La sostenibilità è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico italiano, ma un recente studio ha rivelato un significativo divario tra la consapevolezza e l’azione degli italiani. La ricerca, condotta da PwC Italia in collaborazione con JTI Italia e Arel, ha analizzato le percezioni e i comportamenti degli italiani riguardo alla sostenibilità, utilizzando un campione di oltre mille cittadini. I risultati mostrano che, sebbene l’82% degli italiani affermi di conoscere il significato di “sostenibilità”, solo il 36% è in grado di fornire una definizione corretta, evidenziando un’importante mancanza di comprensione del concetto.
consapevolezza vs. azione
Un dato significativo emerso dallo studio è che, sebbene il 50% degli italiani consideri la sostenibilità come un valore importante, solo il 44% afferma di agire in modo sostenibile dal punto di vista ambientale. Inoltre, solo il 41% si impegna in pratiche economiche sostenibili e solo il 14% adotta comportamenti sociali responsabili. Questa disconnessione tra consapevolezza e azione solleva interrogativi sulle motivazioni che impediscono alle persone di tradurre le proprie convinzioni in comportamenti concreti.
Tra i fattori che ostacolano l’adozione di pratiche sostenibili, i partecipanti hanno indicato:
- Mancanza di tempo (40%)
- Assenza di opzioni accessibili nella propria comunità (41%)
- Scetticismo riguardo alla reale sostenibilità dei prodotti sul mercato (39%)
Questa sfiducia è cruciale, poiché la trasparenza delle informazioni sulle pratiche sostenibili è fondamentale per incentivare comportamenti responsabili.
differenze generazionali
L’analisi ha messo in luce differenze generazionali significative. La Generazione Z si distingue per una forte sensibilità verso l’inclusione sociale e la riduzione degli sprechi, mentre i Millennials sono più concentrati sull’uso efficiente dell’energia e sull’importanza delle filiere etiche. La Generazione X si focalizza su pratiche domestiche razionali e sostenibili, mentre i Baby Boomers tendono a praticare una forma di “sostenibilità silenziosa”, evitando lo spreco di risorse.
Un dato interessante è che, per il 42% degli italiani, la responsabilità della sostenibilità ricade principalmente sulle istituzioni pubbliche. Tuttavia, le aziende stanno assumendo un ruolo sempre più centrale in questo ambito. Didier Ellena, presidente e amministratore delegato di JTI Italia, ha affermato: “Per noi, la sostenibilità non è un obiettivo da raggiungere, ma un principio da vivere e condividere”. Questa dichiarazione sottolinea l’importanza dell’impegno attivo da parte delle imprese per costruire una cultura della sostenibilità.
il ruolo dell’educazione
Le aziende possono giocare un ruolo cruciale nell’educare i consumatori e nel promuovere pratiche sostenibili. È fondamentale che le iniziative siano comunicate in modo chiaro affinché i consumatori possano fidarsi dei prodotti e dei servizi offerti. Inoltre, l’educazione è essenziale per colmare il divario tra consapevolezza e azione. Programmi educativi che promuovono la sostenibilità nelle scuole e nelle comunità possono formare una generazione più consapevole e impegnata.
La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente evidenziato l’importanza della sostenibilità, portando molti italiani a rivalutare le proprie priorità. Tuttavia, è essenziale che questa consapevolezza si traduca in azioni concrete nel lungo termine.
In conclusione, mentre gli italiani mostrano una crescente consapevolezza nei confronti della sostenibilità, è evidente che la strada per tradurre questa consapevolezza in comportamenti attivi è ancora lunga. I dati emersi dallo studio di PwC Italia, JTI Italia e Arel evidenziano la necessità di un impegno collettivo, coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini, per costruire un futuro più sostenibile. Solo attraverso la collaborazione e l’educazione sarà possibile colmare il divario tra consapevolezza e azione, promuovendo un cambiamento reale e duraturo nella società italiana.