L’opera cinematografica “In Familiar Touch”, diretta dalla giovane regista statunitense Sarah Friedland, affronta il tema dell’Alzheimer in modo inusuale e profondo, portando sullo schermo un’esperienza spesso trascurata: quella del malato stesso. La protagonista, Ruth Goldman, interpretata dall’attrice Kathleen Chalfant, è una donna anziana che si trova a dover affrontare la dura realtà di una malattia neurodegenerativa che cambia radicalmente la sua vita quotidiana. A differenza di altri racconti che tendono a focalizzarsi sulla sofferenza e sul declino della persona malata, Friedland sceglie di enfatizzare la resilienza e la capacità di adattamento di Ruth, il cui viaggio è un esempio di come la vita possa continuare nonostante le avversità.
La regista ha dichiarato che l’intento del film è di spostare il focus dalla narrazione tradizionale che mette in primo piano il dolore dei familiari e degli assistenti, per dare voce a chi vive la malattia in prima persona. “In genere, questa malattia viene raccontata dal punto di vista degli altri, di quelli che stanno intorno. Così al centro di tutto c’è il senso della tragedia e del declino, mentre noi vogliamo mostrare che Ruth è ancora una donna che vive”, ha affermato Friedland durante una presentazione a Roma. Questo approccio innovativo permette di esplorare non solo il deficit cognitivo, ma anche gli aspetti sensoriali e fisici che rimangono intatti, evidenziando che la vita non si esaurisce con la malattia.
Premi e riconoscimenti di “In Familiar Touch”
Il film ha ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, trionfando alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2022 con tre premi significativi:
- Leone del futuro
- Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”
- Riconoscimento per la Miglior Regia e Miglior Attrice per Kathleen Chalfant
Questi premi testimoniano non solo la qualità artistica dell’opera, ma anche l’importanza del messaggio che essa veicola. La regista, classe 1992, ha realizzato il film in collaborazione con residenti e operatori di una comunità di riposo a Los Angeles, un approccio che ha permesso di rendere l’esperienza narrata più autentica e vicina alla realtà di molte persone.
Esplorazione della sessualità e della femminilità
Un aspetto particolarmente interessante del film è l’esplorazione della sessualità tra gli anziani, un tema spesso trascurato o stigmatizzato. Friedland sottolinea che, nonostante la società tenda a considerare gli anziani come asessuati, Ruth è un personaggio che vive la propria femminilità e sessualità, affrontando il rifiuto e il desiderio con la stessa intensità di una persona più giovane. Kathleen Chalfant, classe 1945 e con una lunga carriera teatrale alle spalle, ha condiviso la sua esperienza sul set, rivelando che inizialmente faticava a identificarsi con gli altri anziani presenti. “Quando mi sono ritrovata sul set insieme ad altri anziani come me, non mi consideravo come una di loro. Dicevo a me stessa: ‘Che c’entro io con loro, io sono un’attrice’. Ma poi ho scoperto che avevo con loro molte cose in comune”, ha confessato.
Un messaggio di speranza e resilienza
La scelta di presentare l’Alzheimer attraverso gli occhi di Ruth offre agli spettatori una prospettiva unica e umanizzante. La malattia viene vista non solo come una condizione debilitante, ma come un’opportunità per esplorare la vita in una nuova luce, affrontando le sfide quotidiane con dignità e determinazione. La narrazione si concentra sulle piccole vittorie e sulle esperienze quotidiane, mostrando come, nonostante le difficoltà, ci sia ancora spazio per la gioia e la connessione umana.
“In Familiar Touch” ha un’importanza particolare nel contesto attuale, in cui l’attenzione verso le malattie neurodegenerative e l’invecchiamento della popolazione è in costante aumento. La Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che si celebra il 21 settembre, offre un’importante occasione per riflettere su queste tematiche, e l’uscita del film il 25 settembre, in coincidenza con questo evento, ne amplifica il messaggio. Inoltre, il fatto che l’Italia ospiterà la conferenza Alzheimer Europe nel 2025, dopo molti anni, sottolinea ulteriormente l’urgenza di affrontare e discutere queste questioni.
Il film di Friedland non è solo un’opera artistica, ma un invito a considerare l’Alzheimer da una prospettiva diversa, a mettere in luce la vita e le esperienze di chi vive con questa malattia. L’approccio empatico e sensibile della regista, insieme alla straordinaria interpretazione di Kathleen Chalfant, offre uno spunto di riflessione sulla complessità della vita umana anche di fronte alle sfide più dure. La capacità di Ruth di adattarsi e di continuare a cercare la bellezza nella sua vita quotidiana è un messaggio di speranza e resilienza che risuona con forza in un’epoca in cui il tema della salute mentale e delle malattie neurodegenerative è più attuale che mai.