Il 6 settembre scorso, un annuncio che sembrava innocuo ha scatenato una controversia all’interno del mondo cattolico tradizionalista. La nomina della Dottoressa Cristiana Perrella come Presidente della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon ha sollevato un acceso dibattito. Perrella, con un curriculum di tutto rispetto che include ruoli di prestigio come la direzione artistica del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, è la prima donna a ricoprire questo importante incarico. Tuttavia, la sua nomina è stata accolta con aspre critiche, in particolare dai settori più conservatori della Chiesa.
la reazione della Chiesa tradizionalista
Il Dicastero Vaticano per la Cultura ha cercato di mettere in risalto le credenziali di Perrella, evidenziando il suo ruolo nella promozione di iniziative artistiche in occasione del Giubileo. Tuttavia, la scelta ha scatenato un dibattito infuocato, con numerose testate cattoliche che hanno attaccato la Dottoressa e, per estensione, papa Leone XIV. Alcuni critici hanno etichettato la nomina come “ambigua” e “controversa”, insinuando che fosse frutto di pressioni da parte di una presunta “lobby gay”.
Tra le critiche più accese, la rivista La Bussola Quotidiana ha definito la nomina di Perrella come “una nomina ambigua che sfiora lo scandalo”. Altre pubblicazioni, tra cui una rivista portoghese, hanno accusato la nuova presidente di essere “l’avvocato difensore dei sodomiti”. Alcuni esponenti del mondo cattolico hanno persino etichettato Perrella come “un’artista queer in Vaticano”. Queste affermazioni sono state amplificate da commenti che collegano la nomina al giubileo LGBTQ+, suggerendo che Leone XIV stia seguendo una linea simile a quella del suo predecessore, Papa Francesco.
il dibattito attuale
Il dibattito è stato ulteriormente alimentato da notizie riguardanti il colloquio tra papa Prevost e il gesuita James Martin, noto per le sue posizioni favorevoli all’accoglienza di coloro che si identificano come LGBTQ+. Martin ha sottolineato che Leone XIV rappresenta una continuità con Francesco, portando alcuni cattolici tradizionalisti ad accusare il pontefice di essere “ostaggio della lobby gay Vaticana”.
La figura di Cristiana Perrella, sebbene di prestigio, non è nuova a polemiche. La sua carriera è stata segnata da diverse controversie, in particolare durante il suo mandato come direttrice artistica del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Le sue mostre, come “Night Fever” e “Nudi”, hanno suscitato dibattiti accesi, rendendola un simbolo di un’arte che sfida le convenzioni e i valori tradizionali.
la conclusione della sua avventura al centro per l’arte
La sua avventura al Centro per l’arte contemporanea di Prato si è conclusa bruscamente nel 2021, quando è stata licenziata per decisione del presidente Lorenzo Bini Smaghi. Questo evento ha dato origine a una lunga battaglia legale, culminata nel 2023 con una transazione che ha visto il Centro riconoscere a Perrella un risarcimento di 100 mila euro oltre alle spese legali.
A seguito della sua nomina all’Accademia del Pantheon, i critici non sembrano intenzionati a fermarsi. La storia di Perrella, ricca di successi ma anche di polemiche, continua a essere un terreno fertile per le discussioni all’interno della Chiesa. La nomina di una donna in un ruolo così prestigioso rappresenta un passo significativo, ma anche un campo di battaglia per le diverse visioni di Chiesa e società che esistono oggi. La reazione dei cattolici tradizionalisti mette in evidenza le tensioni interne che caratterizzano la Chiesa, mentre il mondo continua a interrogarsi sui valori e sulla direzione che il cattolicesimo contemporaneo intende prendere. La figura di Perrella, con il suo passato e le sue convinzioni, diventa quindi emblematica non solo di una nomina, ma di un’epoca in cui la Chiesa è chiamata a confrontarsi con le sfide e le aspettative di una società in continua evoluzione.