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Il figlio di Totò Riina rompe il silenzio: «Falcone? Mio padre non c’entra»

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Il figlio di Totò Riina rompe il silenzio: «Falcone? Mio padre non c’entra»
Il figlio di Totò Riina rompe il silenzio: «Falcone? Mio padre non c’entra»
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L’ultima intervista rilasciata a Lo Sperone podcast da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del noto boss mafioso Totò Riina, ha sollevato un polverone nel dibattito pubblico italiano. Le sue affermazioni, che sembrano sfidare la realtà dei fatti storici e giuridici, hanno suscitato indignazione e sorpresa, non solo tra gli esperti di mafia, ma anche tra la popolazione in generale. In un contesto in cui l’Italia sta ancora cercando di affrontare il suo passato oscuro, le dichiarazioni di Riina jr. appaiono come un tentativo di riabilitare l’immagine del padre e di minimizzare la gravità delle azioni del clan.

le affermazioni di riina jr. sull’omicidio di giuseppe di matteo

Durante l’intervista, Giuseppe Salvatore ha dichiarato con fermezza che «mio padre non ha mai ordinato l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo», un’affermazione che ignora la verità storica dietro uno dei delitti più atroci della storia della mafia, avvenuto nel 1996. Il ragazzo, figlio di un pentito, fu rapito e ucciso per evitare che testimoniasse contro i membri di Cosa Nostra. Questo episodio evidenzia la spietatezza del clan e la sua politica del terrore, ma per Riina, queste sono solo “menzogne” create per discreditare il padre.

il controverso omicidio di giovanni falcone

Un altro punto controverso affrontato da Riina jr. riguarda l’omicidio del giudice Giovanni Falcone, avvenuto il 23 maggio 1992. Nel suo discorso, ha sostenuto che Falcone, al momento della sua morte, non rappresentava più un pericolo per la mafia, ma per «altri dietro le quinte», insinuando una sorta di complotto più grande che coinvolgerebbe figure lontane dalla mafia siciliana. Questo tipo di narrazione non è nuova; spesso i sostenitori della mafia cercano di distogliere l’attenzione dalle responsabilità dirette dei boss, suggerendo che ci sono forze più potenti che operano nel buio.

la difesa della figura paterna e le affermazioni scioccanti

Riina ha continuato a difendere la figura di suo padre, descrivendolo come un «uomo con la U maiuscola», mettendo in evidenza un’immagine di virtù e onestà che stride con la realtà dei suoi crimini, tra cui decine di omicidi e atti di violenza brutale. In un passaggio dell’intervista, ha affermato di non aver mai visto il padre compiere atti di violenza o tornare a casa con una pistola in mano. Questa affermazione solleva interrogativi sulla percezione che Riina jr. ha del mondo criminale e dei legami familiari, suggerendo una chiara disconnessione dalla realtà.

Un altro aspetto scioccante delle sue dichiarazioni è il paragone che ha fatto tra la sua vita e quella dei bambini di Gaza. Riina ha affermato che la sua infanzia, segnata dalla latitanza del padre, è stata «una continua emergenza», un’affermazione che ha suscitato indignazione e sconcerto. Questo parallelo, oltre a risultare inopportuno, sembra un tentativo di giustificare e romantizzare la vita di un bambino cresciuto in un contesto mafioso, quasi come se volesse suggerire che ci sia una sorta di nobiltà nella sofferenza che ha vissuto.

In merito alle stragi del ’92, Riina jr. ha escluso qualsiasi coinvolgimento del padre, suggerendo che i veri mandanti fossero altri, legati a interessi economici e politici. Questa narrazione è stata respinta con forza dagli esperti del settore e dalle istituzioni, che vedono in queste affermazioni un tentativo di revisionismo storico. Le stragi di Falcone e Paolo Borsellino hanno rappresentato un punto di svolta nella lotta contro la mafia e sono state il risultato di una pianificazione e organizzazione mafiosa di alto livello, di cui Totò Riina è stato senza dubbio uno dei principali artefici.

Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha reagito con fermezza, affermando che «non sentivamo il bisogno di ascoltare le opinioni del figlio di Totò Riina», sottolineando che le sue dichiarazioni rappresentano un’offesa per la terra siciliana e per tutte le vittime della mafia. Ha messo in evidenza come le affermazioni di Riina jr. siano in contrasto con le verità accertate dai tribunali italiani.

Questo episodio mette in luce non solo il persistente legame tra la mafia e la società italiana, ma anche la difficoltà di affrontare un passato tanto doloroso. Le parole di Giuseppe Salvatore Riina, lungi dall’essere un’interpretazione innocente, riflettono una volontà di mantenere viva una narrazione che giustifica e minimizza la violenza mafiosa. In un momento in cui l’Italia sta cercando di venire a patti con il suo passato, le sue dichiarazioni rappresentano un chiaro segnale delle sfide che rimangono da affrontare nel combattere l’eredità della mafia e nel garantire che la verità non venga mai dimenticata.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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