L’incidente ferroviario di Brandizzo, avvenuto tra il 30 e il 31 agosto 2023, ha scosso profondamente il mondo del lavoro in Italia, sollevando inquietanti interrogativi sulla sicurezza nei cantieri ferroviari. La tragica morte di cinque operai, impegnati in lavori di manutenzione sui binari, ha portato alla luce gravi carenze organizzative all’interno di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Recenti rivelazioni, emerse da una mail, hanno evidenziato come la tragedia avrebbe potuto essere evitata con una gestione più attenta delle operazioni.
le circostanze dell’incidente
Secondo le indagini, la sospensione dei treni prevista per il cantiere di Brandizzo era stata annullata, e la linea era attiva. Rfi aveva deciso di interrompere l’interruzione programmata a causa di esigenze di traffico legate ad altri cantieri. Questo cambio di programma ha sollevato preoccupazioni, poiché suggerisce che la strage avrebbe potuto essere evitata. Le opzioni praticabili per garantire la sicurezza degli operai, nonostante la mancanza di un’interruzione adeguata, sono state ignorate. In particolare, la decisione di contrattare solo un fermo di 90 minuti si è rivelata insufficiente per completare i lavori in sicurezza.
le carenze organizzative di rfi
Il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (Spresal) dell’ASL Torino 3 ha messo in luce un quadro desolante, caratterizzato da:
- Riunioni non verbalizzate.
- Modifiche ai programmi senza preavviso.
- Mancanza di informazioni preventive.
Queste carenze hanno avuto conseguenze fatali, evidenziando come le decisioni venissero prese senza considerare i rischi associati all’invio degli operai sui binari durante una situazione di traffico attivo.
le responsabilità e le indagini
La dinamica dell’incidente è stata ricostruita in modo drammatico. Mentre il treno si avvicinava, Antonio Massa, capo tecnico di Rfi, era in comunicazione con la capostazione di Chivasso. Questa mancanza di coordinamento ha contribuito a creare una situazione estremamente rischiosa. Le indagini hanno scagionato il macchinista coinvolto, ma hanno lasciato aperte le responsabilità a carico di Massa e di Andrea Gibin, capo squadra della Sifiger, la ditta incaricata dei lavori. Le loro versioni contraddittorie riguardo alla presenza degli operai sui binari hanno sollevato ulteriori interrogativi sulla cultura della sicurezza all’interno di Rfi e della Sifiger.
La strage di Brandizzo non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Negli ultimi anni, sono aumentati gli incidenti che hanno messo in luce le lacune nella gestione della sicurezza, portando a richieste di maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle istituzioni.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato un’indagine per comprendere meglio le dinamiche che hanno portato a questa tragedia e per garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro. Le misure che verranno implementate saranno cruciali per ripristinare la fiducia nel sistema ferroviario e garantire che la sicurezza dei lavoratori venga messa al primo posto.
In conclusione, nonostante le evidenze di negligenza e la possibilità di evitare la tragedia, i protocolli esistenti non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Ciò ha sollevato interrogativi sulla responsabilità di Rfi e sulla necessità di una revisione completa delle procedure di sicurezza, fondamentale per proteggere i lavoratori e garantire la sicurezza di tutti gli utenti del servizio ferroviario.