Il mondo della moda ha recentemente catturato l’attenzione non solo per le sue creazioni straordinarie, ma anche per le storie umane che si celano dietro le quinte. In questo contesto, il Toronto Film Festival ha accolto con entusiasmo il debutto di “Couture”, un film diretto da Alice Winocour che esplora le vite di tre donne coinvolte nell’industria della moda e le loro personali battaglie. Al centro di questa narrazione c’è Angelina Jolie, non solo nel ruolo principale, ma anche come co-produttrice del film.
La trama di Couture e il ruolo di Jolie
“Couture” si distingue per il modo in cui affronta temi delicati come la malattia e il divorzio, inserendoli nel contesto scintillante della Fashion Week di Parigi. Jolie interpreta Maxine Walker, una regista di horror in ascesa che deve affrontare le sfide di un divorzio mentre cerca di bilanciare carriera e maternità. La sua vita subisce una svolta drammatica quando, giunta a Parigi per girare un cortometraggio per una prestigiosa casa di moda, scopre di avere un cancro al seno.
Questo elemento biografico risuona profondamente con l’attrice. Durante la proiezione ufficiale a Toronto, Jolie ha condiviso la sua esperienza personale e la battaglia di sua madre, morta nel 2007 a causa di un tumore. Le sue parole cariche di emozione hanno evidenziato il legame tra la sua vita e quella del personaggio che interpreta. “Per me era importante lavorare con qualcuno che era stato colpito direttamente dal tumore”, ha dichiarato Winocour, sottolineando l’importanza di avere una protagonista capace di portare autenticità e profondità al ruolo.
L’importanza della narrazione autentica
Jolie ha affrontato la sua lotta personale con la malattia, sottoponendosi a una doppia mastectomia per ridurre il rischio di sviluppare la stessa malattia che ha colpito le donne della sua famiglia. Questa esperienza ha influenzato il suo approccio al personaggio e ha dato vita a una narrazione che non si limita a descrivere la malattia in modo superficiale. Come ha affermato l’attrice, “Nei film in cui si parla di un personaggio che si confronta con questa malattia, è descritta un’esperienza totalizzante, ma non si contempla come, nella realtà, si portino avanti gli altri aspetti della vita”.
La regista Winocour ha voluto creare un film che non fosse semplicemente un inno all’alta moda, ma piuttosto un ritratto sincero delle donne e delle loro fragilità. “L’alta moda viene usata come specchio”, ha spiegato, “volevamo raccontare la vita quotidiana di queste donne, la vulnerabilità e la forza che si nascondono dietro l’immagine glamour”. In questo senso, il film diventa un viaggio emozionale che invita a riflettere sulla complessità dell’esistenza umana.
Un cast di talenti
Oltre a Jolie, il cast di “Couture” include nomi noti come Louis Garrel e Vincent Lindon, ma anche talenti emergenti come Anyier Anei, che interpreta Ada, una giovane modella sudanese in cerca di affermazione nel frenetico mondo della moda parigina. La sua storia si intreccia con quella di Angele (Ella Rumpf), una make-up artist che sogna di diventare scrittrice. Le loro esperienze offrono una visione a 360 gradi dell’industria della moda, mostrando non solo le luci, ma anche le ombre che la accompagnano.
Il film è anche una coproduzione internazionale tra Stati Uniti e Francia, con la partecipazione di Chanel, che ha contribuito sia finanziariamente sia aprendo le porte del proprio atelier parigino per alcune riprese. Sebbene il nome della maison non venga mai citato esplicitamente nel film, la sua presenza è palpabile e aggiunge un ulteriore strato di autenticità alla rappresentazione del mondo della moda.
Dopo il debutto al Toronto Film Festival, “Couture” è programmato per essere presentato anche al Festival di San Sebastian, dove ci si aspetta una calorosa accoglienza. L’interesse per il film è già elevato, essendo stato venduto in una ventina di paesi, compresa l’Italia, dove il pubblico potrà immergersi in questa storia che esplora il confine tra bellezza e vulnerabilità.
In conclusione, “Couture” di Alice Winocour non è solo un film sull’alta moda, ma una riflessione profonda sulle esperienze umane, sulle lotte personali e sull’arte di vivere in un mondo che spesso sembra superficiale. La performance di Angelina Jolie, unita alla regia sensibile di Winocour, promette di lasciare un segno indelebile nel panorama cinematografico contemporaneo, invitando gli spettatori a guardare oltre le apparenze e a confrontarsi con le proprie fragilità.