Il panorama dell’export italiano nel primo semestre del 2025 evidenzia dinamiche territoriali contrastanti, con un incremento significativo delle esportazioni nel Centro Italia e un drammatico calo nel Sud e nelle Isole. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, le esportazioni sono aumentate in valore nazionale del 2,1%, ma dietro a questa media si nascondono storie molto diverse a seconda delle aree geografiche.
Crescita nel Centro Italia
Nel secondo trimestre del 2025, si stima una crescita congiunturale delle esportazioni per il Centro (+4,6%) e per il Nord-ovest (+2,1%), mentre il Nord-est ha registrato una flessione del 2,4%. Il dato più preoccupante è quello del Sud e delle Isole, dove si è verificata una contrazione drammatica del 14,4%. Questi dati non sono solo numeri, ma rappresentano la realtà economica di milioni di cittadini e aziende, colpiti da una crisi che sembra colpire in modo particolare le regioni meridionali.
Analizzando i dati su scala più ampia, nel periodo gennaio-giugno 2025, il Centro Italia ha visto un incremento delle esportazioni del 10,7%, con regioni come:
- Lazio (+17,4%)
- Toscana (+11,8%)
- Abruzzo (+10,1%)
Questi risultati sono particolarmente significativi, soprattutto se consideriamo che il Lazio, con la sua capitale Roma, è un importante centro economico e culturale, mentre la Toscana è nota per la sua tradizione artigianale e vinicola. L’Abruzzo, spesso trascurato, ha saputo valorizzare le sue produzioni locali, contribuendo a questi risultati positivi.
Situazione critica nel Sud
Dall’altra parte, le regioni meridionali mostrano un quadro ben più critico. La Sardegna ha registrato una flessione del 17,3%, seguita dalla Campania con un -15,5% e dalla Sicilia con un -11,2%. Anche il Molise, una delle regioni meno popolate d’Italia, ha visto un calo significativo del 9,8%. Questi numeri sollevano interrogativi sulle politiche economiche e industriali attuate nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione e la mancanza di investimenti continuano a rappresentare ostacoli significativi per la crescita.
L’Istat ha sottolineato come l’export in valore presenti una dinamica congiunturale differenziata a livello territoriale: positiva per il Nord-Ovest e il Centro, ma negativa per il Nord-est e il Sud e Isole. Questa situazione riflette un divario crescente tra le diverse aree del Paese, un tema che è stato al centro di dibattiti politici e accademici per anni.
Necessità di interventi mirati
Nei primi sei mesi del 2025, le regioni italiane che hanno registrato gli incrementi più marcati nelle esportazioni sono state il Lazio, la Toscana e il Friuli-Venezia Giulia, con l’ultima che ha visto una crescita del 6,6%. Questi risultati dimostrano l’importanza di investire in settori strategici e di promuovere l’innovazione e la competitività , elementi chiave per sostenere l’export.
D’altra parte, le flessioni più ampie delle esportazioni sono state osservate in Campania, Piemonte, Sicilia e Sardegna. La Campania, nonostante la sua ricca tradizione industriale e agricola, ha affrontato sfide significative, inclusi problemi di infrastrutture e una burocrazia complessa che ostacola gli investimenti. La Sicilia, con il suo patrimonio culturale e ambientale, ha il potenziale per attrarre investimenti, ma deve affrontare anche essa problemi strutturali e di connessione con i mercati.
Per affrontare queste disparità , è fondamentale che il governo e le istituzioni locali adottino misure mirate per stimolare l’export nelle regioni più colpite. Ciò potrebbe includere:
- Incentivi per le piccole e medie imprese
- Programmi di formazione per i lavoratori
- Investimenti in infrastrutture
Inoltre, la promozione di prodotti tipici e di qualità , come il vino, l’olio d’oliva e i prodotti artigianali, potrebbe aiutare a migliorare l’immagine del Sud sui mercati internazionali.
In sintesi, mentre il Centro Italia mostra segni di crescita e resilienza, il Sud e le Isole affrontano una crisi che richiede attenzione e interventi concreti. La sfida per il futuro sarà quella di costruire un’Italia più equilibrata, in cui ogni regione possa contribuire al benessere collettivo, superando le attuali disparità economiche e sociali.