La Mostra del Cinema di Venezia accoglie uno dei film più attesi di questa edizione: ‘A House of Dynamite’, diretto da Kathryn Bigelow. Con un tema di straordinaria attualità e gravità, il film affronta la questione della morte atomica, un argomento che, nonostante le sue implicazioni devastanti, è spesso evitato nei dibattiti pubblici. La regista, già vincitrice di un Oscar per la migliore regia nel 2010 con ‘The Hurt Locker’, si propone di invitare il pubblico a riflettere su un tema che rimane uno dei più rimosso dalla coscienza collettiva: la possibilità di una guerra atomica senza superstiti.
Un tema di grande attualità
Nella conferenza stampa che ha preceduto la proiezione, Bigelow ha risposto a domande provocatorie, inclusa quella di un possibile sequel del film con Donald Trump nel ruolo del presidente, al posto di Idris Elba. La regista ha risposto con fermezza: “Non ho certo la sfera di cristallo. Non si tratta di uomini, ma di affrontare un problema”. Questa affermazione sottolinea il suo approccio serio e responsabile nei confronti di un tema che, secondo lei, merita una discussione approfondita, lontana da retoriche divisive e provocazioni.
La trama del film
‘A House of Dynamite’ racconta una storia di tensione e urgenza. La trama si sviluppa attorno a un missile non rivendicato lanciato contro gli Stati Uniti, dando inizio a una frenetica corsa contro il tempo per identificare il responsabile e decidere la risposta da dare. La narrazione si concentra sui diciotto minuti più critici nella storia della nazione, esplorando i meccanismi dei centri di difesa e offesa statunitensi. La regista ha voluto mostrare non solo il protocollo militare, ma anche le vite e le emozioni dei personaggi coinvolti, sottolineando che le decisioni che prendono hanno conseguenze che vanno ben oltre il loro immediato contesto.
Bigelow ha affermato: “È una questione globale: stiamo vivendo in una casa piena di dinamite che potrebbe esplodere da un momento all’altro”. La regista ha ribadito l’importanza della comunicazione e dell’informazione, sottolineando che la diplomazia deve essere la priorità per evitare conflitti nucleari. “Dobbiamo capire quali potrebbero essere le conseguenze delle nostre azioni. È fondamentale umanizzare il processo decisionale”, ha aggiunto, facendo riferimento alla necessità di vedere i personaggi non solo come figure istituzionali, ma come esseri umani con le loro fragilità.
Un cast di alto livello
Il cast del film è di altissimo livello e include nomi noti come Rebecca Ferguson nel ruolo del Comandante Olivia Walker, Gabriel Basso nel ruolo del Viceconsigliere per la sicurezza nazionale, e Jared Harris. Ognuno di essi porta sullo schermo le complesse dinamiche emotive e morali che emergono in situazioni di crisi. Una frase particolarmente memorabile del film è quella di un ingegnere missilistico, che spiega la difficoltà di fermare un missile balistico: “È come voler fermare un proiettile con un altro proiettile”. Questa immagine potente serve a illustrare la fragilità della nostra sicurezza in un mondo in cui le armi nucleari sono sempre più presenti.
Un’opera di riflessione critica
Il film, prodotto da Netflix, non è solo un thriller teso e avvincente, ma anche un’opera di riflessione critica sulle questioni di sicurezza globale e sulle responsabilità delle nazioni nel mantenere la pace. Bigelow, attraverso il suo stile visivo incisivo e il suo approccio narrativo, invita gli spettatori a considerare il rischio imminente di una guerra nucleare e a prendere coscienza delle reali implicazioni delle decisioni politiche e militari.
In un’epoca in cui il riarmo sembra riprendere piede, la regista mette in guardia contro la normalizzazione della minaccia nucleare. Con nove paesi ufficialmente dotati di armi nucleari e la possibilità che il numero aumenti, la necessità di un dialogo pacifico e costruttivo diventa sempre più urgente. Bigelow, con ‘A House of Dynamite’, non solo intrattiene, ma ci spinge a confrontarci con una realtà inquietante che richiede attenzione e consapevolezza.