La festa patronale della Madonna dei Martiri a Molfetta, in provincia di Bari, ha subito una svolta drammatica lunedì 8 settembre. Mentre la città si preparava a celebrare la tradizione e la devozione, un episodio di violenza ha interrotto il clima festoso. Vincenzo Minervini, un musicista di 33 anni della banda locale, è stato colpito con una gomitata in faccia da un uomo sconosciuto, un gesto irrazionale che ha lasciato la comunità sbigottita.
Vincenzo, che attualmente vive in Abruzzo dove lavora come muratore, torna ogni anno a Molfetta per partecipare a questa tradizione che lo lega profondamente alla sua famiglia. Il padre e il fratello sono membri della confraternita che organizza la banda, e ogni anno il giovane ritorna per suonare e rendere omaggio alla Madonna dei Martiri. Il video dell’aggressione, rapidamente diffuso sui social media, ha suscitato indignazione e una forte reazione da parte della comunità.
Le conseguenze dell’aggressione
Le conseguenze fisiche per Vincenzo sono state gravi: ha riportato una frattura al naso, alcuni denti rotti e un labbro tumefatto, con una prognosi di venti giorni. Tuttavia, come ha dichiarato sua madre Filomena al Corriere della Sera, la ferita più profonda è quella psicologica. «Mio figlio è traumatizzato – ha spiegato – Ha paura di uscire di casa». Questo sentimento è comprensibile, considerando la violenza subita in un contesto che avrebbe dovuto essere un momento di celebrazione.
La solidarietà della comunità
Dopo l’aggressione, diversi passanti sono accorsi in aiuto di Vincenzo, tamponando il sangue e accompagnandolo fino all’arrivo dei soccorsi. Questa reazione rapida ha dimostrato come, nonostante l’episodio violento, ci sia ancora un forte senso di solidarietà e coesione tra i cittadini molfettesi. Il vicesindaco e alcuni assessori hanno visitato Vincenzo in Comune, esprimendo la loro vicinanza e condannando fermamente l’accaduto. «Si è trattato di un gesto che colpisce non solo Vincenzo ma tutta la città – hanno dichiarato – La banda rappresenta unità e condivisione».
La risposta delle istituzioni
Le istituzioni non si sono limitate a parole di conforto. I carabinieri hanno avviato le indagini e, secondo fonti locali, l’aggressore sarebbe stato identificato. Questo sviluppo ha portato un certo grado di sollievo nella comunità, che chiede giustizia per un atto che non ha alcuna giustificazione. Il Comune ha ribadito la sua posizione, affermando: «Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza e confermiamo la nostra vicinanza, certi che la musica e la coesione civile saranno la risposta più forte a ogni atto di sopraffazione».
La famiglia Minervini vive un momento difficile. Vincenzo, pur desiderando tornare a suonare con la banda, è visibilmente scosso. «Dice di sì, ma non subito – ha commentato la madre – È rimasto scioccato, ci vorrà tempo». Questo evidenzia l’impatto duraturo che un evento di violenza può avere sulla vita di una persona, soprattutto in un contesto che dovrebbe essere sicuro e festoso.
Il caso di Vincenzo non è isolato e solleva interrogativi più ampi sulla violenza nelle manifestazioni pubbliche e sul rispetto reciproco nelle comunità. Molti cittadini di Molfetta hanno espresso il loro sdegno e la loro preoccupazione, sottolineando la necessità di proteggere gli eventi culturali e le tradizioni che rappresentano l’identità della città.
Il video dell’aggressione ha raggiunto migliaia di visualizzazioni sui social, servendo non solo come documentazione di un atto di violenza, ma anche come catalizzatore per una riflessione collettiva sulla sicurezza pubblica. La comunità di Molfetta, unita nella condanna dell’accaduto, si prepara a riprendersi da questo episodio, sperando in un futuro dove la musica e la cultura possano continuare a fiorire senza paura.