La canonizzazione di Carlo Acutis, il giovane milanese noto come il «primo santo millennial» e definito l’«influencer di Dio», ha sollevato un ampio dibattito non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. Acutis, deceduto prematuramente nel 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia, ha lasciato un’eredità unica, combinando la fede con la passione per la tecnologia e i social media. La sua figura, ritratta con felpa, sneakers e computer, ha ispirato molti giovani a utilizzare internet come strumento di evangelizzazione. Tuttavia, la sua canonizzazione ha aperto a controversie, in particolare in Israele e Germania, dove sono emerse accuse di antisemitismo legate ad alcuni miracoli eucaristici documentati da Acutis.
Le polemiche in Israele
Il Times of Israel ha pubblicato articoli che sollevano interrogativi sulla raccolta di miracoli documentati da Acutis. Secondo il giornale, alcune rappresentazioni storiche includono stereotipi antisemiti, in particolare nella descrizione di eventi medievali in cui gli ebrei venivano accusati di sacrilegio. Anche se Acutis non menzionava esplicitamente gli ebrei, i termini utilizzati, come «profanatori» o «malfattori», richiamano narrazioni storiche che hanno alimentato pregiudizi e violenze nei confronti della comunità ebraica. Un esempio significativo è quello di Jonathas, un ebreo accusato di aver profanato un’ostia consacrata nel 1290 a Parigi, il cui gesto portò a eventi drammatici culminati nella sua condanna al rogo.
Le reazioni in Germania
Le accuse di antisemitismo non si sono limitate a Israele. Anche Felix Klein, commissario tedesco per l’antisemitismo, ha espresso preoccupazione riguardo alla canonizzazione, sottolineando che la Chiesa cattolica ha ignorato gli elementi antiebraici nei racconti di Acutis, storie che in passato hanno giustificato violenze e uccisioni di ebrei. Tuttavia, le affermazioni di Klein hanno suscitato reazioni da esperti e sostenitori di Acutis.
- Don Marco Benini, docente di liturgia alla Facoltà teologica di Treviri, ha difeso Acutis, evidenziando che era un ragazzo che svolgeva una ricerca personale sui miracoli eucaristici senza intenzioni di diffondere stereotipi.
- Andrea Grillo, professore di teologia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, ha affermato che sarebbe ingiusto attribuire ad Acutis intenzioni antiebraiche, sostenendo che non era consapevole delle conseguenze storiche legate alle narrazioni di alcuni miracoli.
La vita e l’eredità di Carlo Acutis
La vita di Carlo Acutis è caratterizzata da gesti di fede e dedizione verso il prossimo. Nato a Londra il 3 maggio 1991 da genitori italiani, si trasferì a Milano nello stesso anno. Fin da giovane, Acutis mostrò una passione per l’informatica, utilizzando le sue competenze per creare siti web per la parrocchia e la scuola. Trascorreva le vacanze ad Assisi, dove assorbì i valori francescani del rispetto per il creato e dell’aiuto ai bisognosi. La sua quotidianità era scandita dalla fede: riceveva la comunione ogni giorno e recitava il Rosario, definendo l’Eucaristia come «la mia autostrada per il Cielo».
La sua vita si spezzò tragicamente nel 2006, quando fu colpito da leucemia M3. Morì l’11 ottobre 2006, e come da suo desiderio, il suo corpo fu traslato ad Assisi, dove riposa oggi. La sua figura ha ispirato molti, e Papa Francesco ha frequentemente citato il motto di Acutis: «Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie». Durante la cerimonia di canonizzazione, Papa Francesco ha ricordato un altro dei suoi detti: «Non io, ma Dio», un’affermazione che riflette la profonda umiltà del giovane santo.
In conclusione, la figura di Carlo Acutis è complessa e stratificata. Mentre la sua canonizzazione rappresenta un momento di celebrazione della sua vita e della sua fede, le polemiche riguardanti presunti elementi antisemiti nei suoi racconti di miracoli pongono interrogativi significativi. La Chiesa cattolica si trova ora a dover affrontare l’eredità spirituale di Acutis e le implicazioni storiche delle sue opere, in un contesto globale sempre più attento alla lotta contro l’antisemitismo e alla promozione del dialogo interreligioso.