Negli ultimi anni, Napoli ha registrato un aumento preoccupante delle violenze e delle devianze giovanili, spesso perpetrate da adolescenti. In risposta a questo scenario allarmante, Paola Brunese, presidente del tribunale dei minori di Napoli, ha avanzato una proposta che ha suscitato vivaci dibattiti: l’introduzione di un coprifuoco per i minori di 14 anni. Durante un’intervista con il quotidiano Il Mattino, Brunese ha chiarito che il provvedimento non deve essere visto come una restrizione della libertà , ma come una misura di protezione per i giovani, che spesso si trovano in situazioni rischiose durante le ore notturne.
La proposta di coprifuoco: un’analisi
La proposta di Brunese trae ispirazione da ordinanze simili già adottate da altri comuni italiani, come Casal di Principe e Praia a Mare, che hanno vietato ai minori di 14 anni di circolare da soli dopo la mezzanotte fino alle sei del mattino. Secondo la giudice, queste misure hanno contribuito a ridurre i pericoli per i ragazzi, evidenziando l’importanza di una sorveglianza attenta da parte delle famiglie. Brunese sottolinea che, sebbene una legge esista già in materia, è fondamentale che i genitori si assumano la responsabilità di monitorare le attività dei propri figli, specialmente nelle ore notturne.
- Rischi della notte: «Non è facile», ammette Brunese, «ma i genitori devono rendersi conto che i loro figli non dovrebbero essere in strada a quell’ora. La notte porta con sé una serie di rischi che possono rivelarsi fatali».
- Responsabilità genitoriale: La proposta di Brunese è un appello alla responsabilità genitoriale, affermando che il compito di proteggere i ragazzi non può ricadere esclusivamente sulle istituzioni, ma deve essere condiviso con le famiglie e la comunità .
Sicurezza e supporto alle famiglie
Brunese ha poi toccato un aspetto cruciale: la questione della sicurezza. Riconosce che l’attenzione dei genitori non è sufficiente per affrontare un fenomeno così complesso. «Dobbiamo anche considerare il supporto che possiamo offrire ai genitori», ha detto, facendo riferimento a iniziative come il bonus psicologo, che mira a sostenere le famiglie in difficoltà . È fondamentale che ci sia un punto di ascolto per le famiglie, perché spesso si trovano sole ad affrontare problemi che richiederebbero un intervento collettivo.
Educazione e responsabilità legale
Un altro elemento centrale del discorso di Brunese è l’importanza dell’educazione. La famiglia è vista come la prima agenzia educativa, mentre la scuola rappresenta la seconda. «Ai ragazzi va insegnato il rispetto per gli altri, il valore della non violenza e l’importanza della legalità », afferma. La scuola deve assumere un ruolo attivo nel trasmettere questi valori, affinché i ragazzi comprendano non solo il concetto di legalità , ma anche quello di responsabilità .
Brunese evidenzia anche la necessità di sensibilizzare i genitori riguardo alle conseguenze legali delle azioni dei propri figli. Molti genitori non sono a conoscenza dell’articolo 2048 del codice civile, che stabilisce la responsabilità dei genitori per i danni provocati dai minori. «Informare le famiglie su queste norme potrebbe avere un impatto significativo», spiega. Quando i genitori realizzano che le azioni dei loro figli possono comportare conseguenze economiche, è probabile che prestino maggiore attenzione al comportamento dei propri ragazzi.
La proposta di Brunese ha sollevato interrogativi sulla libertà dei giovani e sul ruolo delle istituzioni. Alcuni critici sostengono che un coprifuoco potrebbe limitare l’autonomia dei ragazzi e non affrontare le cause profonde dei problemi giovanili. Tuttavia, Brunese ribadisce che l’intento non è quello di creare un clima di paura o repressione, ma piuttosto di garantire un ambiente più sicuro per i minori, dove possano crescere e svilupparsi senza il rischio di entrare in contatto con situazioni pericolose.
In conclusione, la questione della sicurezza dei minori non riguarda solo Napoli, ma è un problema che coinvolge molte città italiane e europee. Le violenze giovanili sono una realtà complessa che richiede un approccio multidimensionale, unendo le forze delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni. La proposta di Paola Brunese si inserisce in un dibattito più ampio su come garantire un futuro migliore per le nuove generazioni, promuovendo un’educazione al rispetto e alla non violenza.
Il tema della sicurezza e della responsabilità è destinato a rimanere centrale nel dibattito pubblico, in particolare in un periodo in cui le cronache ci riportano sempre più spesso notizie di episodi inquietanti legati alla violenza giovanile. La proposta di un coprifuoco per i minori di 14 anni potrebbe rappresentare un primo passo verso un cambiamento culturale e sociale necessario per affrontare le sfide del presente e del futuro.