A un anno dalla presentazione del rapporto Draghi, l’Europa si trova ad affrontare sfide sempre più complesse e pressanti. In un contesto in cui il modello di crescita sembra sgretolarsi, Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e attuale presidente del Consiglio dei ministri italiano, ha espresso preoccupazioni significative sulla direzione in cui sta andando l’Unione Europea. Durante la conferenza di alto livello “A un anno dal rapporto Draghi”, svoltasi a Bruxelles e co-presieduta da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, Draghi ha messo in evidenza le vulnerabilità crescenti che affliggono l’Europa, sottolineando l’urgenza di un intervento deciso e tempestivo.
il modello di crescita in crisi
Draghi ha esordito con una valutazione chiara e preoccupante: “Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando.” Queste dichiarazioni non sono solo parole di allerta, ma riflettono una realtà che molti esperti economici e politici hanno già notato. La pandemia di COVID-19 ha messo a nudo le debolezze strutturali dell’economia europea, evidenziando una mancanza di resilienza e una dipendenza da modelli economici che non sono più sostenibili nel lungo termine. A questo si aggiunge l’impatto della guerra in Ucraina, che ha destabilizzato ulteriormente l’economia europea, portando a:
- Aumento dei prezzi dell’energia
- Crisi alimentare in alcune aree
la necessità di investimenti
Uno dei punti focali dell’intervento di Draghi è stata la questione degli investimenti. “Non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno,” ha dichiarato, evidenziando la necessità di un piano europeo coeso e ben definito. La transizione verso un’economia più verde e digitale richiede ingenti risorse finanziarie e un’azione coordinata a livello europeo. Tuttavia, Draghi ha espresso preoccupazione per la mancanza di iniziative concrete, suggerendo che l’inerzia e la burocrazia dell’Unione Europea stiano ostacolando progressi fondamentali.
la risposta delle istituzioni europee
In un contesto di crescente frustrazione tra cittadini e aziende europee, Draghi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una risposta più rapida e incisiva da parte delle istituzioni europee. “I cittadini e le aziende europee apprezzano la diagnosi, le priorità chiare e i piani d’azione. Ma esprimono anche una crescente frustrazione,” ha affermato. Questo sentimento di insoddisfazione è stato amplificato dalla percezione che l’Unione Europea non riesca a tenere il passo con la velocità del cambiamento a livello globale. Paesi come gli Stati Uniti e la Cina stanno investendo massicciamente in innovazione e tecnologia, mentre l’Europa rischia di rimanere indietro se non adotta misure più tempestive.
Draghi ha messo in guardia sull’idea che l’inerzia possa essere giustificata da scuse, definendo tale comportamento come “compiacimento”. Questa affermazione è particolarmente significativa in un periodo in cui l’Unione Europea sta cercando di affrontare questioni cruciali come la transizione energetica, la digitalizzazione e la sicurezza economica. La necessità di una “nuova velocità” è stata enfatizzata da Draghi, il quale ha esortato a risultati rapidi “nel giro di mesi, non di anni.” Questa urgenza è accentuata dalla competizione globale, in cui paesi fuori dall’Europa stanno avanzando a passi da gigante.
la questione della sovranità
Inoltre, la questione della sovranità dell’Unione Europea è un tema centrale nel discorso di Draghi. La dipendenza da fornitori esterni e la vulnerabilità a crisi geopolitiche possono minacciare non solo la stabilità economica, ma anche la capacità dell’Europa di agire come un blocco unito e influente sulla scena mondiale. La crisi ucraina ha dimostrato quanto sia cruciale per l’Europa diversificare le proprie fonti di energia e rafforzare le proprie capacità industriali. In assenza di una strategia chiara e di un impegno comune, i rischi di perdita di sovranità e di influenza geopolitica aumentano.
In sintesi, l’intervento di Draghi ha suscitato reazioni variegate tra i leader europei, alcuni dei quali hanno riconosciuto la necessità di un cambiamento radicale nella governance europea. Tuttavia, la strada verso una maggiore integrazione e cooperazione è spesso ostacolata da interessi nazionali contrastanti e da una mancanza di consenso su questioni chiave. Le parole di Draghi risuonano come un appello alla responsabilità collettiva, ma anche come una sfida a superare le divisioni interne e a lavorare insieme per un futuro più prospero e resiliente per l’Europa.
La conferenza di alto livello ha messo in luce non solo le sfide attuali, ma anche la necessità di una riflessione profonda sul futuro dell’Unione Europea. La capacità di affrontare le vulnerabilità e di investire in un modello di crescita sostenibile sarà determinante per la sovranità e la competitività dell’Europa nei prossimi anni.