La prima seduta della settimana sui mercati azionari europei ha evidenziato una certa frenesia, con risultati variabili tra le principali piazze finanziarie del Vecchio continente. Milano ha cercato di limitare i danni, ma le altre borse europee hanno registrato perdite significative, con Parigi che ha chiuso come il mercato peggiore della giornata.
andamenti delle borse europee
La Borsa di Parigi ha chiuso con un calo dell’1,5%, influenzata negativamente da forti ribassi in titoli di spicco. Tra i nomi più colpiti ci sono:
- Vinci: -5%
- Axa: -4%
- Bouygues: -4%
- Veolia: -4%
Questo andamento negativo è stato in parte attribuito alle preoccupazioni degli investitori riguardo l’andamento dell’economia francese e le attese su future decisioni di politica monetaria. Anche Madrid ha sofferto, con un ribasso finale dell’1%, mentre Francoforte ha chiuso a -0,5% e Amsterdam ha registrato una flessione più contenuta, chiudendo a -0,2%. In questo contesto, la Borsa di Milano ha limitato le perdite, con l’indice Ftse Mib che ha chiuso a 43.227 punti, in ribasso dello 0,19%, e l’Ftse All Share che ha ceduto lo 0,16%, terminando a quota 45.836. Londra ha mostrato una certa resilienza, chiudendo in leggero rialzo dello 0,1%, ma il clima generale rimaneva teso.
preoccupazioni per la politica monetaria
Una delle principali preoccupazioni per gli investitori è rappresentata dalle prossime scelte della Federal Reserve americana. Le aspettative sull’orientamento della banca centrale statunitense continuano a influenzare i mercati globali, e il mercato obbligazionario ha risentito di queste incertezze. Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni ha registrato un aumento, chiudendo a 83,8 punti base, rispetto agli 80 punti base dell’avvio della seduta. Anche il rendimento del Btp è salito, raggiungendo il 3,59%, con un incremento di sette ‘basis points’.
andamenti settoriali
Nel settore energetico, si è registrato un leggero aumento dei prezzi del gas nel mercato di Amsterdam. In particolare, il future sul metano con consegna a settembre ha chiuso in crescita dello 0,6%, raggiungendo i 33,7 euro al Megawattora. Anche il petrolio ha mostrato una certa vitalità, con i prezzi in aumento fino a due punti percentuali, cercando di superare nuovamente la soglia dei 65 dollari al barile. Questo aumento è stato influenzato da fattori geopolitici e dalla crescente domanda di energia in un contesto di ripresa economica globale.
In Piazza Affari, tra i titoli principali, spicca Leonardo, che ha visto un incremento del 2,3%, continuando a mostrare forti oscillazioni nel suo andamento. Il gruppo aerospaziale e della difesa ha beneficiato di notizie positive legate a nuovi contratti e progetti internazionali. Anche Saipem ha registrato un incremento di oltre un punto percentuale, grazie a prospettive favorevoli nel settore oil&gas e a recenti aggiudicazioni di contratti. La Banca Popolare di Sondrio ha chiuso in territorio positivo, con un aumento di oltre un punto percentuale, mentre Mps ha guadagnato lo 0,90% e Mediobanca ha mostrato un incremento dello 0,19%, riducendo lo ‘sconto’ dell’offerta della banca toscana su piazzetta Cuccia a 1,62%.
Al contrario, diversi titoli hanno subito perdite significative. In particolare, Prysmian e Cucinelli hanno registrato entrambi un ribasso dell’1,2%. Prysmian, leader nella produzione di cavi e sistemi per l’energia e le telecomunicazioni, ha dovuto fare i conti con l’incertezza nel mercato delle materie prime e con le sfide della supply chain. Cucinelli, noto marchio del lusso italiano, ha risentito della fluttuazione della domanda nel settore del fashion, che continua ad affrontare incertezze legate alla congiuntura economica e ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori.
L’andamento della Borsa di Milano e degli altri mercati europei riflette un clima di cautela e incertezza, mentre gli investitori attendono ulteriori segnali da parte delle banche centrali e dalle dinamiche economiche globali. La settimana si preannuncia densa di eventi, con la pubblicazione di dati economici e i meeting delle autorità monetarie che potrebbero influenzare ulteriormente i mercati. In questo contesto, gli operatori di mercato sono chiamati a rimanere vigili e pronti a rivedere le proprie strategie di investimento in risposta alle mutevoli condizioni economiche e finanziarie.