La nautica sta affrontando una crisi significativa, non solo a livello di fatturato, ma soprattutto per quanto riguarda la manodopera specializzata. Fabio Planamente, vicepresidente di Confindustria Nautica, ha sottolineato, durante un incontro al Salone Nautico di Genova, la necessità urgente di professionisti qualificati. Questa carenza non si limita agli ingegneri navali, ma si estende a una vasta gamma di figure professionali essenziali per sostenere la crescita di un settore in espansione.
Negli ultimi anni, il mercato della nautica ha vissuto un vero e proprio boom, raggiungendo fatturati mai visti prima. Tuttavia, questo aumento ha portato alla luce una carenza critica di personale qualificato. Come affermato da Planamente, “abbiamo bisogno di falegnami, montatori e impiantisti capaci di installare motori e impianti elettrici”. Le competenze richieste spaziano oltre l’alta ingegneria, includendo mestieri artigianali che, seppur tradizionali, sono sempre più richiesti in un contesto di continua innovazione tecnologica.
Versatilità e specializzazione nella nautica moderna
La nautica moderna richiede una preparazione specifica e una versatilità che non possono essere improvvisate. Gli spazi a bordo delle imbarcazioni sono spesso ristretti e complessi, rendendo necessaria una preparazione adeguata. Planamente ha evidenziato che “le persone devono sapere installare tutto quello che troviamo in una casa, ma adattandosi a contesti più sfidanti”. Questo mette in evidenza l’importanza di un approccio formativo che non solo trasmetta competenze tecniche, ma prepari gli artigiani a lavorare in condizioni più difficili rispetto a un ambiente domestico.
L’importanza della formazione
Per affrontare l’emergenza della mancanza di manodopera, Confindustria Nautica sta promuovendo la formazione attraverso gli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Queste istituzioni si propongono come un ponte tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, formando una nuova generazione di professionisti pronti a rispondere alle esigenze del mercato. Planamente ha dichiarato: “vogliamo che, nell’arco di cinque anni, i giovani formati siano in grado di inserirsi in vari settori della cantieristica navale”.
La formazione è quindi un tassello fondamentale per il futuro della nautica. Gli ITS offrono percorsi pratici che uniscono teoria ed esperienza diretta, un aspetto cruciale per garantire che gli studenti acquisiscano competenze adeguate. Questo modello educativo si sta rivelando efficace in diversi settori, ma nel campo della nautica diventa imprescindibile. La complessità dei sistemi a bordo richiede una preparazione che non può essere trascurata.
Sfide e opportunità nel settore nautico
Il settore nautico è in continua evoluzione, con nuove tecnologie che emergono e richiedono un aggiornamento costante delle competenze. Le sfide sono molteplici, dall’installazione di sistemi di navigazione avanzati alla realizzazione di imbarcazioni ecosostenibili. La sostenibilità sta diventando un tema centrale nella progettazione e costruzione di nuove imbarcazioni, e le aziende stanno investendo in ricerca e sviluppo per creare imbarcazioni più efficienti dal punto di vista energetico.
La mancanza di manodopera specializzata non è un fenomeno isolato, ma riflette una tendenza più ampia che coinvolge diversi settori industriali in Italia. La scarsità di professionisti qualificati si fa sentire in vari ambiti, dai lavori manuali a quelli altamente specializzati. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell’industria italiana di competere a livello globale, soprattutto in un momento in cui la domanda di imbarcazioni è in aumento.
Il governo e le istituzioni educative devono collaborare con il settore privato per sviluppare strategie che attraggano i giovani verso queste professioni. È fondamentale comunicare le opportunità di carriera che il settore nautico offre, non solo in termini di retribuzione, ma anche di crescita professionale e personale. La nautica rappresenta un’opportunità per entrare in un settore dinamico e in continua evoluzione, garantendo un futuro promettente a chi decide di intraprendere questa strada.
In conclusione, l’industria nautica italiana ha bisogno di un piano strategico che affronti la carenza di manodopera e promuova una cultura della formazione continua. Solo così sarà possibile garantire un futuro solido e prospero per un settore che, nonostante le sfide, continua a rappresentare un’eccellenza del Made in Italy nel mondo.