Il dibattito politico italiano si intensifica in vista della prossima manovra economica, con Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che lancia un appello chiaro e deciso sulle misure necessarie per stimolare la crescita economica del Paese. Secondo Orsini, il semplice taglio dell’Irpef non è sufficiente per garantire una reale ripresa economica. Durante un incontro con gli industriali emiliani, ha affermato: “Non è intervenendo sull’aliquota sul ceto medio che si garantisce la crescita. Occorre spingere la produttività e mettere al centro l’industria”.
La proposta di Orsini per un piano industriale straordinario
La proposta di Orsini è netta: servono 8 miliardi di euro da destinare a un piano industriale straordinario. Solo attraverso queste risorse sarà possibile creare ricchezza, che potrà poi essere redistribuita in modo più equo. Orsini ha evidenziato che il tema dei salari è sempre stato centrale per gli industriali, ma i salari non si alzano con un semplice taglio dell’Irpef “una volta l’anno”. Anzi, è necessario un approccio più strategico che guarda ai contratti di produttività e alle imprese che possono:
- Produrre di più
- Guadagnare di più
- Distribuire le ricchezze
L’emergenza energetica e le scadenze degli incentivi
Un’altra preoccupazione espressa da Orsini è l’emergenza energetica, che continua a gravare sulle spalle delle imprese italiane. Ha esortato il governo a implementare il meccanismo del disaccoppiamento per mitigare gli effetti dell’aumento dei costi energetici. Attualmente, il governo sta lavorando su un decreto per affrontare questa questione, ma le tempistiche di attuazione rimangono incerte.
Inoltre, un aspetto fondamentale è rappresentato dalla scadenza degli incentivi all’industria, prevista per la fine dell’anno. Misure come Industria 4.0 e 5.0, che valgono 6,3 miliardi di euro, insieme alla Zes Unica per il Mezzogiorno e le agevolazioni per ricerca e sviluppo, scadranno, creando un vuoto che potrebbe rallentare la crescita. Il credito d’imposta per l’innovazione tecnologica e per il design è attualmente valido solo fino al 31 dicembre di quest’anno.
Un piano complessivo per le PMI
Orsini ha menzionato anche il Fondo di garanzia per le PMI, rifinanziato nella manovra dello scorso anno, ma solo per il 2025. Gli industriali stanno pensando a un piano complessivo da 8 miliardi di euro all’anno per tre anni, che includa incentivi 6.0. Questa strategia dovrebbe rispolverare l’Ace e migliorare l’Ires premiale, con l’obiettivo di creare un ambiente favorevole alla crescita delle imprese.
È importante notare che Orsini puntualizza che le risorse non devono essere considerate come un aiuto a fondo perduto: “Parte degli investimenti ritornano con l’Iva, col gettito generato dalle imprese e soprattutto con le assunzioni”. Questo approccio evidenzia come gli investimenti nelle imprese non solo sostengano l’economia, ma possano generare entrate per lo Stato.
Il dialogo con il governo è già iniziato, e il viceministro delle Finanze, Maurizio Leo, ha già manifestato l’impegno del governo per la stabilizzazione dell’Ires. Inoltre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha proposto una revisione delle misure di Transizione 4.0 e 5.0, suggerendo un accorpamento per renderle più efficaci.
Con la pubblicazione dei dati sulle entrate fiscali attesa per il prossimo venerdì, si prevede che queste informazioni possano fornire un primo orientamento sulle disponibilità economiche. Tuttavia, le decisioni finali verranno prese in un secondo momento, quando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si incontrerà con i colleghi di governo e con le delegazioni dei vari gruppi politici, considerando le priorità politiche dell’esecutivo e le risorse disponibili.
La Lega ha già presentato le proprie proposte, che includono la difesa del reddito delle famiglie, la rottamazione e l’estensione della flat tax al 15%. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di un contributo maggiore da parte delle banche, che hanno registrato profitti significativi negli ultimi anni, per sostenere le famiglie e le imprese italiane in questo momento di difficoltà. La situazione economica richiede un approccio integrato e coordinato, che consideri le necessità di tutti gli attori coinvolti, dalla politica all’industria.