L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha recentemente rilasciato le sue stime provvisorie riguardanti l’andamento del prodotto interno lordo (Pil) per i Paesi del G20 nel secondo trimestre del 2025. Secondo i dati pubblicati, il Pil del G20 ha registrato una crescita dello 0,9%, un incremento rispetto allo 0,7% del trimestre precedente. Questa ripresa si inserisce in un contesto globale di ripartenza economica, sebbene non tutti i Paesi abbiano beneficiato in egual misura di questa crescita.
Performance positive nel G20
Tra le nazioni che hanno mostrato performance particolarmente positive, spiccano gli Stati Uniti e la Corea del Sud. Negli Stati Uniti, il Pil è passato da una contrazione dello 0,1% nel primo trimestre a una crescita dello 0,8% nel secondo. Questo cambiamento significativo riflette una ripresa sostenuta da vari fattori, tra cui:
- Aumento della spesa dei consumatori
- Mercato del lavoro robusto
La Corea del Sud ha visto un miglioramento simile, con il Pil che è risalito dallo 0,2% negativo a un +0,7%. Anche la Turchia ha registrato un notevole aumento, passando dallo 0,7% all’1,6%, supportato da politiche economiche aggressive e un incremento delle esportazioni.
Dati contrastanti tra le economie
Tuttavia, non tutte le nazioni del G20 hanno beneficiato di questa ripresa. L’Italia, in particolare, ha mostrato segni di debolezza, con il Pil che è sceso dallo 0,3% negativo del primo trimestre a un -0,1% nel secondo. Questa contrazione è preoccupante e riflette diverse sfide economiche interne, tra cui:
- Alta inflazione
- Difficoltà nel recuperare i livelli di crescita pre-pandemia
- Instabilità politica e difficoltà strutturali
Altri Paesi del G20, come il Canada, hanno registrato una contrazione del Pil, scendendo dall’1,3% al 0,4%, mentre il Regno Unito ha sperimentato un rallentamento, registrando una crescita dallo 0,7% allo 0,3%. Questi dati evidenziano una certa fragilità nell’attuale ripresa economica globale.
Riflessioni sulle politiche economiche
Le stime dell’Ocse sono particolarmente significative in questo periodo di recupero post-pandemia, poiché forniscono uno spaccato delle dinamiche economiche globali. L’Ocse sottolinea che, sebbene ci siano segnali di ripresa in alcune economie, vi sono anche preoccupazioni riguardo a potenziali rischi, tra cui:
- Inflazione
- Aumento dei tassi di interesse
- Interruzioni delle catene di approvvigionamento
In questo contesto, le politiche economiche adottate dai vari governi diventeranno cruciali per sostenere la crescita. La sfida sarà quella di mantenere un equilibrio tra la crescita economica e la gestione dell’inflazione, senza compromettere la stabilità finanziaria. L’Italia, in particolare, dovrà affrontare la necessità di riforme strutturali per rilanciare la propria economia e migliorare la competitività .
Mentre il mondo si dirige verso una fase di recupero, le differenze tra le varie economie del G20 continueranno a essere evidenti. Le politiche fiscali e monetarie, insieme a fattori esterni come i prezzi delle materie prime e le tensioni geopolitiche, giocheranno un ruolo determinante nel modellare il futuro economico di queste nazioni. Le prossime settimane saranno cruciali per valutare l’efficacia delle strategie adottate e per comprendere come ciascun Paese potrà affrontare le sfide economiche che si presenteranno.