Woody Allen è tornato al centro dell’attenzione per aver elogiatto Donald Trump, non tanto per le sue politiche, quanto per le sue doti di attore. Durante un episodio del podcast “Club Random”, condotto dal comico Bill Maher, Allen ha rivelato di essere uno dei pochi registi a poter dire di aver diretto Trump, che ha avuto un cameo nel film “Celebrity” del 1998. Allen ha affermato: “Se volesse recitare di nuovo per me, sono convinto che farei meraviglie”. Questa dichiarazione ha suscitato scalpore, considerando il contesto politico attuale e le polemiche che circondano l’ex presidente.
l’apprezzamento di allen per trump
Nonostante abbia votato per la vicepresidente Kamala Harris alle ultime elezioni, Allen ha espresso il suo apprezzamento nei confronti di Trump, descrivendolo come “un ottimo attore, molto gentile e che sta al suo posto”. Secondo il regista, Trump ha “fatto tutto correttamente” durante il suo periodo sul set, un’affermazione sorprendente data la reputazione controversa di Trump come politico. Allen ha anche commentato la decisione di Trump di entrare in politica, affermando che “la politica è solo un mal di capo, decisioni critiche e agonia”. Queste parole rivelano una certa comprensione della complessità della vita politica e delle pressioni che essa comporta.
il cameo di trump in “celebrity”
Il cameo di Trump in “Celebrity” è un episodio noto, in cui l’allora imprenditore immobiliare interpreta se stesso. In una scena memorabile, viene intervistato da una giornalista su un ambizioso progetto che prevede l’acquisto della Cattedrale di San Patrizio per trasformarla in un grattacielo. La battuta in cui Trump dice di voler eseguire “un piccolo lavoro di demolizione” è un esempio della sua autoironia, un tratto distintivo della sua immagine pubblica.
l’arte e la politica secondo allen
Le dichiarazioni di Allen arrivano in un momento in cui il dibattito sulla libertà di espressione e sull’arte si fa sempre più acceso. Recentemente, il regista ha espresso la sua contrarietà alla guerra in Ucraina, sostenendo che tagliare i legami artistici con la Russia di Putin sia stato un errore. Questa posizione ha suscitato reazioni contrastanti, evidenziando le difficoltà di mantenere un dialogo culturale in tempi di conflitto.
Woody Allen, noto per il suo stile provocatorio, continua a essere una figura polarizzante. Le sue lodi a Trump non sono sorprendenti per chi conosce il suo approccio alla vita e all’arte. Allen ha sempre avuto un forte senso dell’ironia e un’abilità nel mescolare elementi di commedia e serietà. Le sue parole su Trump possono essere interpretate come una riflessione su come la vita pubblica e l’intrattenimento si intersecano in modi inaspettati.
In un’epoca in cui le opinioni politiche definiscono spesso le identità artistiche, l’ammirazione di Allen per Trump potrebbe sembrare in contrasto con la sua immagine di intellettuale progressista. Questa disparità rappresenta le sfide che artisti e intellettuali affrontano nel navigare le acque tumultuose della cultura contemporanea.
In definitiva, le parole di Woody Allen non rappresentano solo un elogio a un ex presidente, ma anche una riflessione su come arte e politica possano coesistere nonostante le divergenze ideologiche. La sua carriera, contrassegnata da successi e controversie, continua a suscitare dibattiti e discussioni, rendendolo una figura sempre attuale nel panorama culturale internazionale.