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Dalla fitta al petto alla corsa in ospedale: la sorprendente storia di un uomo che ha sfidato l’infarto

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Dalla fitta al petto alla corsa in ospedale: la sorprendente storia di un uomo che ha sfidato l'infarto
Dalla fitta al petto alla corsa in ospedale: la sorprendente storia di un uomo che ha sfidato l'infarto
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Un episodio drammatico e significativo mette in luce l’importanza della prontezza nell’affrontare i segnali di allerta del nostro corpo. La storia di un uomo di 63 anni, originario di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, è emblematica di come la paura o la sottovalutazione dei sintomi possano portare a decisioni potenzialmente fatali. La vicenda si è svolta lo scorso 25 agosto, durante una vacanza a Campodimele, un pittoresco paesino noto per la sua longevità e il suo ambiente sereno.

Era l’alba di quel lunedì quando l’uomo ha avvertito una fitta al petto, un dolore che si è intensificato nel corso delle ore. Nonostante il sintomo fosse chiaramente preoccupante, ha scelto di non allertare il servizio d’emergenza, preferendo mettersi al volante e guidare verso il più vicino ospedale. Questo primo errore di valutazione si è rivelato cruciale: il presidio medico più vicino si trovava a ben 15 chilometri di distanza, un tragitto che, in una situazione normale, sarebbe potuto sembrare ragionevole, ma che, in caso di infarto, si è trasformato in una corsa contro il tempo.

la corsa contro il tempo

Mentre la luce del giorno lentamente cominciava a diffondersi tra le colline di Campodimele, l’uomo e sua moglie si sono messi in viaggio. Le strade che avrebbero dovuto percorrere non erano solo lunghe, ma anche tortuose e poco illuminate, aumentando il rischio di un incidente. La tensione era palpabile: sua moglie, consapevole della gravità della situazione, era pronta a prendere il volante nel caso in cui il marito fosse collassato. Un pensiero angosciante, ma purtroppo non infondato, dato che l’infarto stava già facendo il suo corso.

l’intervento salvavita

Arrivati al Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni” di Dio a Fondi, il tempismo dell’uomo si è rivelato decisivo. Appena entrato in ospedale, ha subito un arresto cardiaco. I medici del pronto soccorso, prontamente allertati, hanno iniziato le manovre salvavita: defibrillazione e massaggio cardiaco si sono rivelati essenziali per la sua sopravvivenza. Senza questi interventi tempestivi, un ritardo, anche di pochi minuti, avrebbe potuto risultare fatale non solo per lui, ma anche per la sicurezza della moglie e degli altri automobilisti sulla strada.

l’importanza della prontezza

Questo evento tragico, sebbene risolto in modo positivo grazie all’intervento di personale medico esperto, serve da monito per tutti noi. Gli esperti avvertono che anche sintomi apparentemente lievi, come dolori al torace, non dovrebbero mai essere sottovalutati. La prontezza nel contattare i servizi di emergenza può fare la differenza tra la vita e la morte. È fondamentale essere consapevoli dei segnali del proprio corpo e agire di conseguenza.

La storia dell’uomo di Pontecorvo non è isolata. Migliaia di persone in tutto il mondo affrontano situazioni simili ogni giorno, spesso per paura di apparire eccessivamente allarmisti o per sottovalutare i sintomi. Le malattie cardiache rappresentano una delle principali cause di morte a livello globale e la loro tempestiva diagnosi e trattamento sono fondamentali.

In Italia, il servizio di emergenza 118 è sempre disponibile e pronto a intervenire in caso di necessità. Quando si avverte un dolore al petto, accompagnato da altri sintomi come sudorazione eccessiva, nausea o difficoltà respiratorie, è imperativo chiamare immediatamente. Le linee guida della Croce Rossa e delle altre organizzazioni sanitarie raccomandano di non aspettare, poiché ogni istante può essere determinante.

Inoltre, è consigliabile avere sempre un piano di emergenza in caso di malore, specialmente per coloro che hanno una storia familiare di malattie cardiache. Informare i propri familiari o amici sui sintomi e su come comportarsi in caso di emergenza può fare la differenza. La consapevolezza e la preparazione possono salvare vite.

La vicenda di questo 63enne non deve essere vista solo come un’eccezione, ma come una lezione fondamentale per tutti. La salute non può essere mai sottovalutata, e i segnali del corpo devono sempre essere ascoltati con attenzione. È fondamentale promuovere una cultura della salute in cui si incoraggia a contattare i servizi di emergenza al primo segnale di allarme.

L’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove l’uomo è stato trasferito per un intervento di emodinamica, è un centro di eccellenza per la cura delle malattie cardiache. Qui, il paziente ha ricevuto le cure necessarie per affrontare questa grave emergenza. La rapidità dell’intervento ha permesso di limitare i danni e garantire una ripresa. La sua esperienza rimarrà un monito per tutti noi: non aspettare, non temere di allertare i soccorsi, la vita è troppo preziosa per essere messa a rischio.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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