L’omicidio di Gloria Rosboch, l’insegnante di 49 anni brutalmente uccisa nel 2016 nel Canavese, ha lasciato un segno profondo nella società italiana. Questo tragico evento, avvenuto vicino a Torino, ha visto come protagonista Gabriele Defilippi, un ex allievo di Gloria, noto per la sua abilità nel sedurre e manipolare le persone. Sotto le false promesse di una vita insieme, Defilippi è riuscito a raggirare l’insegnante, portandola a donargli i risparmi di famiglia. La storia di Gloria è diventata ispirazione per diverse opere artistiche, dalla pièce teatrale “Se non sporca il mio pavimento” di Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori, fino all’adattamento cinematografico “La Gioia”, diretto da Nicolangelo Gelormini.
Il film “La gioia” e il suo impatto
Il film, che rappresenta l’unica pellicola italiana in gara alle Giornate degli Autori, una sezione autonoma della Mostra del Cinema di Venezia, è previsto nelle sale con Vision Distribution. Tra i protagonisti, spicca Valeria Golino, che interpreta il ruolo di Gioia. La sua interpretazione è stata acclamata, e l’attrice ha condiviso con l’ANSA alcune riflessioni sul suo personaggio. “Gioia potrebbe essere vista come una vittima, ma non è solo questo. È una donna che ha un po’ della ragazza interrotta, una signora che è rimasta sentimentalmente un’adolescente, cristallizzata per vari motivi, tra cui il suo rapporto con i genitori e la paura.”
La complessità dei personaggi
Nel film, Gioia è un’insegnante di francese di 50 anni, timida e riservata, che si occupa dei suoi genitori anziani nella casa di famiglia. La sua vita tranquilla viene scossa dall’incontro con Alessio, interpretato da Saul Nanni, uno studente di liceo inquieto e manipolativo, che sfrutta la sua avvenenza e il suo aspetto androgino per attrarre e raggirare le persone, guadagnando denaro in modo discutibile. Questa dinamica crea un legame complesso, in cui Gioia si ritrova coinvolta emotivamente. Alessio, con il supporto di Cosimo, un amico di famiglia e amante della madre di Gioia, e la complicità della madre cassiera Carla, interpretata da Jasmine Trinca, manovra abilmente la vulnerabilità di Gioia.
Temi e messaggi del film
La sceneggiatura di “La Gioia”, che ha vinto ex aequo il Premio Franco Solinas 2021, si addentra nei meandri di questa relazione disfunzionale. Golino descrive Gioia come “una donna che, da un lato, ha un’innocenza protetta dalle circostanze, dall’altro una spregiudicatezza che emerge dalle scelte che compie”. Nonostante la differenza di età, Gioia si innamora di Alessio, senza considerare questo legame come qualcosa di innaturale. La sua fragilità e il suo bisogno di affetto la rendono vulnerabile a un ragazzo che, inizialmente, sembra scosso dalla propria coscienza.
Il regista Gelormini, già noto per opere come “Fortuna”, spiega che “La Gioia” affronta il tema dell’amore e dei suoi rischi. “Racconta in qualche modo una cosa che conoscevo, l’anticorpo al sentimento dell’amore e quando qualcosa la senti profondamente immagini che possa colpire anche altre persone.” La complessità dei personaggi è uno degli aspetti più interessanti del film. Jasmine Trinca, che interpreta la madre di Alessio, sottolinea come ogni personaggio presenti un’ambiguità intrinseca. “La madre non è solo morbosa, è ambigua. Non riuscendo a vedere realmente il figlio, proietta se stessa in questa creatura che pensa sia fatta a sua immagine e somiglianza.”
La narrazione di “La Gioia” si sviluppa in un contesto di manipolazione e vulnerabilità, ponendo interrogativi su quanto sia facile cadere vittima delle proprie emozioni e dei propri desideri. Il film esplora le dinamiche familiari, l’amore non corrisposto e le scelte sbagliate che possono avere conseguenze devastanti. La storia di Gioia e Alessio, pur radicata in un tragico fatto di cronaca, diventa un riflesso di come le relazioni umane possano essere complesse e pericolose.
La scelta di Golino di interpretare un personaggio così sfaccettato e vulnerabile mostra la sua versatilità come attrice e la capacità di affrontare tematiche delicate con sensibilità. Il film non solo offre uno sguardo su un caso di cronaca nera, ma invita anche a riflettere sulla fragilità dell’animo umano e sulle conseguenze delle scelte che prendiamo. Con la sua narrazione intensa e i personaggi complessi, “La Gioia” promette di essere un’opera cinematografica che non lascerà indifferente il pubblico, ponendo domande su amore, manipolazione e la ricerca di una propria identità in un mondo che spesso sembra ostile.