antimafia sotto i riflettori: la curva di Lazio e Roma tra estorsioni e traffico di droga

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Antimafia sotto i riflettori: la curva di Lazio e Roma tra estorsioni e traffico di droga
Antimafia sotto i riflettori: la curva di Lazio e Roma tra estorsioni e traffico di droga
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La Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha avviato un’importante inchiesta che coinvolge la Curva Nord della Lazio, un settore della tifoseria noto per la sua attitudine contestatrice e per le problematiche legate alla criminalità organizzata. Le indagini si concentrano sugli eredi di Fabrizio Piscitelli, soprannominato Diabolik, una figura carismatica e temuta nel tifo laziale, la cui influenza sulla squadra e sulla gestione dei biglietti è stata significativa.

Gli inquirenti ipotizzano reati gravi come estorsione, minacce e spaccio di droga. Tra i calciatori ascoltati figurano nomi importanti della squadra, come Ciro Immobile, Luca Pellegrini, Alessio Romagnoli, Ivan Provedel e Adam Marusic. Le loro testimonianze sono ritenute cruciali per comprendere la portata dell’influenza degli ultras sulla squadra e sulle dinamiche interne al club.

eventi chiave sotto esame

Uno degli eventi chiave sotto esame è il match tra Monza e Lazio, disputatosi lo scorso anno e terminato con un pareggio di 2 a 2. Dopo la partita, alcuni giocatori della Lazio si sarebbero trovati coinvolti in un incontro con gli ultras, un confronto che ha suscitato preoccupazioni, soprattutto in virtù della mancanza di denunce ufficiali da parte dei calciatori. Questo silenzio ha alimentato ulteriormente i sospetti riguardo a possibili intimidazioni.

Fabrizio Piscitelli aveva costruito un’organizzazione ben radicata, dedicata al traffico di cocaina, mantenendo il controllo sulla Curva Nord dell’Olimpico. Dopo la sua morte nel 2019, il controllo è passato a due albanesi, Orial Koalj ed Elvis Demce, protagonisti di una nuova fase di gestione del tifo laziale, sempre più intrecciata con la criminalità organizzata. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato contatti tra uno degli albanesi e Andrea Beretta, un noto ultras legato alla ‘ndrangheta e accusato di omicidio.

la reazione di claudio lotito

Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha sempre cercato di distaccarsi da questo sistema di relazioni pericolose. La sua risposta a Piscitelli, quando questi si presentò come Diabolik, con la frase “E io sono Ginko”, è diventata simbolo della sua volontà di opporsi al potere degli ultras. Lotito ha preso decisioni drastiche, come mandare via giocatori che riteneva collusi con gli ultra, nella speranza di mantenere un controllo sul club e proteggere i suoi atleti.

Tuttavia, la lotta del presidente contro la criminalità legata ai tifosi ha portato a minacce dirette nei suoi confronti. Molti tifosi lo hanno contattato telefonicamente, esprimendo il loro malcontento riguardo ai risultati della squadra e alla situazione finanziaria del club. In un’intervista recente al Messaggero, Lotito ha affermato: «Le istituzioni verificheranno se questi comportamenti nei miei confronti sono leciti o illeciti. Sono tutti monitorati e alla fine si faranno i conti». Queste parole riflettono un clima di tensione crescente, in cui la lotta tra il potere sportivo e quello criminale sembra intensificarsi.

la situazione della curva sud della roma

Parallelamente, la Curva Sud della Roma è anch’essa sotto inchiesta per attività illecite. A differenza della Lazio, non sono stati convocati giocatori come testimoni, ma gli inquirenti hanno identificato un giro di spaccio legato al Gruppo Quadraro, erede dei Fedayn, storici ultras giallorossi. Questo gruppo è accusato di gestire operazioni di spaccio di droga in 16 partite casalinghe della Roma, con collegamenti a clan mafiosi, in particolare il clan dei Senese. Queste rivelazioni pongono interrogativi sul vero rapporto tra il tifo calcistico e la criminalità organizzata, evidenziando un fenomeno che va ben oltre il semplice supporto alla squadra.

Le indagini portano alla luce non solo la presenza di attività illecite legate ai gruppi ultras, ma anche la fragilità del sistema calcistico italiano, afflitto da problemi di corruzione e infiltrazioni mafiose. Il mondo del calcio, che dovrebbe essere un simbolo di passione e unione, si trova spesso a fare i conti con una realtà oscura e complessa.

L’emergere di questi scandali all’interno del calcio italiano solleva interrogativi su come le istituzioni sportive e le forze dell’ordine possano intervenire efficacemente per combattere la criminalità legata al tifo. La necessità di trasparenza e legalità nel mondo del calcio è più che mai urgente, con la speranza che le indagini in corso possano portare a un cambiamento reale e duraturo.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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