A sessant’anni dall’uscita dell’ultimo film che ha visto protagonisti Don Camillo e Peppone, i due iconici personaggi creati dalla penna di Giovannino Guareschi, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha deciso di rendere omaggio a queste figure che hanno segnato un’epoca e rappresentato un simbolo della cultura italiana del XX secolo. Lunedì 8 settembre, alle ore 10.30, presso la sede di viale Aldo Moro a Bologna, la vicepresidente Barbara Lori inaugurerà la mostra intitolata “L’Onorevole Peppone, il Compagno Don Camillo, I giovani e il figlio di Duvivier. Un paese che vale per 3”. Questa iniziativa è stata realizzata dall’associazione Amici di Giovannino Guareschi con il patrocinio dell’Assemblea legislativa, del Rotary Club Cortemaggiore Pallavicino e del Lions Club Busseto Giuseppe Verdi.
Un’importante celebrazione della cultura italiana
La mostra si colloca in un contesto significativo, poiché celebra non solo il settantesimo anniversario del film “Don Camillo e l’onorevole Peppone”, ma anche i sessant’anni de “Il compagno Don Camillo”. Quest’ultima opera ha continuato a nutrire il dibattito culturale e politico italiano, riflettendo le tensioni e le contraddizioni di un’epoca. Le proiezioni e i racconti di Guareschi hanno saputo unire in modo unico la comicità e la critica sociale, rendendo i suoi personaggi simboli di una realtà complessa.
Dettagli della mostra
La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 15 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, presenta una selezione di foto originali tratte dai due film e scattate durante le riprese. Tra le immagini esposte, spicca:
- Un Don Camillo sorpreso in versione “compagno Tarocci” mentre visita l’Unione Sovietica, con in mano una falce e martello.
- Un Peppone che entusiasma il pubblico durante un comizio, elogiando “i ragazzi del ’99”.
Queste fotografie non sono solo documenti storici, ma raccontano storie di umanità, amicizia e rivalità, che caratterizzano il rapporto tra il parroco e il sindaco comunista.
Riflessioni sul dialogo e la collaborazione
“La mostra – afferma Barbara Lori – è l’occasione per ripercorrere una parte della storia del nostro paese. Le foto mostrano l’umanità di due figure che, pur nelle profonde differenze politiche e ideologiche, riescono a collaborare per il bene della comunità”. Questo aspetto collaborativo, seppur contraddittorio, è uno dei temi centrali delle opere di Guareschi e continua a risuonare nella società contemporanea, dove il dialogo tra opposti è spesso difficile ma necessario.
Gli Amici di Giovannino Guareschi hanno sottolineato l’importanza del 2025, anno che segnerà due anniversari cinematografici significativi per Don Camillo e Peppone. Per questo motivo, vogliono commemorare i personaggi attraverso una mostra “fotocinematografica” che non solo ricorda i film, ma presenta anche una serie di fotografie inedite donate dal figlio di Juline Duvivier, il regista delle opere cinematografiche, alla Pro loco di Brescello.
Un’opportunità per riscoprire il passato
Inoltre, la mostra accoglie un altro elemento di grande interesse: il film incompiuto “Don Camillo, Peppone e i giovani d’oggi”, un progetto che avrebbe dovuto esplorare il rapporto tra le generazioni passate e quelle future, affrontando tematiche attuali attraverso la lente della tradizione guareschiana. Tale opera, sebbene non completata, rappresenta un interessante spunto di riflessione su come i valori e i conflitti trattati da Guareschi possano ancora essere attuali e pertinenti.
Un altro pezzo significativo dell’esposizione è il famoso libro fotografico “Un paese” di Cesare Zavattini, che raccoglie immagini del paese di Brescello, dove sono ambientate le storie di Don Camillo e Peppone. Queste fotografie, realizzate dal celebre fotografo Paul Strand, offrono una testimonianza visiva della vita quotidiana in un’Italia di metà Novecento, un contesto che ha influenzato profondamente il lavoro di Guareschi.
La mostra è quindi un’opportunità unica per riscoprire non solo i film e i personaggi, ma anche il mondo in cui sono nati. Attraverso le immagini e i racconti, si può cogliere l’essenza di un’epoca in cui i contrasti ideologici erano forti, ma in cui esisteva anche una volontà di dialogo e di comprensione reciproca. La celebrazione di Don Camillo e Peppone, in questo senso, è anche un invito a riflettere sulla necessità di trovare punti di incontro, anche in un’epoca di divisioni e conflitti.