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Rivalutazione delle pensioni: in arrivo 5 miliardi di euro

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Rivalutazione delle pensioni: in arrivo 5 miliardi di euro
Rivalutazione delle pensioni: in arrivo 5 miliardi di euro
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Il tema delle pensioni continua a suscitare un acceso dibattito in Italia, soprattutto in vista della rivalutazione prevista per il 2026. Secondo le stime fornite dai tecnici del governo, questa misura comporterà un costo di circa cinque miliardi di euro. Questo importo è calcolato sulla base della attuale struttura delle pensioni e della suddivisione per fasce di reddito adottata quest’anno, evidenziando l’importanza di garantire un adeguato supporto a chi percepisce assegni più bassi.

Dettagli sulla rivalutazione delle pensioni

La rivalutazione sarà calcolata in base all’inflazione acquisita per il 2025, attualmente stimata all’1,7%. La spesa totale per le pensioni, comprese quelle assistenziali, si aggira attorno ai 355 miliardi di euro. Se l’1,7% fosse applicato in modo uniforme, le risorse necessarie supererebbero i 6 miliardi. Tuttavia, grazie alla rivalutazione differenziata, l’importo necessario si riduce a circa cinque miliardi.

Le fasce di rivalutazione saranno così suddivise:
1. 100% per assegni fino a quattro volte il trattamento minimo.
2. 90% per pensioni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo.
3. 75% per quelle superiori a cinque volte il trattamento minimo.

Questa strategia mira a garantire un supporto maggiore a chi ha redditi più bassi, mentre chi si trova in una situazione economica migliore avrà un incremento più contenuto.

Proposte aggiuntive del governo

Oltre alle pensioni, il governo sta considerando altre misure, come la possibilità di utilizzare il Trattamento di fine rapporto (Tfr) come rendita per un’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni. Questa proposta, avanzata dalla Lega, potrebbe offrire un’opzione interessante per molti lavoratori, specialmente in un contesto di tensioni nel mercato del lavoro.

Inoltre, il governo sembra intenzionato a rafforzare la previdenza complementare, fondamentale in un sistema pensionistico pubblico che fatica a garantire una copertura adeguata. Le valutazioni tecniche indicano che il costo del blocco dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile, previsto dalla legge Fornero a partire dal 2027, potrebbe aggirarsi intorno ai tre miliardi di euro a regime. Tuttavia, nel primo anno l’impatto finanziario potrebbe essere minore.

Le priorità politiche

In un contesto politico in continua evoluzione, Forza Italia ha recentemente delineato le proprie priorità, presentando undici proposte chiave per sostenere i salari. Tra queste, spicca la richiesta di abbassare la seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60.000 euro. Si è discusso anche di incentivare le retribuzioni tramite la detassazione di premi di produzione e tredicesime.

Parallelamente, il gruppo Noi Moderati ha avanzato proposte più audaci, come l’esenzione dall’Irpef per i primi quattro anni di lavoro e l’aumento delle detrazioni per le spese scolastiche. In questo clima di proposte e discussioni, il dibattito sulle pensioni e le politiche fiscali rimane acceso, evidenziando l’importanza di trovare un equilibrio tra le esigenze economiche del paese e il benessere dei cittadini.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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